October 20, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

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Credete sia possibile spostare un personaggio come la signora del giallo Agatha Christie in secondo piano, in un libro che porta il suo nome? Sì, sì, è molto possibile. E la si sposta in maniera così scaltra e machiavellica, elogiata dall’amante del suo stesso marito, che sembra quasi assumere il ruolo dell’antagonista. Se “la strada per recuperare un marito non è lastricata di ingiurie ai danni dell’amante”, allo stesso modo la nostra stima per la scrittrice viene minata una parola dolce e giustificante dopo l’altra, proferita dalla narratrice della storia, quella che le sta soffiando il marito.

Sto parlando del libro Il caso Agatha Christie di Nina De Gramont, edito da Neri Pozza. La quarta di copertina recita: Nel 1926 Agatha Christie sparì per 11 giorni. Sono l’unica a conoscere la verità su questa scomparsa. Non sono Hercule Poirot. Sono l’amante di suo marito.

Ebbene, io adoro Agatha. Voi adorate Aghata, tutti la adorano e le sue storie sono definite “attuali ancora oggi”, il che credo sia il miglior complimento che si possa fare a una scrittrice, quella di una gittata praticamente eterna. Ma qui, mie care, non è lei a scrivere (ricacciatevi l’ovviamente in gola, da brave) bensì la donna, Nan O’Dea, che le starebbe levando il marito da sotto il naso. Sembra bello convinto anche il marito, e lei sembra una parecchio sveglia, che procede con una calma e consigli che una potrebbe anche appuntarsi, nel caso si volesse intraprendere la sua carriera. Ci sta sulle balle, la sfasciafamiglie? Porca miseria, no. Anzi. Il colonnello Archie Christie dice alla futura famosa scrittrice che la lascia, e questa non la prende bene. Però è deciso, lui ama Nan e se la sposa, Agatha, ciao, tante belle cose. Ma, mentre lui sta passando un weekend con l’amante in casa di amici, ecco che viene informato della scomparsa della sua quasi ex moglie. Il che, beh, scardina parecchio i piani ai due piccioncini. Lui deve tornare a casa con la polizia, e lei….

Lei ci racconta della sua Irlanda e di Finbarr, il ragazzo che le ha conquistato anima e cuore, seguendo una narrazione per salti temporali, un singhiozzo tra passato e presente che ti regala frammenti di senso e di vissuto che tu, maledette loro (lei e Agatha, che sparisce in circostanze a dir poco “gialle”), sistemerai solo alla fine. Sentite, se volevo il brivido dell’investigazione, magari me ne andavo a fare una cena col delitto, per cui mi va benissimo un libro giallo sbiadito, di quelli il cui mistero non riguarda gente morta ammazzata, ma il passato delle protagoniste. L’idea è a dir poco sublime. La Christie sparita e l’amante del marito!, la sua amante che si prende la briga di farci conoscere la storia e a avere la modestia di tenere in secondo piano la sua, di storia, sottolineando quanto sia spaventata per la salute della rivale, che comunque rispetta, stima e pensa. Quindi? Cosa fa col colonnello Christie?

Quando vi siete abituate a spostare dalla rosa dei protagonisti, che sono quelli che circondano la misteriosa signorina O’Dea, sia nel passato che nel presente, sbem, vi arriva in faccia una sberla narrativa. Si salta alla parte seconda, che inizia… dalla nostra della scomparsa della scrittrice. Ti viene d’istinto ribaltare i pezzi letti per disporli sul tavolo, cercando di ricomporli in un disegno unico. Alcuni vorresti gettarli via, presa dalla consapevolezza di avere tra le mani un libro che parla di misteri quanto di miseria, di pace coniugale quanto di guerra mondiale, chiedendoti se le due cose non siano strettamente correlate e se la pace di un’unione non sia da imputare al contesto storico. Sono i tempi in cui vivi a lasciarti un cuore per amare. Un doppio delitto, ecco quello che ci vuole per distrarre l’attenzione. E personaggi che continuano a incontrarsi, a legarsi, a condividere. Ma c’è una cosa difficile da dissimulare: il tempo delle donne che scompaiono.

Leggetelo, più esplicita di così non posso essere. E mi dovrebbe scappare una recensione di sei stelle su cinque solo per il tema nascosto in fondo al cuore del libro.

Da che mondo è mondo, l’uomo racconta all’amante sempre la stessa storia: lui non ama sua moglie, forse non l’ha mai amata. Non fanno sesso da anni. La passione si è spenta fra loro, è un matrimonio triste e desolato. Se non se n’è ancora andato è solo per i figli, o per i soldi, o per la casa. Per pura convenienza. Si è sentito rinascere solo grazie a lei, la nuova amante.

Giulia

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