October 18, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Non so voi, ma io ho già una zucca fresca da ritagliare pronta sul tavolo in cucina in vista della settimana dedicata ad Halloween, quindi mi sento un po’ più giustificato a proporvi il mio umile parere su una nuova serie disponibile su Disney+, la rivisitazione di un classico per ragazzi famoso negli anni ’90 il cui scopo era introdurre gli adolescenti al genere horror. Sto parlando di Piccoli brividi (Goosebumps è il titolo originale… adoro questa parola… Gooooosebumps).

Ora, e se vi dicessi che mi aspettavo episodi autoconclusivi con storie nuove, protagonisti diversi ad ogni puntata (in stile Creepshow per intenderci) e magari qualche comparsa di attori di un certo calibro qua e là, ma le mie aspettative sono state deluse, sarei troppo negativo? Ok, allora cominciamo dall’inizio.

TRAMA:
La storia di questa antologia di episodi ruota intorno alla misteriosa morte del giovane Harold Biddle, avvenuta 30 anni prima in una casa che in seguito verrà considerata infestata dal resto degli abitanti della cittadina. E’ chiaro fin da subito (e non farete fatica a intuirlo) che c’è qualcosa di losco che lega questa tragedia al passato della “Creek” dei genitori dei protagonisti (e qui persino mia figlia di 11 anni ha colto la citazione al primo film di Nightmare, in cui la successione di misteriose morti era poi collegata al rapporto tra i genitori e Freddy Krueger). Attraverso il punto di vista di ogni personaggio raccontato nei singoli episodi (trasformandoli così in storie autoconclusive con una sotto trama comune) si capirà pian piano cosa è davvero accaduto, tra strane presenze e visioni.

COSA MI HA COLPITO:
Per realizzare questa stagione di Piccoli brividi sono stati riadattati i primi 5 libri della collana: Foto dal futuro, La maschera maledetta, La pendola del destino, La vendetta strisciante e Il pupazzo parlante (che vi avviso, io non ho letto) e devo dire che l’idea di mettere il classico gruppo di adolescenti di fronte ad un nemico misterioso, benché già vista in numerosissime produzioni (Stranger Things, Final Destination…) è stata costruita in modo accattivante, decidendo di mettere in scena i diversi punti di vista: si ha una visione d’insieme più chiara non solo della storia e del background dei protagonisti, ma anche del contesto in cui si muovono, mettendo lo spettatore nelle condizioni quasi di far parte di questo gruppo, di affezionarsi a quest’ultimo e di sentirsi parte dello scenario. C’è da sottolineare che oltre alla serie degli anni ’90, sono stati prodotti due film con protagonista (anche) Jack Black, ma in tutti questi casi precedenti il tono era decisamente più “teen”, quasi ironico, con mostri realizzati in CGI che facevano paura quanto i personaggi di Hotel Transilvania per capirci, mentre qui ci troviamo di fonte al tentativo di rincorrere lo stile Mercoledì di Netflix, tingendo tutto di una tonalità blu scuro e dando alla serie uno stile velatamente dark, in modo da far contenti tutti, dai preadolescenti, ai genitori di preadolescenti in attesa della nuova stagione di Stranger Things come me.

PERCHE’ NON DOVRESTE GUARDARE PICCOLI BRIVIDI  SU DISNEY+:
Tagliamo subito la testa al toro, se avete anche un minimo di cultura sul genere horror vi sarà facile riconoscere la lunga lista di citazioni in questa serie fin dal primo episodio, tra cui Stranger things (e infatti tutte queste produzioni non riescono a eguagliare lo strapotere e il fascino di Eleven & Co), a seguire, Nightmare, Final destination, un pizzico di Scream…, e questa imponente ombra di richiami si rispecchia anche nei personaggi della Piccoli Brividi’s creek, tutti, e dico proprio tutti, stereotipati, quasi belle copie di caratterizzazioni già viste, quindi, a meno che non abbiate compagni di bingewatching tra i 16 e i 13 anni, i quali si sentiranno abbastanza vicini ai protagonisti perché la serie affronta anche temi tipici delle teendrama, vi sconsiglio la visione.

PERCHE’ DOVRESTE GUARDARE PICCOLI BRIVIDI  SU DISNEY+:
Disney Plus non si nasconde dietro il dito ossuto della volontà di portare a sé un certo pubblico fedele a Mercoledì e Undi, però con questo Piccoli Brividi prova a metterci un pezzettino in più, proprio perché i personaggi non sono così protagonisti, ma fanno da maschere ad una serie di tematiche tra cui il rapporto genitori e figli e il passaggio all’età adulta con la conseguente accettazione delle proprie responsabilità. E dov’è allora quell’alone creepy che si respirava in tutti gli episodi e nei libri dell’originale saga di Robert Lawrence Stine? I veri seguaci di Piccoli Brividi  forse rimarranno delusi perché, a parte qualche jumpscare e una manciata di scene “paurose” (e anche in questo caso c’è di meglio su Netflix), tutta la serie in realtà e un dramma adolescenziale riletto in chiave dark, godibile se gustato con qualche caramella a forma di teschietto accanto a un/una preadolescente che controlla su Tik Tok le ultime novità sulla data di uscita della stagione finale di Stranger things.

CONCLUSIONI E VOTO FINALE:
Anche questa settimana sono costretto a dare una blanda sufficienza ad un prodotto che punta più al “I wanna be a horror drama” e sfiora appena il genere dark senza riuscire a disturbare quanto le unghie del guanto di Freddy su una lavagna quindi rimanendo, a parer mio, uno dei tanti ingredienti nel pentolone con le bolle verdi scoppiettanti pre Halloween, da gustarsi con la famiglia senza aspettarsi grandi cose.

Ora scusatemi, torno a leggere uno dei numeri di Creepshow a casa di Zio Tibia, alla prossima settimana, miei cari zombetti.

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 6 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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