July 5, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 4 min.

Pronunciatelo bene, eh, che si scrive come sopra, ma si legge “Gian che abbaia non morde”, occhei? E il Gian in questione è il maraviglioso ragazzone (ha 31 anni. Dovrebbero farli sui 38-39, almeno) balzato agli onori della critica per il fidanzamento con Diletta Leotta successo ottenuto con Day Dreamer, dove era, se possibile, ancora più bello, pieno pieno di peli, con codino posteriore e un barbone da hipster che ti veniva voglia di mangiarlo in un solo boccone. GNAM. Posso essere più profonda di così, giuro.

Ecco a voi la recensoap di Mr Wrong, lezioni d’amore, la serie tivvù turca che ci smuove l’ormone estivo, dove, incredibilmente, non fuma nessuno. La profondità comincia dopo.

TRAMA QUASI SENZA SPOILER

Ezgi è una bella sexy spigliata ragazza che non sta zitta nemmeno a farle molto male alla bocca. Ovviamente, essendo la protagonista di una soap turca, e accorgendosene, si attira addosso una serie di sfighe che partono con: venire lasciata dal fidanzato con cui era convinta di sposarsi, venire licenziata dal lavoro da cui era convinta di ricavare una promozione, essere cacciata di casa dall’ex, finire investita da un bel dottore e, ovviamente, incontrare Ozgur, il Can pettorale-al-vento Yaman, un playboy imprenditore (nel settore della ristorazione) che vive sereno portandosi a casa le ragazze conosciute al suo locale e spatolandole fuori di buon mattino. Un giorno di pioggia, alla Kiss me Licia, si incontrano e si scontrano su un taxi, e poi al locale di lui, e addirittura finiscono per essere vicini di casa, fino a che decidono, tra incontri e scontri non sempre pacifici, di aiutarsi a vicenda: lui si impegna a insegnarle come comportarsi con gli uomini per farsi sposare (ha inspiegabilmente fretta, la Ezgi) e lei, in cambio, deve interpretare il ruolo della fidanzata di lui al matrimonio della sorella, per disinnescare l’ingombrante madre che lo vuole ugualmente accasato. Il tutto nella splendida cornice di Instambul e centordici personaggi secondari che imbastiscono allegre relazioni tra di loro e moltiplicano tramini di sentimentale e pettegola origine. ADORO.

FINE TRAMA QUASI SENZA SPOILER

Vediamo cosa segnalare. Le prime due puntate sembrano seguire il bizzarro gioco “sparare sulla crocerossa anche senza mirino”, altrimenti detto: “tutte le cose brutte che possono capitare alla protagonista femminile”, in modo che lei possa trovarsi nelle alcoliche condizioni di essere soccorsa da quel manzo di Can/Ozgur e preparare il terreno al fulcro narrativo della serie: l’accordo tra i due protagonisti. Ovviamente anche lui deve arrivare a vivere qualcosa che lo porti alle soglie del patto, quindi alla “necessità”, ma, nel suo caso, si tratta giusto di una spiacevole coincidenza (una delle donne da una notte-e-via piomba a casa di Ozgur la mattina dopo l’avventura notturna con la giornalista incaricata di scrivere un articolo su di lui, buttandola fuori di casa. La giornalista si vendica spiattellando la sua condotta amorosa nell’articolo, che si intitola L’uomo sbagliato, e che viene letto dalla madre…), nel caso di Ezgi, si tratta di un vero e proprio tracollo sociale.

Scivoliamo dunque in quella caratterizzazione psicologica standard per cui, al bel protagonista maschile, affidiamo la playbonaggine seriale e felice e, alla protagonista femminile, la discesa agli inferi della devastazione sociale (perde il fidanzato, il lavoro, la casa…) ma ci scivoliamo forte, eh, tipo lo Stukass del Caneva. Qui, giusto per variare, abbiamo il bel protagonista maschile vestito di merda. Almeno quello. Ma quando inizi a pensare che il tocco turco metta il dito nella piaga, anzi, nello squarcio (la tipica forma mentis femminile che fa accostare la singletudine a un malanno grave contro il fine cervello maschile, che conosce la psicologia e si diverte un mondo a usare le donne come un gioco in scatola) anche i personaggi secondari iniziano a avere contorni netti e voce in capitolo, anzi, in puntata, e mettendo finalmente in scena diversi modi di essere e, beh, di amare.

Ora, qualche sceneggiatore turco aveva una mole di cliché nella sacca della palestra e deve averle rovesciate accidentalmente sulla sceneggiatura, ma la cosa, tutt’altro che infastidente, grazie ai pettorali alla bravura degli attori e a una Instanbul illuminata di colore e meraviglia, unite alle musiche in stile Casa Vianello e alla perfezione della sacra triade vestiti, trucco e parrucco, rendono la serie divertente e leggera, piacevole da vedere in queste afose serate d’estate. Sono complimenti, eh. La serie canta d’amore e di lotte intestine, nonché delle differenze, tra maschietti e femminucce, condite da una buona dose di aspettative materne e un vento da commedia che vuole scompigliare giusto i capelli dello spettatore, meno il cervello, ma avercene. Si ride e si sorride, e si deve purtroppo cedere al fatto che, anche nel 2021, la situazione in campo sentimentale continua a nobilitare l’uomo (mica perché se le asfalta tutte, eh. Perché SA COSE riguardo alla femmena). Insomma, damigella in difficoltà, principe che ferma il cavallo bianco quando intravede una sottana, e regine madri che tramano per trovare eredi per il regno, e dubbi esistenziali: sarebbe cambiato qualcosa se fosse stata lei a salvare lui dalla devastazione? O se, con un possente colpo di reni alla Sex and the City, lei avesse deciso di darsi alla pazza gioia sessuale, invece che incaponirsi a cercare un buon partito? Assistiamo a una sfilata di abiti da sogno della stagione adesso/subito, e a uno scambio di idee da Medioevo. Siamo davvero fatti come ci sceneggiano?

Quasi mi vergogno a dirlo, ma nell’estrema leggerezza del tratteggio psicologico, ha cavato fuori un ritratto quasi fedele. Per questo mi girano le balle. E per questo partiremo da qui a prendere spunti utili. Mi spingerei a dirvi che Mr. Wrong e i suoi intenti palesi, comuni a molti dei film sentimentali che abbiamo preso e che prenderemo in considerazione (come potrebbe mai concludersi la storia tra Ozgur e Ezgi? In questo preciso momento sto vivendo un flashforward causato dalla programmazione televisiva nazionale, che sta trasmettendo la puntata numero 28, alla facciaccia mia, ferma alla 21) non saranno un tonico per il cervello, ma a me fanno ridere. INTRATTENGONO. Nessuno si aspetta nulla dai prodotti sentimentali, e questa è la ragione per cui ti stupiscono piacevolmente. Tipo la pizza salva cena. Avete presente? Non c’è una mazza in frigo e urli alla truppa: pizza? Sushi? Al McDonald non pensate neanche che mi vien il McLardo sulle chiappe. Li scopri patriottici. E la pizza nazionale, che quasi conosci a memoria, ti sorprende ancora una volta, proprio perché giureresti di conoscerla a memoria. Sa di casa e di serate in compagnia. Tra l’altro poi dovete combattere con la voglia di farvi un giro a Instanbul (che io già avevo grazie a Inferno di Dan Brown, e smettete di giudicarmi, grazie).

Ovviamente ci sono dei difetti connessi alla sua natura soap, per cui una confessione tra cugine dura il tempo di una confessione in Chiesa con un prete letargico, e, quando il regista si sente in vena, ci sono scene al ralenty in cui Ezgi innaffia le piante ridendo e ti chiedi se non sia uno spot sui fertilizzanti che nuocciono alla salute mentale degli umani. Mi spingerei anche a dire che alla puntata 7 si passa da una serie a una soap vera e propria. Mi sembra quasi di sentire i produttori turchi: oh, ma che fate?? È troppo ritmata e scorrevole, di chi è stata l’idea di mettere lo spot per fertilizzanti alla fine della 6? Ehm, salta su lo stagista, è stata mia… Ecco, bravo! Adesso la giri tu la serie, ok? Vai di ralenty e fai vedere che noi turchi non sappiamo solo fumare, occhei?? Prima che i due protagonisti scoprano (sorpresona) di amarsi davvero, ci sono una quantità di tramini (no sottotrame, proprio tramini) tra i genitori di lei, la mamma e la zia di lui, la giornalista e l’amica, che è la collega stronza dell’amica avvocato, che è corteggiata dal cuoco che lavora al locale, che venne il cane che si mangiò il gatto che al mercato mio padre comprò, che dilatano enormemente i tempi dell’azione principale e ti fa dire a tuo marito: adesso giro, mi fai vedere solo cosa cazzo fanno questi due?! (quando gliel’ho detto, ero alla puntata 8).

A parte questo… da una serie che ha per sottotitolo “lezioni d’amore”, lo vogliamo prendere qualche spunto? Bestia se vogliamo.

Primo spunto riciclabile: beh, innanzitutto direi che è davvero cosa buona e sincera non fingere di essere quello che non si è. Se siete un prodottino leggero e ridanciano, donne in cerca di fidanzato o una pizza, dichiaratelo senza problemi. Non vi nascondete dietro un dito, non fate le gnorri, andate dritte per la vostra strada senza vergognarvi, anche perché vi sgamano lo stesso. Lo so, è uno spunto riciclabile oscuro, ma miglioro col prossimo, fidatevi.

Secondo spunto riciclabile: perché abbiamo paura di far vedere che soffriamo per amore? O che vogliamo accoppiarci e sposarci!? Forse perché non è abbastanza in linea con quel femminismo che molte delle donne “forti” di oggi sbandierano ai quattro venti? Sapete quanto vivisezionerei le inciampone imbecilli, simbolo di un tratteggio femminile obsoleto e offensivo, ma sto iniziando a sentire puzza di dramma anche nei pressi delle donne emancipate che si autoproclamano “femministe” o “ribelli” e che, questa è la mia frase preferita in assoluto dopo “vado incontro alla miglior versione di me stessa”, “io non ho bisogno di nessuno”. Cioè, tipo Dio?? Di nessuno nessuno, nemmeno della mamma? Boh, di un’amica. Toh, del barman di fiducia. Una cosa è svilirsi accettando il primo che passa, un’altra desiderare un compagno per la vita, che rispetti le nostre pulsioni fisiche, sociali, lavorative, enogastronomiche…

Giulia

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