October 11, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 4 min.

Pensavate di liberarvi della mia ossessione per i film horror e invece eccomi di nuovo qui a propinarvi il mio umile parere sull’ennesimo racconto che tratta le possessioni con, attenzione, una novità: in questo caso “la suora” non è l’antagonista, bensì il supereroe e non solo, perché sembra che in questo lungometraggio ci sia il tentativo di dare spazio al genere femminile nel mondo degli esorcismi, campo che sembrava essere appannaggio esclusivo degli uomini.  Il messaggio femminista si percepisce fin dai primi minuti del film, ma il regista Daniel Stamm (che aveva già provato a spaventarmi con L’ultimo esorcismo del 2010) sarà riuscito a impressionarmi o anche questa volta mi sono alzato dal divano rimpiangendo i tempi andati e ingenui de L’esorcismo di Emily Rose?

TRAMA
Nell’universo de Gli occhi del diavolo il Vaticano decide di riaprire le scuole di esorcismi a causa del riaccendersi dell’euforia di Satana che sembra aver deciso di possedere sempre più persone, in particolare giovani. Tali “istituti di formazione” però non sono caratterizzati come antichi luoghi chiusi all’interno di muri in pietra, ma qui si parla di moderne università con tanto di aule tecnologiche e insegnanti che spiegano come sconfiggere il diavolo con toni che ricordano i master in comunicazione. Il background della protagonista, Suor Ann, è presto spiegato: da bambina veniva maltrattata dalla madre, apparentemente schizofrenica, ma secondo Ann posseduta da un demone, questo il motivo per cui la bionda monaca decide di votarsi alla lotta contro Lucifero. Il problema è che l’arte dell’esorcismo è elitaria degli uomini, ma la dedizione di Ann convince la Santa sede, così la suora si trova presto con un primo importante incarico: una bambina posseduta da un demone misterioso che si rivolge a lei con curiosa confidenza.

COSA MI HA COLPITO
Vi confesso che ciò che mi ha convinto a guardare il film è stato il trailer visto su YouTube che pareva darmi una speranza di terrore e quell’atmosfera da accademia degli X-Men che si percepiva, quasi come se quelle immagini volessero convincermi che poteva nascere un filone di horror movies con suore e vescovi dai superpoteri
, cosa già vista in rispettabilissimi anime giapponesi, e a gettarmi fumo negli occhi ha contribuito la locandina, con questa suora dalla posa in stile Magneto. E il mio stupore finisce qui, purtroppo. Perché a fronte di un’introduzione orchestrata bene, con un flebile tentativo di messaggio femminista, il film sembra poi rallentare e scadere in trucchi visivi già visti e rivisti, con il fisiologico risultato dello sbadiglio. E tutto questo nonostante la furba soluzione con cui gli sceneggiatori decidono di mettere in comunicazione demone e protagonista, quella richiesta che ricorda il titolo di altro film horror: Lasciami entrare, un inquietante auto-invito che incuriosisce lo spettatore, rompendo quasi, e ripeto quasi, la quarta parete.

PERCHE’ NON DOVRESTE GUARDARE GLI OCCHI DEL DIAVOLO                                                                                               La risposta è molto semplice: perché non fa paura. Se lo scopo di un film horror è spaventarci con sequenze nuove e jump scares piazzati al momento giusto, Gli occhi del diavolo non ha né l’uno né gli altri. Escludendo la prima parte che vuole stupire con l’idea della scuole di super esorcisti, il resto rallenta sempre di più senza mai raggiungere il culmine. Anche chi non ha mai visto film horror ormai non si spaventa certo con espedienti come bambine che camminano su muri stile Spiderman, ragazze che si inarcano in posizioni da contorsioniste professioniste, volti abbruttiti da magistrali make up o, ancor peggio, bocche particolarmente spalancate in stile Il quarto tipo, tutte cose che possiamo trovare facendo una ricerca disattenta su TikTok o tra i reels di Instagram, magari mentre beviamo il caffè, distraendoci con qualche frammento di altri film o cortometraggi. Lo fanno anche i ragazzini i quali sembrano, tra l’altro, essere tra i pochi spettatori paganti (e promossi ad elementi di disturbo) delle sale. Ci ridono sopra. Ecco il punto, e non dovrebbe essere così. Gli occhi del diavolo sembra un risotto ben amalgamato di elementi presi da The nun, con un pizzico de L’esorcista e X-men quanto basta. Tutto qui.

PERCHE’ DOVRESTE GUARDARE GLI OCCHI DEL DIAVOLO
Il tentativo di mettere in piedi una storia con qualche novità come lo sgomitare del genere femminile nel mondo degli esorcismi, quasi a voler portare avanti una battaglia matriarcale (non richiesta) a favore delle suore armate di crocifisso a mo’ di Dante come nell’omonimo Dante’s Inferno, accompagnato con qualche riflessione sulla figura materna e sull’importanza di prendere coscienza di tale ruolo tutto sommato aveva buone fondamenta, ma una volta usciti dalla premessa si cade in continuazione nel “già visto”, e senza difficoltà. Consiglierei questo film se non si è mai stati di fronte ad un film di esorcismi, in caso contrario direi che ci sono titoli migliori, tra cui il moderno L’evocazione – The Conjuring che è uno dei miei preferiti, escludendo L’esorcista e Rosemary’s Baby che, pur essendo dei capostipiti del genere, richiedono una certa sensibilità a un cinema di altri tempi.

CONCLUSIONI E VOTO FINALE
Quindi arrivo come sempre al mio voto finale che, ci tengo a precisare, è un PARERE PERSONALE, da appassionato di intrattenimento, dettato da semplici sensazioni provate durante la visione, perché lascio a chi fa video da più di un’ora l’uso di virtuosismi e citazioni su addetti alla fotografia, sceneggiatori e paroloni sui co-protagonisti. La verità è che Gli occhi del diavolo si merita il 6, perché tutto sommato il cast non è male: Jacqueline Byers è stupenda e credibile nel ruolo di Suor Ann, Colin Salmon, che interpreta il mentore, avrebbe meritato più spazio e raggio d’azione, ed è da sottolineare la bravissima Posy Taylor, su cui regge il peso della bambina posseduta (mi stupisco sempre di come questi giovanissimi artisti riescano a lavorare su ruoli che dovrebbero spaventare noi grandi). Inoltre la storia aveva delle buone premesse e, se non avete mai visto un film sulle possessioni, questo è un’occasione per avere una discreta infarinatura del genere, con la promessa poi di sedersi sul divano e godersi altri titoli.

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 6 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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