September 29, 2023

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Tempo di lettura: 3 min.

Ragazze mie, ho scoperto con una veloce ricerca nell’internet che il trope del libro che recensisco oggi si chiama fake dating. A me piace quasi quanto l’hate to love. Se poi una scrittrice mi ci mette anche una spolverata di age gape, sono perdutamente sua. Vendo legenda per i trope alla modica cifra di due abbraccioni. Ma prima, ve li traduco in dialetto bresciano, e completamente gratis: ie dre a contà su le bale, e po’ i gà ‘n pitinì de agn de diferensa. Mh, tenderei a mantenere l’anglofonia.

Tornando a noi, mettetevi comode e leggetevi la recensione del libro di Suzanne Wrigth dal titolo Il favore, un matrimonio di convenienza, freschino d’uscita per la casa editrice Hope Edizioni.

Suvvia, non siamo gente incline a farsi turlupinare. Tra trope e titolo difficilmente prenderemo una cantonata e scambieremo questo libro per la storia di due che si incontrano per caso e iniziano a conoscersi un tenero appuntamento alla volta. Questi due si conoscono eccome, Vienna lavora come assistente personale dell’amministratore delegato inflessibile rigido manipolare ma bello e geniale Dave Davenport, e sa vita morte miracoli pubblici del suddetto, essendo la figura dell’assistente personale un incrocio tra una madre e una moglie. A proposito di moglie… Dave aveva fatto un enorme favore (il titolo, ragazze, il titolo!) a Vienna, qualcosa che lei viene invitata a ricambiare. Lo zio di Dave lascia un fondo fiduciario a lui e ai due fratelli con una clausola specifica: per metterci le manacce sopra, devono essere sposati. Trevis e Kent lo sono, lui mamancoperilcazzo, lavora indefessamente e i suoi sentimenti si sciolgono come una sola notte con la ragazza di turno al sole. Insomma, quale miglior occasione per fare in modo che Vienna si sdebiti con lui? Il favore viene stipulato e i due iniziano a “uscire”, stando ben attenti a mantenere il loro rapporto sul filo tagliente della discrezione che caratterizza la vita privata di Dave.

Culo epico. Queste le parole con cui Vienna, che ci narra le loro gesta in prima persona, ci porta a immaginare il suo capo, una persona spietata ma affidabile, le sue parole sono come oro colato, elegante ma prevaricante, indiscutibilmente bello pur impossibile da conquistare. Ci crediamo, noi? No. Vienna si caratterizza sin da subito per il vigore con cui riesce a gestire un lavoro che le precedenti assistenti hanno lasciato in pochi mesi e tante lacrime, facendoci ben sperare che la farsa così freddamente architettata da Dave, se gestita da lei, possa darci molte soddisfazioni. Risoluta, cazzuta, bella, con un vibratore e nessuna paura di usarlo, in grado di tenere testa ai problemi che un superiore del genere spilla a getto continuo…

Ecco, se mettiamo poi che il suo ex Owen si ripalesa sostenendo che non l’ha dimenticata, che ha sbagliato a lasciarla, che blablabla, iniziamo a vedere i contorni di un bel triangolo in cui il vero e il falso, come il presente e il passato, rimbalzano senza sosta sui cateti. Tu pensi subito: Gesù, adesso questi s’innamorano in quattro e quattr’otto. Se ciao. Ci sono tanti di quei deficienti che si mettono in mezzo e invasioni di campo da parte di ignoti che devi passare dal triangolo al trapezoedro. Spasmodica attesa, atmosfera non meno che elettrica, colpi di scena e dialoghi piccanti vi faranno godere della lettura dal primo all’ultimo capitolo. E non è solo merito della storia che incalza, ma della scrittura spassosa e politicamente scorretta che ti fa macinare una pagina dietro l’altra, manco dovessi farci il pesto.

Non posso dirvi niente al riguardo, se non che non mi lamenterò più della mia famiglia di schizzati. Da leggere subito. Ocio. Certe scene procuravano svampate per osmosi.

I primi appuntamenti erano sempre snervanti, ma quello non era un vero appuntamento perciò, tecnicamente, non dovevo essere nervosa. Non c’era l’ansia di fare bella impressione, né la paura che fosse tutta una perdita di tempo, non c’era bisogno di chiedersi se al mio partner sarei piaciuta o meno. In più, il partner in questione non era uno sconosciuto. Anzi, lo conoscevo piuttosto bene. Eppure, ero un fascio di nervi.
Be’, non capitava tutti i giorni che una ragazza andasse a un falso appuntamento con il proprio futuro falso marito.

Giulia

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