June 27, 2022

Tempo di lettura: 3 min.

20:08
27 giugno 1980.
Aeroporto Marconi di Bologna.
Parte un aereo, il DC-9 dell’Itavia, diretto a Palermo con 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio. L’aereo imbocca l’autostrada del cielo chiamata Ambra 14. Alle 20:26 e alle 20:30 la torre di controllo di Ciampino che segue il plot dell’aereo sul radar chiede al DC-9 di identificarsi, perché il segnale è confuso.
“Adesso vedo che sta rientrando, quindi diciamo che è allineato. Mantenga questa prua.” Dice Ciampino.
“Noi non ci siamo mai mossi” risponde il pilota dell’aereo.
Alle 20:44 l’aereo si trova sul lago di Bolsena e il pilota comunica a Ciampino la propria posizione e la quota, aggiungendo: “Abbiamo trovato tutti i radiofari spenti fino a qua. Un cimitero!”
Alle 20:57 il pilota si mette in contatto con l’aeroporto di Punta Raisi di Palermo per cominciare le manovre di atterraggio ed esclama: “Guarda, cos’è?”
Alle 20:59 dal radar di Ciampino è scomparso il plot del DC-9.
Alle 21:04 Ciampino chiama il pilota, ma non riceve nessuna risposta, allora chiama Punta Raisi, ma neanche da Palermo hanno notizie dell’aereo. I parenti dei passeggeri a Palermo cominciano a chiedere notizie, ma nessuno sa dire dove si trovi l’aereo. Si pensa ad un dirottamento.
Alle 21:22 si iniziano le procedure di soccorso. Alle 22 degli elicotteri si alzano in volo e dopo un’ora giungono attorno all’isola di Ustica, ma non vedono nulla.
Solo alle 5:05 del mattino un elicottero avvista una macchia scura di cherosene sull’acqua.

Alle 7:30 cominciano ad affiorare pezzi dell’aero, sedili, salvagenti ed infine corpi. Dal mare affiorano anche degli oggetti non appartenenti a quell’aereo. La prima ipotesi è che ad abbattere l’aereo sia stato un missile francese o americano, poiché nei cieli di Ustica c’era un’esercitazione militare in corso. Oppure un altro aereo entrato in collisione con il DC-9 dell’Itavia. L’aereonautica militare spinge invece per l’ipotesi del cedimento strutturale, la meno credibile, visto che l’aereo era stato revisionato da poco e non presentava particolari anomalie, guidato inoltre da un pilota molto esperto.
Dall’analisi dei plot di Ciampino, sembrerebbe che ci fossero aerei non identificati quella sera sui cieli di Ustica, ma tutti i radar che avrebbero potuto confermare erano spenti o rotti, strano, ve? Il 18 luglio del 1980 viene trovato sui monti della Sila in Calabria, un Mig libico, con il corpo del pilota in forte stato di decomposizione, segno che era lì da molti giorni, forse 21?

E’ una storia avvincente, se fosse la trama di un romanzo. Ma purtroppo è una storia vera. Una storia di depistaggi e di manomissioni che ha portato a 42 anni di attesa di verità. Ancora la verità non è venuta a galla, insieme ai resti dell’Itavia portati su da un robot nel 1986 da 3600 metri sotto il Tirreno. La verità storica è stata ricostruita: nei cieli d’Italia con la connivenza dei servizi segreti si stava combattendo una vera e propria guerra, che coinvolgeva la Francia, gli Stati Uniti, la Libia. Probabilmente due F24 della Nato stavano dando la caccia al Mig libico trovato poi sulla Sila. Il Mig libico era andato nell’allora ex Jugoslavia a far manutenzione e si era messo sulle tracce dell’Itavia per non essere identificato da nessun radar. I due F24 si sono accorti del Mig libico e lo hanno inseguito, lanciando un missile che sfortunatamente ha colpito l’Itavia.

Gli Stati Uniti, terra di finta democrazia, ha da sempre governato le redini del mondo, nascondendo crimini e misfatti come questo. L’Italia, da sempre subalterna, ha rinunciato alla verità. E oggi, forse più di allora, è ancora serva di un paese ipocrita, dove da tre giorni è stato eliminato uno dei diritti che sembrava insindacabile come quello all’aborto.

Cindy

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