July 20, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Eh, insomma. Penultima recensione della mia rubrica, dopo di che passo la palla alla prof, e con le recensioni vi delizia lei, mentre io mi do a ten-crrr-ee m-cr-to. Scusate, sono entrata in galleria, ma avete capito, no? Insomma, dovevo scegliere il libro di cui parlare con molta attenzione, e, inspirando profondamente e incrociando dati di gradimento e classif… mi sono innamorata della copertina, va bene?!

Una donna beve dentro un cocktail con l’ombrellino. Mi sembrava una cosa meta alcolica. Quindi, mie care, ecco a voi il divertente L’estate delle bugie di Lizzy Dent, edito da Newton Compton e definito “la commedia romantica più divertente dell’estate”.

TRAMA CON LE BOLLE

Dunque. Birdy e Heather sono migliorissime amiche, la prima del team “non ce la fa”, gran collezionista di guai, licenziamenti e affini, e la seconda stimata sommelier figlia d’arte vinicola. Essendo collezionista di guai, quando Heather parte per un viaggio in Italia con un tizio non ben identificato, ma sicuramente stronzo, Birdy decide bene di accettare un lavoro in Scozia fingendosi lei, pensando a qualcosa di facile e veloce, e finendo invece (ovviamente!) in un elegante hotel in cui lavorano uno chef bis-stellato, un vice chef bello da far ubriacare, e un team che non vede l’ora di mettere alla prova la sua famosa sommelier. Dalla famosa sommelier sembrano infatti dipendere le sorti dell’elegante hotel stesso, il nuovo Loch Dorn… bene, ma non benissimo.

FINE TRAMA CON LE BOLLE

Io ve lo dico, sono debole di cuore. Quando le protagoniste partono con la truffa e sono costrette a fare cose che non sanno assolutamente fare, mi parte la tachicardia da thriller. Questa Birdy viene catapultata in un super posto scozzese pieno di gente ricca alla vigilia di una super inaugurazione e non capisce la differenza tra uno Champagne e il Tavernello. Io piangevo, alla faccia della commedia romantica più “divertente” dell’estate. Ma per chi riesce a tenere sotto controllo empatia e immedesimazione, il libro diventa un calice di Louis Roederer Brut, succoso, equilibrato, elegante… tornando a noi, la protagonista narra le sue gesta in prima persona. E, inutile nascondervelo, si accoda alla lunga tradizione delle protagoniste un filo rincoglionite tipica delle commedie romantiche, ma con l’umorismo sfacciato, invece dell’inciampo facile. Quando riesce a pescare le parole peggiori in ogni momento sbagliato e ti stai chiedendo se la scrittrice stesse scrivendo sbronza per calarsi meglio in quel mondo, scopri che no. La scrittrice voleva farci capire che Birdy usa il tappeto del sarcasmo sfacciato per coprire tutta la polvere di una situazione familiare soffocante…

L’ambientazione da albergo, e, in particolare, il focus sulla zona ristorante, in cui vi sembra di visualizzare Birdy mentre brancola nel buio enogastronomico e spia le mosse del vice chef James, vi catapulta in un mondo fatto di pungente aria scozzese e sapori e piaceri di ogni genere. Avreste voglia di far ruotare un vino dentro un calice e spiarlo pure tu, questo bel cuoco, magari chiedergli se in Scozia sanno fare lo spiedo con la polenta, oltre che i salmoni a bagnomaria e il cervo (e, con questa uscita, vi faccio capire che io non so la differenza tra le costolette d’agnello e Manzotin, altro che Birdy). Questo libro vi spinge un po’ sulla strada dell’alcolismo, diciamocelo.

Vogliamo parlare dell’allegro furto di identità? Facciamolo, e prendiamola larga. Ogni saggio del pianeta vi consiglia, quando non capite il comportamento di una persona a voi cara, di provare a “mettervi nei suoi panni”, invece che insultarla a mani basse. Magari senza arrivare a rubarle addirittura nome e lavoro, ma Birdy non pare una che ascolta i saggi. Soprattutto, lei non intende capire la sua amica, ma salvarsi dall’ennesima estate di vagabondaggio e lavori saltuari, nel caso in cui spuntassero, che non si vedono all’orizzonte manco loro, quando mette a punto il suo piano idiota di fingersi Heather. Ma… magia! Chi glielo dice adesso ai saggi, che calzare i panni della sua amica e temere di rovinarle la reputazione, a cui tiene molto più che alla sua, la spinge a impegnarsi DAVVERO in qualcosa? Nel lavoro, forse nell’amo… NINOOONINOOONINOOO. Allarme spoiler. E che doversi stringere in questi panni, di ben due taglie in meno, la spinge nel profondo del suo essere, dove deve guardarsi in faccia DAVVERO? Glielo dico io, dai. Voi leggete.

«Come va?», dico, sbadigliando e roteando le spalle all’indietro per scioglierle.

È questo il problema di dieci ore ininterrotte di sonno: inizia a subentrare il rigor mortis. E meno male che dovevo dare una ripassata alle mie conoscenze sui vini… sono riuscita a malapena a scrivere “vini” su Google, ero esausta.

«Scusa, quello che intendevo dire è: ciao, Irene, come stai? È un piacere rivederti». Sorrido, perché se ho imparato qualcosa, è che la sicurezza è la chiave di tutto. Irene sarà anche più anziana della maggior parte del personale, ma ha lo stile di una supermodella francese bohémienne. Oggi è ancora più elegante di quanto non fosse ai Wine Awards.

Giulia

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