August 23, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 2 min.

Fatemi capire come mai ci sono persone che si permettono di assegnare al signor Adam Sandler premi come il Razzie Award (l’anti Oscar). Spiegatemelo. Perché io una Razziata gliela darei volentieri al cinema d’autore che parla della crisi del trentenne, per esempio. E non fatemi parlare dei premi che darei (sui denti) a La grande bellezza. Il signor Adam invece spaccia perle cinematografiche dall’humour preciso, che traccia nero su colonna sonora il ritratto di personaggi assurdamente realistici, nonostante le cadute accidentali su bucce di banane demenziali. Chiuderei con un Amen (si chiama pure Adamo, su).

Stiamo per parlare della dolcissima commedia romantica che veste Adam dei panni di un padre single sull’orlo perenne di una crisi genitoriale: il film dal mood animalier Insieme per forza.

TRAMA CON POCHI SPOILER CHE NON SI SA MAI CHE VE LO VEDETE STASERA

Adam e Drew tentano di sopravvivere al loro primo appuntamento, organizzato dalla solita madre impicciona di un compagno di classe dei loro figli. Questa madre che non si fa mai i cazzi suoi e che combina appuntamenti, ce l’abbiamo tutti nella vita (di solito sono io). Comunque. Nessuno dei due vuole stare dove si trova, non lei, fresca di divorzio con un imbecille e con due figli maschi a carico, non lui, padre vedovo di tre figlie femmine, e non ne fa nemmeno mistero: entrambi tornano a casa sperando di rimuovere il ricordo della serata disastrosa il prima possibile. Sciocchini. Il destino piomba su di loro nella bizzarra forma di una vacanza regalata a Jen, la collega di lei, da Dick, il capo del negozio di sport in cui lavora lui: la coppia scoppia prima della partenza e i due prodi protagonisti si trovano a “rubare” la loro avventura in Sudafrica per offrire alla prole delle degne vacanze di primavera. Io avrei rubato anche una vacanza sul lago d’Idro, comunque. La truppa inizia a scornarsi al minuto zero, soprattutto quando capisce di trovarsi immersa in un villaggio, pur meraviglioso, dedicato solo alle “famiglie allargate”. Insomma, non mi fate porre la domanda: riusciranno i nostri eroi a superare la palude della singletudine e ad afferrare la corda dell’amore che la vita offre loro? NO. Muoiono tutti sbranati da un leone. Maddai. Riescono, riescono. E lo fanno in un modo talmente dolce e allargato che se non vi scappa una lacrima sul finale, vuol dire che siete dei cuori di pietra. No, dai, potreste anche essere ancora ciucchi dai bagordi del Ferragosto. Non vale piangere debilitati dal trauma della fine delle vacanze estive, ve lo dico.

FINE TRAMA CON POCHI SPOILER CHE NON SI SA MAI CHE VE LO VEDETE STASERA

Io con questi due protagonisti qui ci vado a nozze. Dimenticatevi le categorie tradizionali che contrappongono la forza di un tal personaggio all’inciamponaggine del talaltro, a cui ricorriamo per misurare lo spessore di cuore e cervello dei motori umani della narrazione. Buttate il metro, che qui dai centimetri passiamo ai Kelvin: ci troviamo a vivere un’avventura genitoriale da due punti di vista diversi, quello climatizzato e controllato di una madre tradita, e quello afoso e faticoso di un padre vedovo di tre figlie (che veste e taglia come maschi), due delle quali alle prese con problemi para esistenziali (l’adolescenza e la madre immaginaria). Non possiamo non amarli e, soprattutto, non soprassedere sulle loro caratteristiche personali: non ci importa di sapere come sono al di fuori della loro situazione genitoriale, presente e catalizzante, non li vediamo simpatici o intelligenti di per se stessi, ma solo in relazione del loro bizzarro (dis) equilibrio familiare. Li conosciamo “mancanti”, azzoppati, rimasti a svolgere da soli un compito che solitamente viene affidato a due persone, ma il loro +1, per motivi diversi, non esiste. Dal primo frame in cui appaiono tutti insieme, le tre figlie di lui vestite da maschio e i due figli di lei a ringhiare contro Adam, aspetti il momento in cui si metteranno tutti nella stessa squadra, Adam a insegnare ai maschietti come si gioca a baseball e Drew a liberare la stellina Disney Bella Thorne (la primogenita) dalla mise maschia. Baseball e gonnelle. Ce ne vogliono a chili, quando si hanno 6, 10 o 15 anni e un solo genitore.

Sono un vero e proprio pacchetto famiglia, una king size che ti fa perdonare mentalmente i tuoi genitori per qualsiasi tipo di torto subito (anche quando ti hanno spedito in colonia con le suore, sì) e ti spinge a credere che le storie d’amore migliori sono quelle di gruppo (vi prego, cercate di capire cosa intendo). Non ci troviamo davanti a due cuori e una capanna, ma a sette cuori e un safari, e sullo sfondo possiamo vedere i colori di personaggi sopra le righe e persino profumo di musical grazie al gruppo “a cappella” del villaggio, che li segue commentando in maniera puntuale e sonora le principali tappe della loro storia di amicizia e amore. Mi sono commossa da sola.

Ma veniamo a noi, o meglio, ai genitori single che sono convinti di avere chiuso con le storie serie. Cosa possiamo consigliare a loro, aiutati dalle perle di divertimento e saggezza distribuite nel film?

Spunto riciclabile #1: questo va bene per tutti, e vi ricorda semplicemente che tornare sui propri passi dopo una rottura non si fa per assecondare le (sacrosante) voglie di famiglia dei figli o del bene superiore o del “pensano tutti che io abbia sbagliato”. Ma-de-che. Se una persona lascia, o viene lasciata ma se ne fa una ragione, e preferisce seguire la direzione nel verso del futuro invece che del passato, nessuno deve permettersi di intervenire. Tra moglie e marito o tra ex moglie e marito, non. Si. Deve. Mettere. Una. Mazza. Di. Niente. Forse era un dito… aspettate, posso fare meglio. Le minestre riscaldate fanno venire il mal di pancia. Chi lascia la strada vecchia per la nuova… no, questo non va bene. Insomma, vecchi o nuovi, ai rapporti tossici si deve dire NO con garbo e fermezza.

Spunto riciclabile #2: se siete genitori single e vivete in funzione del benessere dei vostri figli, sappiate che potete avere degli interessi vostri, al di fuori del rapporto genitoriale. Tipo qualcuno da amare in modo diverso. Qualcuno con cui condividere vita e problemi adolescenziali, ma anche bollenti serate al chiaro di luna africano (o bresciano). La luna è luna. Come Sanremo.

Giulia

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