November 22, 2021

Tempo di lettura: 2 min.

Una ventina di anni fa decidemmo con degli amici di andare a visitare i mercatini in un paese della Germania, il cui nome è perso nei meandri della memoria. Eravamo due coppie. Partimmo con un camper già datato per quei tempi, però carino e funzionale. Probabilmente eravamo partiti subito dopo il lavoro, poiché mi ricordo un viaggio al buio. Io e marito eravamo dietro. Il nostro amico guidava e la sua compagna era seduta accanto a lui. Risate e spensieratezza tipiche dell’età riecheggiavano nel camper.

Poi ad un certo punto l’atmosfera nel camper cambiò. Mi ricordo perfettamente che le montagne alte che fino a quel momento correvano parallelamente alla strada, cominciavano a chiudersi davanti a noi. Boschi infiniti quasi a strapiombo sulla strada. Inevitabilmente cominciai a pensare alle trincee della prima guerra mondiale, a soldati infreddoliti che marciavano sotto il peso di zaini enormi con ai piedi scarpe di cartone compressato, come avevo letto in tanti libri e visto in molti film. Libri e film che avevano costruito una memoria collettiva condivisa su quello che era stato il primo conflitto. “Questi monti appartenevano al regno austro ungarico fino al 1815 e poi dal 1918 italiani! Chissà che avranno pensato i bambini delle scuole di questi paesini attorno? Avranno dovuto imparare una lingua che avvertivano straniera. E che probabilmente ancora avvertono straniera. Sono passati troppi pochi anni dall’unità per sentirsi veramente italiani. E sti monti, così alti mi mettono un’angoscia..” BRENNERO. La scritta BRENNERO mi fece trasalire. Non mi accorsi, persa com’ero nei miei pensieri, che nel frattempo aveva cominciato a nevicare.

“Ragazzi, preferisco fermarmi qui al Brennero, con questa neve! Ripartiamo domani mattina con il chiaro.” “Certo, certo!”. Un brivido mi percorse la schiena e non era solo freddo. Scendemmo dal camper. C’erano a terra almeno trenta centimetri di neve. E là, poco distante da dove avevamo parcheggiato, la frontiera: di qua Italia, di là Austria. Guardavo le montagne e l’angoscia aumentava. I paesi sul confine si assomigliano tutti. La linea di demarcazione sembra ricordarci che esistono un noi e un voi, un di qua e un di là. E a seconda di dove nasci, questa linea può fare la differenza. Una linea che protegge coloro che si trovano bene nei propri confini. Una linea che esclude coloro che vogliono superare questo confine, ma non possono farlo, perché di là ci sono poliziotti che eseguendo un ordine sbagliato, respingono al di là della frontiera. “Ragazzi, ma a ‘me sto posto mette un’ansia pazzesca. Sapete quel sentimento misto tra angoscia, tristezza, malinconia, paura…” dissi io. “Ahscher! (aspirate tra la a e la c quando leggete), rispose il mio amico camuno. “ Eh?? Ripeti un po’” “Ahscher! Per noi camuni, basta una parola sola per tutte quelle emozioni!”

Cindy

Condividi l'articolo con i tuoi amici

Exclusive Content

Be Part Of Our Exclusive Community