November 15, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 4 min.

Accedete al vostro Spotify, cercate “Smiths” e scegliete Well I Wonder. Questo è il brano musicale che il protagonista del film di questa settimana scolta mentre attende di poter eliminare il suo bersaglio.
E basterebbe questo contrasto audio – aspettativa su ciò che sta per accadere a dare lustro a tutto, ma c’è ben altro. The Killer (o The K…ler, come appare sui poster, molto più interessante a livello grafico), è l’ultima fatica di David Fincher, con protagonista il serafico Michael Fassbender , una produzione che, lo ammetto, non vedevo l’ora di vedere, non per i nomi coinvolti, ma perché le premesse, raccontate dallo stesso assassino nei primi trailer, mi avevano letteralmente rapito.
Non avete idea di quanto sia fisicamente devastante non fare nulla.
Una frase che fa da incipit a tutto il resto del film, un’affermazione pronunciata con calma consapevolezza dal killer, poi un po’ di stretching, eseguito con maniacale precisione, e poi l’attesa prima di fare proprio lavoro da sicario. il film inizia così. Non vi basta per convincervi?

TRAMA: The K…ller (preferisco indicarlo così) ruota tutto intorno all’imperturbabile assassino protagonista interpretato da Fassbender, caratterizzato da una metodica maniacale, sempre uguale a se stessa, che punta esclusivamente a fare il proprio lavoro, premere un grilletto e eliminare il bersaglio designato, in modo perfetto, senza alcun errore. Appunto. Non è uno spoiler, ormai sui social è risaputo, lo hanno scritto in molti. Il killer SBAGLIA,, proprio all’inizio. Il motivo dell’errore sarà il seme che farà crescere in lui una serie di sospetti che lo porterà ad una serie di esecuzioni che cambiano l’equilibrio del personaggio stesso, coinvolgendo la sua stessa famiglia. Stop. Il resto scopritelo da soli. Ne vale la pena.

COSA MI HA COLPITO: Il killer sbaglia proprio all’inizio del film. Diciamocelo, esiste già un John Wick che non manca un bersaglio anche in condizioni impossibili. Qui con la calma, la precisione, con un’ostinata risolutezza, ma soprattutto, con un’affascinante indifferenza il protagonista viene colto dal dubbio e sì, manca il bersaglio. Quale miglior inizio per un film che parla di un individuo meticoloso con totale assenza di empatia? E poi c’è tutta la contemporaneità usata in modo efficace. Il sicario usa Amazon, cita il programma in cui aprono i depositi previa asta dei partecipanti per poi scoprire cosa c’è al loro interno, questo facendo riferimento al proprio piccolo garage pieno di qualsivoglia arma e si nasconde in un ex Co-Working office. C’è un malcelato ma costante cinismo in tutto il film, che racconta le vicende di un uomo che uccide e che sfrutta l’idea che hanno le persone di stereotipi umani per nascondersi. Ho adorato il mantra vocale che egli stesso si ripete in continuazione, nonostante l’errore iniziale, come se in qualche modo potesse comunque rimediare. Mi sono sentito presente, quasi autoinvitandomi in una quarta parete non dichiarata, rapito totalmente dalla filosofia caratterizzata dalla conclusione che, in fondo, si conclude con un freddo Non me ne frega un … .

PERCHE’ NON DOVRESTE GUARDARE THE K…LLER: The K…ller non è un film particolarmente adrenalinico, o meglio, è pieno di contrasti lento/veloce, caratteristica che mi ha attirato moltissimo ma che per altri potrebbe risultare noiosa, proprio come dice il protagonista: il suo non è un lavoro (film) per tutti, non tanto per l’azione effettiva dell’uccisione, ma più per le lunghe ed estenuanti attese che non permettono distrazioni. No, The K…ller non è per tutti, è un noir introspettivo che ci riporta alla realtà durante gli scontri fisici, senza musica, realistici, dolorosi, orfani di assurdità alla John Wick, che sia chiaro, quasi a voler citare a bassa voce certi momenti del primo The Bourne Identity. Giusto per chiarirci. Ho letto ahimè di chi lo ha definito “dalla trama piatta”, senza comprendere che in realtà è il pure realismo del racconto di un uomo che cerca di fare il proprio lavoro, controverso sì, ma che in fondo, è un lavoro per lui, da fare nel migliore dei modi, con conseguenze se si sbaglia. Piatto? Non credo proprio. L’alternativa era approfondire il background? Così il personaggio si sarebbe allontanato sempre di più dallo spettatore, secondo me, auto gettandosi del bidone dei classici film in cui “uno uccide tanti”.

PERCHE’ DOVRESTE GUARDARE THE K…LLER: The K…ller  merita una visione, fatta bene, sul divano, concentrati, perché richiede concentrazione, pretende di essere spettatori di quel suo inizio tanto placido quanto epico. The K…ller deve essere visto con il desiderio di camminare fianco a fianco del protagonista, percepire il suo metodo, ascoltare quella sua formula matematica che spinge ad allontanarsi da chiunque, parlando a se stesso sì, ma anche un po’ a noi, quasi a voler insegnare un dogma sull’ossessione il cui risultato finale è un immediato e sintomatico desiderio di vederlo imbracciare il fucile e premere il grilletto.
Non vi basta ancora? Mettiamoci il fatto che Fincher ha deciso di dare ai brani degli Smiths la responsabilità di accompagnare ogni momento musicale, sfruttando la melanconia della voce di Morrisey per descrivere la solitudine consapevole del sicario e regalando così una colonna sonora di tutto rispetto che, come per il protagonista, trasmette allo spettatore abbastanza distacco emotivo, e ci fa capire “cosa vuol dire uccidere ascoltando buona musica”. E se anche l’aspetto sonoro non è sufficiente sappiate che il film è suddiviso in capitoli, ognuno dedicato ad una tappa della sua missione, infatti si parte da Parigi, per poi passare dalla Republica Dominicana e arrivare fino a Chicago, come nella graphic novel a cui è ispirato, spezzando il ritmo, fattore che molti hanno criticato e che io invece definisco virtuosismo di regia.

CONCLUSIONI E VOTO FINALE: Il giorno dopo aver visto il film ho letto una recensione in cui si affermava che il protagonista avrebbe meritato una storia più articolata, più profonda e la prima cosa che mi è venuta in mente è la scena con il motorino tra le strade di una Parigi illuminata solo dai lampioni gialli e il cui unico feedback sonoro che ci viene concesso è il respiro affannoso del Killer, e ho riflettuto sul fatto che davvero bisogna sempre approfondire tutto? Se penso a manga come L’uomo che cammina di Taniguchi, in cui non si sa praticamente nulla del protagonista, ma si gode insieme a lui di ciò che vede e incontra passeggiando, sono arrivato alla conclusione che The K…ller va bene così com’è, ci dona “la parte bianca della pagina”, la possibilità di immaginarci il background che vogliamo sul sicario, raccontandoci solo una piccolissima parte della sua vita, quella, ahimè, in cui sbaglia, perché anche se viene introdotto come una macchina infallibile, è pur sempre un uomo.

Ora perdonatemi, ho una sessione si stretching coi guanti in nitrile neri e poi merenda a base di hamburger del McDonald, ma senza il pane.

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 8 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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