January 22, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 2 min.

Oggi mi sento così in pace col mondo e le sue creature da segnalarvi che, agli esponenti della categoria di uomo di cui segue dettagliata spiegazione, non dovete sparare a vista, no no. Giusto dare qualche legnata. Magari all’altezza delle corde vocali. Ma solo per vedere se paga il detto “prendi un uomo per la gola”, eh.

Dunque, l’uomo su cui ci concentriamo in questa giornata buia e tempestosa è… L’UOMO MONOPOLY.

Che monopolizza l’attenzione, capito? Lo so, non è il mio miglior titolo. Ma mi serve anche per dire che le caratteristiche del Monopoly, la fama, l’intrinseca bellezza, i colori vividi, la durata del gioco (e qui vedete di intendere quello che voglio dire, donne), quest’uomo se li sente addosso. Pure lui è famoso. Lui è vivido. Lui è bravo. Lui è bello. Lui è innegabilmente divertente. Lui vi manda in prigione e vi fa uscire gratis, se ne ha voglia, e non fatelo incazzare, altrimenti non vi fa passare dal via e addio al bonus. Ma soprattutto lui… beh, lui ne ha prese tante tante tante da piccolo (cugini stronzi? Bulletti del quartierino? Genitori anaffettivi? Ve lo faccio sapere presto) ma talmente tante, che la sua autostima gli ha piantato una bella salutata. Ha lasciato un biglietto con scritto “esco un attimo a prendere le sigarette”, e non s’è più vista. Capite che ha lasciato un bel buco da riempire?

Ma sto divagando. Spieghiamo prima come si comporta l’uomo Monopoly. E’ di varie forme e dimensioni (come il Monopoly!!!), ma quasi certamente va in palestra o fa sport. Ah, dite quello col fisico da giocatore di biliardino che ritiene di essere il più intelligente-che-al-lavoro-senza-di-lui-chiudono-l’azienda-e-aumenta-il-debito-pubblico? Non vi confondete, quello è il “mammone babbione”, cresciuto a pane, complimenti e campane di vetro, non c’entra con l’uomo Monopoly. Lo so, andiamo sul difficile. Ma il cocco della mamma lo riconoscete facile: parla della mamma e indossa camicie perfettamente stirate, e a volte sa persino di Johnson baby. L’uomo Monopoly invece parla solo di sè, e si esprime tramite monologhi in loop che azzerano ogni timido tentativo di interazione da parte vostra, o, nella miglior versione di lui stesso, vi cede la parola, ma solo per poter innescare un perverso meccanismo di confronto tra lui, il migliore, e voi, la mediocre. E riparte.

Ma il buco se lo deve pur riempire, no? A questo povero cristo, mai nessuno ha fatto un complimento. Che mondo di merda incivile. Quando ne incontro uno, visualizzo in automatico il Bastian de La storia infinita, avete presente? Quel bambinello col padre distaccato, la mamma defunta, i compagni bulli, che si nasconde nella soffitta della scuola a leggere le avventure di quel drittone di un Atreyu? Ecco. Solo che non arriva il fortunadrago a salvarlo. Ogni giorno, via che scappa dai bulli che lo infilano nel cassonetto e gli rubano le mele. E lui allora, finita la scuola, si rompe le balle e decide di interpretare Atreyu, tanto, chi lo sa che lui è Bastian?? Beh… tutti. Perché chi parla tanto, non fa i fatti. Chi non sa fare, insegna (Cindy io non ci credo a questa cosa, comunque).

Se lo incontrate, consigliategli uno bravo. Oppure statelo a sentire con santa pazienza (del resto, non avete molte alternative, a parte l’omicidio) e cercate di separare il Bastian dal BastianAtreyu per ricavarne qualcosa di buono. Dovete fare le cercatrici d’oro. Setacciate la sabbia e vedete che succede. Magari beccate quello che non riesce a smettere di autopromuoversi, ma qualcosa, nella vita, lo sa fare. Ne esistono, eh. Mi verrebbe quasi da dire che anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno. E poi, se entrate nelle sue grazie, è molto attento a non farvi mancare un abbraccio o un complimento, basta che non vi venga il ghiribizzo di diventare brave come lui, occhei? Questo è il vostro spazio (lo sgabuzzo, suppergiù), il resto del mondo è il suo spazio. E non lamentatevi se, nelle uscite di gruppo, quando inizia a raccontare qualcuna delle sue svariate prodezze le vostre amiche dichiareranno di aver lasciato il gas acceso (tutte quante, incredibile!) e fuggiranno via come lepri durante la stagione della caccia.

Ideali comunque per:

a. avere un sottofondo quando va via la corrente

b. imparare la delicata arte dell’ascolto

c. cadere nella spirale dell’alcool.

Giulia

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