February 12, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 2 min.

Affittasi disagio unisex. C’ho il magazzino ceppo. Scaffali e scaffali pieni di rogne derivate dall’accoppiamento con l’uomo sbagliato e di psicosi nate dall’incontro con la donna sbagliata, che pulisco meticolosamente con candeggina e buon senso per ricavarne un nutrito abbecedario sulle categorie di PERSONE da evitare per determinati motivi. Persone, esatto. Se ne trovano in forma maschile, femminile, pure animale (non avvicinatevi alle tigri, per esempio), ma finanche floreale (funghi allucinogeni piante carnivore) e probabilmente in forma aliena, anche.

Quindi prepariamoci ai blocchi di partenza per una nuova corsa alle “peggio categorie, parte II, sezione femminile”. Ah, prima che il semaforo diventi verde, devo dirvi una cosetta sulle femmine, forse la sapete, ma, beh, preferisco cavillare. C’hanno una cosa preziosa. Qualcosa che… si dice tiri più di un carro di buoi. Si dice, eh, non lo dico io, ma posso affermare con certezza che quando certe categorie femminili, dotate di voglia di tirare, e certe categorie maschili, bisognose di far muovere i buoi, s’incontrano… VERDE!!

Oggi parliamo della più famosa, più irriverente, più destabilizzante, più machil’ammazzaaquella delle categorie femminili presenti in circolazione: LA MITICA DONNA REGISTA.

Dai, diciamolo tutte insieme: la donna regista… SI FA IL FILM!!! Brividi ragazze, brividi. Noi la sosteniamo, gli uomini vorrebbero lobotomizzarla e gli scienziati del CERN tentano invano di capirne il funzionamento. Di fatto, è una vera forza della natura: dopo un solo appuntamento, e pure andato meh, si immagina cose che nemmeno una moglie alla vigilia delle nozze d’argento potrebbe dire di aver fatto col marito. Chiamarla “regista” suona pure riduttivo, perché lei scrive e monta, chiama il cast (gli omini del suo cervello), scrive il piano di produzione, convoca tutti al bisogno, e, saltuariamente, quando non è sul set, riempie il povero malcapitato del primo appuntamento con telefonate, SMS e WhatsAppate degne di un gestore telefonico. Risposta: assente. Poi s’incazza come un bisonte muschiato. Scatta il raduno di femmine: le amiche, al capezzale, vengono investite da un minuziosissimissimo racconto del suddetto unico appuntamento, e, un po’ conoscendo il soggetto e un po’ capendo il meh della serata, si arrischiano a dirle che non ce ne sarà un secondo. BOOM. La donna regista si strappa i capelli. Piange, invoca il suo dio, disconosce le amiche, ma soprattutto, aumenta il numero di telefonate, SMS e WhatsAppate.

Va specificato che, come nel caso del ribattitore (il ribaltatore cronico di frittate) che ribatte senza sosta alla qualunque a caso come se non ci fosse un domani, anche nel caso della donna regista a nulla serve lo sforzo di farle capire che chi va piano va sano e va lontano, il primo appuntamento non equivale a una festa di fidanzamento, le orecchie servono per sentire, ma il cervello per elaborare i suoni. Niente da fare. L’uomo fa, quella travisa. Matematico. 

A questo punto va detto come si comporta (e si riconosce) al primo appuntamento, giacché la si individua solo a posteriori (CHE VUOL DIRE DOPO) e quando, fondamentalmente, è già troppo tardi. La riconoscete facile.

1. non riesce a smettere di guardare il malcapitato come se fosse un’apparizione della Madonna di Medjugorje (le due prime figlie immaginarie hanno gli stessi occhi, e anche il naso. Il terzo no, assomiglia a lei);

2. continua a scribacchiare al cellulare come se stesse telecronacando la serata alle amiche (ma sta scrivendo le battute salienti della sceneggiatura);

3. ride felice, radiosa, appagata, come se non avesse una sola preoccupazione al mondo (ma ce l’ha. Far sapere al mondo di essere in procinto di sposarsi).

Come ci si salva, a posteriori? Semplice. Cambiando numero di telefono.

Ideali comunque per:

a. imparare a scrivere una sceneggiatura

b. aprire la mente a universi paralleli

c. ridere fortissimo

Giulia

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