February 28, 2022

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Oggi mia nonna avrebbe compiuto 99 anni. Se n’è andata l’anno scorso. Una delle cose belle della mia vita è stata godere della lucidità razionale di mia nonna, che riusciva a dare la sua lettura alle cose con lo sguardo di chi ha attraversato due secoli. Nata appunto il 28 febbraio del 1923, ha vissuto il fascismo dagli albori: Balilla e Figlia della Lupa, a scuola l’avevano indottrinata su quanto fosse bravo e bello il Duce, soprattutto con i bambini. Non capiva perché il padre e i fratelli fossero antifascisti, visto le cose belle che le raccontavano a scuola e la scuola allora era davvero l’unica agenzia educativa e comunicativa che esisteva.

Ha vissuto la guerra, non direttamente perché il paesino dove lei viveva non è stato toccato dagli attacchi e dai bombardamenti. Ma ha vissuto evidentemente il dramma degli uomini che erano partiti e non più tornati. Aveva visto uomini mandati al confino proprio nel suo paese. E aveva vissuto le restrizioni dell’economia di guerra: quando mio figlio era in quinta elementare e doveva fare una ricerca su quegli anni, lei gli spiegò per ore come funzionava la tessera annonaria e addirittura tutte le restrizioni che riguardavano la produzione di grano. Cose che, nonostante la quantità di cose lette da me sull’argomento, non avevo mai sentito.

La memoria di mia nonna era veramente eccezionale. Leggeva molto e quasi fino all’ultimo. Aveva l’abitudine di sottolineare le parole che non conosceva e chiederne il significato: poi ripeteva un po’ di volte il significato, come per memorizzarlo. Una ragazza del secolo scorso, come avrebbe detto la sua coetanea Rossana Rossanda, ma che aveva appreso gli strumenti del secolo nuovo, riuscendo a leggere la realtà in modo approfondito, come chi appunto vuol conoscere e memorizzare parole nuove. Durante il covid era molto spaventata, tra le tante cose che aveva vissuto, le mancava la pandemia. Ricordo ancora il 28 febbraio del 2020 eravamo passati a farle gli auguri, ma c’erano già presagi spaventosi: siamo stati poco e distanti. Da quel momento, non ci siamo visti per mesi: solo qualche videochiamata, strumento che la sorprendeva molto, ma che non amava, anche perché non sentiva benissimo.

I miei figli la adoravano, soprattutto il mio grande che con lei aveva da sempre un rapporto speciale: lei non faceva mistero che fosse il suo nipote preferito, neanche davanti agli altri nipoti. Era così. E in questi giorni di presagi di guerra, mi è tornata in mente tante volte. Pensavo a quando Hitler invase la Germania e lei aveva 17 anni come mio figlio ora, che cosa pensava? Lo sapeva? Il punto riguarda la narrazione dei fatti. La conoscenza della geopolitica, gli inviati speciali, i social contribuiscono alla narrazione dei fatti in Ucraina, rendendoci protagonisti in prima linea: come per il Covid, il rischio è che la narrazione prenda il sopravvento sui fatti, in un senso o nell’altro. Chiunque si sente in dovere di dire la propria, contribuendo alla confusione generale. Credo che la guerra sia orrenda. Sono sempre stata antimilitarista, con posizioni anche estreme. Ma la guerra in Siria è orrenda come quella in Ucraina. I profughi ucraini sono “povera gente” come avrebbe detto mia nonna, come i profughi siriani. Avrei voluto ascoltare ancora la voce di mia nonna, anche oggi.

Cindy

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