June 28, 2021

Categoria: Amore e dintorni

Tempo di lettura: 3 min. e mezzo

Io sono fermamente convinta che tutte noi vorremmo vivere una storia d’amore come quella che narra il film di oggi. Fermamente, anche se la storia si sviluppa dentro Speed (ho fatto la battuta). Chi di noi non vorrebbe prendere un autobus e trovarsi catapultata in una folle corsa lungo le strade di Los Angeles con Keanu Reeves in maglietta bianca e macchie di benzina?? CHI?! Certo, non bisogna essere troppo schizzinose nei confronti di bombe a orologeria e disastri metropolitani, ma se soffri solo di aracnofobia (come me) la firma ce la metteresti.

Come vi spiegavo l’altra volta, questo film rientra nella categoria dei film d’amore di tipo B, dove ci sono almeno una quindicina di cornici narrative tutt’intorno al nascere del sentimento dei due protagonisti, e quindi amiamolo senza riserve: ecco a voi la recensione del film romantico (non credete a chi lo definisce un action thriller) Speed.

TRAMA (davvero devo scrivere TRAMA CON SPOILER?? Per Speed???)

L’intrepido poliziotto Jack Traven, interpretato dall’ottava meraviglia del mondo Keanu, fa incazzare un ex poliziotto che si ricicla bombarolo e che vuole, giustamente, far saltare per aria la gente. Keanu salva la gente, e allora il bombarolo dice: fai davvero? Adesso ti piazzo una bomba su un autobus, che si innesca una volta raggiunte le 50 miglia orarie e esplode se vai al di sotto, e voglio vedere tu che cazzo fai. Cosa fa Jack? Con sprezzo del pericolo, mentre ignare persone, tra cui Annie, interpretata dalla Sandra Bullock, salgono pacificamente sul bus, Jack tenta di salire a bordo. Ovviamente, il conducente raggiunge le 50 miglia orarie praticamente girata la chiave, e quindi tu, spettatore, inizi subito a pregare, soprattutto quando Jack accosta con una macchina rubata (e il padrone è pure sul sedile del passeggero) si mette a fare il mimo al conducente per comunicare uan cosa tipo: CAZZO NON RALLENTARE PER NESSUN MOTIVO ADESSO VENGO A DARVI UNA MANO MA ANCHE SE MI VEDI CADERE E STRISCIARE SANGUIGNOLENTO SUL CEMENTO, NON SCENDERE SOTTO LE 50 MIGLIA ORARIE!! Incredibile, ma vero, il conducente di autobus capisce. Keanu sale, un tizio tutto scemo pensa che stiano inseguendo lui, spara al conducente, l’autobus sbanda MA NON scende sotto le 50 miglia orarie, Annie si mette alla guida, e, ve lo dico, da quel momento in poi scatta il flirtometro. Il film d’azione diventa un film d’amore. Ma di quelli che lui vuole salvare lei e lei lui e non c’è verso di staccarli l’uno dall’altro, e io sono convinta che, se non fosse che le sarebbero tremate le gambe per l’emozione e quindi avrebbe mollato l’acceleratore, lui le avrebbe anche tirato un limone in tangenziale. La fine, meravigliosa, non ve la dico, ma sappiate che contiene una perla di dialogo in cui, a dispetto delle parole pronunciate, sgorga impetuosa la forza dell’innamoramento a prima bomba vista. Altro che “io scopo forte”.

FINE TRAMA (davvero devo scrivere FINE TRAMA CON SPOILER?? Per Speed???)

Finalmente usciamo dal tunnel della caratterizzazione di cui tanto abbiamo parlato negli scorsi appuntamenti (e di cui tanto parleremo ancora. Donne avvisate…) ovvero quella che predilige la damigella inciampona in pericolo e il prode imprenditore di turno, che la salva dal male (la singletudine). Qui non ci incappiamo per via del genere action? Sicuramente. Le caratterizzazioni di genere si piegano docilmente al servizio della trama, alla cui fine aspettano, altrettanto docilmente, una morale e un messaggio. Qui non ci sono messaggi romantici, altrimenti probabilmente il bombarolo sarebbe stato un ex di Annie. Ma, anche nel caso delle trame action, l’eroe paladino del bene superiore deve avere la sua “ricompensa” o il suo “premio”, ovvero l’amore della fanciulla, collocato solitamente subito dopo la prova centrale del mezzo del film. In Speed coincide con “l’elisir” del finale. Non vogliamo dargliela, la ricompensa dico, al povero eroe che lotta per il bene superiore?? Ci mancherebbe. I nomi delle tappe del viaggio dell’eroe* non sono lusinghieri, non nego, ma focalizzatevi sul concetto invece che sulle definizioni: le istruzioni d’uso di tutti i generi prevedono la comparsa del dolce sentimento dell’amore, per cui vedete che, action o non action, si sente il fremito d’ali di Cupido?

Tornando a noi, qui la damigella di sicuro è in pericolo, insieme a tutta la compagnia bella, ma direi che prende le redini della situazione in mano, letteralmente: si mette al volante e tira fuori gli attributi, e non inciampa nemmeno quando la metropolitana deraglia (per dire, eh). Lui fa il poliziotto, quindi di mestiere salva damigelle, e, stoico, bello e indefesso, resta con lei anche quando sembra chiaro che il bombarolo ci si sia accanito per vendetta. In parole povere, anche se i personaggi si piegano al volere della trama adrenalinica, non possiamo fare a meno di notare quanto siano pregni di nobili intenzioni: sono altruisti, non solo per mestiere, cazzuti, intelligenti, empatici, vabbè, belli come il sole, per cui ti metti a dare addosso al bombarolo non perché Gesù dice che devi essere dalla parte dei buoni, ma perché loro si guadagnano dal primo secondo tutta la tua stima.

Ne capitano di cose. E loro, sempre insieme. La tensione action/erotic che si stabilisce tra i due protagonisti c’ha la potenza del bostik, e, a mio avviso, risalta proprio per la sua continua latenza: non si dicono mai che resteranno insieme, non si fanno complimenti diretti, e anche alla fine, quando si concedono un limone lunghi distesi tra i pali della metropolitana, nella splendida cornice delle scintille delle lamiere distrutte, fingono di buttarsi in una relazione solo per “…e allora basiamola sul sesso”. L’unica cosa che viene palesata allo spettatore, dichiarata apertamente, avviene quando lei, ammanettata al benedetto palo della metropolitana impazzita, implora lui di scendere e salvarsi, e lui dice NO. Piuttosto torna al creatore, ma con lei. Qui lo spunto lo pigliamo subito, se non vi spiace: vogliamo fatti, non parole! E per fatti non intendo romantici deragliamenti di mezzi urbani, ma la presenza, anche se silenziosa. Non vi dice che vi ama? Non vi recita versi poetici? Mmmm. Ma se vi sta vicino…

Io mi chiedo se Annie fosse stata fidanzata. Cioè, sali su un autobus convinta di andare al lavoro e pensi ai fatti tuoi mentre scambi due parole con i tuoi soliti compagni di viaggio. A una certa, inizia l’apocalisse: Keanu vola a bordo lanciandosi da una macchina, un malvivente minorenne spara, ti ritrovi al volante mentre il povero conducente rantola, vai veloce e distruggi almeno il 75% delle macchine presenti per strada, per un attimo pensi al tuo fidanzato che non vuole mai farti guidare. “Ma dovrò mandarglielo un messaggino per dirgli dove sono?! Mah. Magari mi vede al tiggì”. La situazione si complica, perché Keanu si sporca di benzina e la maglia gli si appiccica al pettorale e tu fai brutti pensieri. Ah, certo, probabilmente morirai, quindi un pensiero peccaminoso su Keanu te lo concedi. Riesci a salvarti, ma il bombarolo se la lega al dito, e ci riprova a farti finire all’inferno, ma sulla metropolitana. Keanu non ti abbandona, ti fa deragliare, ti si spiattella addosso nell’incidente e, caldo come il sole dei Caraibi, ti pianta il suo bel muso a un centimetro dalla faccia. Sta aprendo la bocca!! È quasi sulle tue labb… Keanu, sono fidanzata. CRASH.

Va bene la smetto. E mi rimetto in carreggiata passando a elencarvi gli spunti utili che possiamo ricavare da questo film manifesto sull’amore on the road:

Primo spunto riciclabile: la vita cambia in un secondo, no, non nel senso che puoi esplodere quando meno te lo aspetti e un secondo ci sei e quello dopo non ci sei più, ma che un secondo sei sola sull’autobus e quello dopo stai conoscendo l’uomo che cambierà la tua vita per sempre. Quindi, a tutte voi che aprite gli occhi pensando: “sarà pure un altro giorno, ma sembra perfettamente identico a quello finito ieri”, sappiate che il vostro mondo può capovolgersi in un battito di ciglia. In meglio.

Secondo spunto riciclabile:
prendete i mezzi pubblici. Si incontrano un sacco di persone. Alcune puzzano, non dico di no, a volte ci scappa pure la mano morta, ma il gioco di sguardi in cui potresti incappare con un misterioso sconosciuto, vale la candela. Tra l’altro, con la mascherina addosso, ve la giocate tutta con la comunicazione ottica. Daje de rimmel.

Terzo spunto riciclabile: non arrendersi mai. Nemmeno quando sembra che tutto stia per sfuggirvi di mano e perdersi intorno a voi, senza capo né coda. Cercate di trovare la direzione è perseguitela, non saltate gli ostacoli ma prendeteli a calci in culo, e fate vedere quanto valete. Oppure piangete. Ma non lasciate che siano gli altri a decidere per voi. Sarà uno spunto poco attinente alla recensione del cuore, ma mi pareva il caso di ricordarvelo.

* Ci riferiamo ancora al manuale di sceneggiatura di Christopher Vogler, Il viaggio dell’eroe

Giulia

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