January 8, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 2 min.

Che erroraccio. Mi sono lasciata prendere dalla fregola delle emozioni formato letterina e mi sono persa per strada le basi. Per fare un albero ci vuole un fiore, un fiore, ragazze, e io mi sono messa a parlare del legname convinta che sapeste tutto quello che abbisognasse a gentildonne del vostro rango nella stagione degli amori (mi sono guardata Bridgerton, mbeh?). Per fortuna siamo a gennaio. Anno nuovo, pensieri nuovi: quale miglior occasione per rispolverare le nostre competenze sentimentali e rimettere in ordine qualche macrosistemuccio?

Signore e signorine, pigliatevi ‘sto fiore.

Benvenute nella rubrica della rubrica “UOMINI DA EVITARE COME UN TAMPONAMENTO STRADALE” o, se preferite, “UOMINI DA EVITARE COME IL COVID-19”.

Partiamo dalla peggiore tipologia di maschio che potremmo avere la sfortuna di incontrare. L’UOMO PERFETTO.

Si presentano bene, molto bene. Teneri, loro, gentili, loro, premurosi e attenti, di quelli che lo stampo se lo sono imboscato quando si usava la calzamaglia azzurra e il cavallo bianco. Ti guardano negli occhi e sorridono a tutto quello che dici. Addirittura ascoltano. Non sono necessariamente belli, eh, ma nemmeno brutti. Semplicemente, si collocano in quella educata via di mezzo che non offende nessuno, dove abitano verità, profondità, e credo anche gli svizzeri. Non fumano, bevono giusto per brindare e non perdono mai la calma, loro, che solitamente sono i primogeniti di una stirpe infinita di fratelli, di cui si sono presi cura fin da quando avevano 5 anni (“mamma aveva bisogno di una mano… sai, la famiglia viene prima di tutto. Grazie a loro ho imparato a cucinare e a costruire gli ospedali con i lego”) e usano il sorriso come lo sgrassatore universale: dappertutto. Lo spruzzano proprio. A te viene da dire: “che brutto culo che ho avuto a incontrarlo, porca puttana”, spinta dalla voglia di ristabilire l’equilibrio cosmico a suon di parolacce, che non fanno parte del loro linguaggio, ovviamente. Vogliono tanti figli quanti sono i loro fratelli, amano fare la spesa, vi lasciano il vostro spazio, vi danno sempre ragione, apprezzano il vostro lavoro, i vostri vestiti, quel fastidioso rumore che fate quando ridete, e fanno di voi una donna invidiata da tutte le vostre amiche e parenti… quelle che non guardano i thriller, intendo.

Lo sapete che il bravo sceneggiatore descrive in questo modo proprio i serial killer? Sì, i cattivissimi, loro. Quelli che nascondono il torbido dietro un sorriso da spot di dentifricio, eh, quelli. No, dico, il torbido lo dobbiamo nascondere dietro la stronzaggine? No. Lo becchi subito il border line della situazione, toh: eccolo, è quel cretino che tiene i nove figli e fa la spesa, siiii, quel minchione che sorride anche mentre gli stanno rubando la macchina… tenta di convincere il ladro a tornare sulla retta via, senti da che pulpito.

Esiste una persona che non si arrabbia mai? Dio ce ne scampi. Una persona che non ribatte mai? Che non si imbizzarrisce, che non si infastidisce, che non si scalda all’occorrenza? S’è incazzato pure il Papa quando l’hanno strattonato, eddai (oh, poi ha chiesto scusa per la reazione “a caldo”). Che non dice la sua, che non preferisce una cosa invece di un’altra, che non riesce a smettere di mostrarsi al meglio? Ve lo dico io: NO, NON ESISTE. Se esiste:
a. è inorganico
b. è morto
c. è in lizza per la beatificazione
d. STA FINGENDO SU TUTTA LA LINEA.

Capisco non prendervi a badilate (metaforiche, OVVIAMENTE) al primo appuntamento, ma perseverare nella mitezza non porta a niente di vero, niente di buono, niente di autentico, soprattutto niente di condiviso. Avranno sempre la pulsione a fingere che tutto occupi il suo giusto e armonico posto, non so dirvi a causa di quale tipo di trauma (ma m’informo, eh), e saranno davvero cazzi affari vostri quando non avranno nessun pubblico a cui mostrare cotanta perfezione e per voi si saranno stancati di fare repliche.

SPARARE A VISTA.

Ideali comunque per:
a. presepi viventi
b. story su Instagram
c. giocare con le Barbie.

Giulia

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