May 21, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 3 min.

Chi ha paura degli alcolisti anonim… che lapsus. Scusate. Intendevo i cuori solitari anonimi. Chi ha paura dei cuori solitari anonimi??? NOI NO!!! E nemmeno il baldo (e rigorosamente anonimo) giovine che ci ha scritto la letterina della settimana con un’interessante e quanto mai bizzarra postilla: pregasi intervento di gruppo. Richiedesi story su Instagram per aiuto corale e anonimamente interessato a risolvere il seguente spinoso problema di cuore:

Conosco questa ragazza, tramite amici comuni… fin da subito c’è qualcosa che ci attira entrambi, alla fine risulta davvero il classico “colpo di fulmine” (mai provato prima, per quello dico così)… comincia la relazione, tutto intenso, io perso completamente ma anche lei. Poco prima di conoscerla, arriva una proposta di lavoro (un piccolo sogno che si avvera), andare ad Abu Dhabi a lavorare, con ovviamente badilate di soldi a venire… ma per lei mollo tutto, perché era quella giusta (tanto giusta da sentire quella sensazione di fare una famiglia). Una sera si discute (la prima volta tra l’altro)… si cerca di capire il perché, ci si riavvicina dopo 1 mesetto, ma alla fine torna sui suoi passi e vengo mollato su Whatsapp. Alla prima “difficoltà”, è stato più facile mollare tutto e non affrontare nulla.

P.S. Intanto io il lavoro di una vita l’ho perso e non lo recupererò mai più.

Appena ho letto la letterina, m’è partito un tic nervoso all’occhio. Credo che sia la prima letterina che mi lascia a corto di risposte pronte. Senza parole, ci sta, poi mi riprendo. Ma senza una risposta che mi sgorga dal cuore, “a caldo”, non mi era mai capitato. Tic tic tic. Da quando sono al timone di questa rubrica respiro a fondo e mangio carboidrati semplici per convogliare le energie al cervello, e, dopo due giorni di respirazione da partoriente e fette biscottate, mentre voi mi donavate i vostri pareri in merito, ho scoperto l’acqua calda. Nella letterina manca la domanda! Potrebbe essere un valido motivo per non avere una risposta pronta. Questa settimana non siamo al cospetto di una richiesta d’aiuto, quanto alla confessione di un’anima incerottata che cerca di accusare il brutto colpo subito. Addio lavoro. Addio ragazza. Son robe che fanno girare i coglioni male.

Piccolo tenero anonimo solitario (sei pure un po’ alcolista. Diciamolo. Ti conosco e posso dirlo, ma dare dell’alcolista anonimo a qualcuno per me significa fare un complimento, giuro), la tua letterina, come hai visto nelle story (LE HAI VISTE, VERO??), ha fracassato i nostri followers in due gruppi quasi uguali per numero e convinzione, uno contro di te, che ti sei bevuto il cervello rinunciando al lavoro della tua vita per amore, e uno contro di lei, diversamente educata e fruitrice a cazzo di WhatsApp.

Io sono costretta a infilarmi nel sottile spazio che divide i due gruppi. Lo vedi quello spazio? No, troppo sottile. Ma io sono in trincea amorosa da quasi un anno e lo vedo chiaramente: quello spazio indica la totale mancanza della sua “campana”. Mi fido di te e sono fermamente convinta che tu abbia ricevuto una metaforica bastonata sui denti (tu a “denti” sostituisci la parte del corpo che ritieni più opportuna e significativa), ma troppo spesso ci dimentichiamo di vivere le cose dal nostro punto di vista. Ora, qui la questione è simile a quella di poche righe fa: se manca la domanda, a cosa devo rispondere? Per cui, essendo incapace di esperienze extracorporee o sensoriali, per forza le cose le vivo dal mio punto di vista. Ma, per quanto la mossa dell’abbandono via WhatsApp sia deprecabile (guarda che termine ti tiro fuori dal cilindro. DEPRECABILE), non possiamo sapere cos’abbia pensato, sentito, vissuto e metabolizzato lei. Sono tendente a credere che sia una fetente, ma perché sono inconsciamente dalla tua parte. Se non ti conoscessi, sarei tendente? Mah. Di fatto, avendo come unica visione del mondo quella in cui ti conosco, tendo. Capisci che siamo nel mezzo del caos senza delle informazioni oggettive?

Comunque, tornando alla mancanza di una richiesta specifica, posso solo dirti che mi dispiace. Mi dispiace davvero. Che spero tu possa trovare la persona che ti rende felice e che, soprattutto, tu possa appuntare nell’angolino block notes della tua mente gli errori commessi in questa relazione, per evitare di ricascarci. Non te li riassumo io. Se permetti, ricorro alla brillante risposta di un’anonima lettrice della posta del cuore…

Cara posta del cuore, credo che la prima domanda che avrebbe dovuto porsi è: potrò in futuro essere felice di aver rifiutato l’opportunità che aspettavo da una vita? O in ogni caso lo rimpiangerò sempre anche se le cose funzionassero? Ma forse la domanda da porsi ancor prima è: sono soddisfatto davvero della mia vita? Purtroppo le cose accadono e non si possono incolpare le persone per scelte prese da noi… l’errore più grande che si possa fare è non mettersi al primo posto. Non ci si può aggrappare a qualcuno e sperare che ci migliori la vita. Tutti pensiamo di dover cercare l’altra metà della mela, ma fin quando non ci renderemo conto che noi nasciamo interi e che non dobbiamo cercare nessuno che ci completi, non potremo davvero dire di star bene con noi stessi. Concludo con una citazione di John Lennon “E così, quando sarai molto innamorato di te stesso, potrai essere altrettanto felice, e potrai amare qualcuno.”

Prima tu. Poi si valuta il da farsi… fammi sapere… dal vivo (gradita piccola fiaschetta di Pirlo con l’Aperol)!

Giulia

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