October 28, 2020

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Non ho mai festeggiato Halloween fino a un paio di anni fa. Quando ero giovane, questa festa non era ancora emigrata in Italia, poi mio figlio quindicenne ha sempre avuto paura di spari e botti, tenendoci molto alla larga da questa festa (e rendendo felice anche me che, beh, ho la medesima paura). E’ stata mia figlia, colei che porta le novità a casa, a lanciarci nel magico mondo di Halloween, lanciandoci soprattutto il babbo: a lui il compito di portare la pargola in giro a festeggiare Halloween. Io… non mi sono mai posta molte questioni sull’americanità di tale festa: del resto siamo un popolo che da sempre festeggia la nascita di un palestinese come la più italiana delle tradizioni, decora la casa con un abete onorando le tradizioni svedesi e mangia uova di cioccolato, come voleva Luigi XVI in Francia.

Popolo che ha subito da sempre le invasioni e le dominazioni di altri popoli, quello italiano non ha una sola tradizione che si possa definire veramente autoctona. Forse le uniche tradizioni veramente locali sono appunto quelle locali, intese come del luogo, del paese, del quartiere. E così, ad esempio, nel mio paese d’origine ha senso parlare di tradizione quando si cucina la Cuccia (piatto a base di ceci, fave e grano) che TRADIZIONALMENTE si cucina per le vie del borgo la notte di Santa Lucia, che lì non porta i doni, a differenza della città che mi ha adottato. Da bambina mi svegliavo la mattina di santa Lucia con la casa invasa dai giochi e l’odore della Cuccia che sobbolliva in cucina, giacché mio padre ha sempre voluto mantenere viva la tradizione di cucinare quella zuppa nel giorno di Santa Lucia. Esempio di tradizioni che si uniscono e attraversano i confini del proprio paesello.

Quindi non mi sconvolgo se una tradizione ha attraversato un oceano per venire ad essere festeggiata in Europa, da dove molto probabilmente è partita molti anni prima. Gli Stati Uniti hanno solo duecento e passa anni di vita: si sono creati le proprie tradizioni prendendole da fatti di storia patria come il tacchino nel giorno del Ringraziamento e come il Ringraziamento stesso, oppure le hanno portate dalla patria d’origine, come nel caso di Halloween. Proveniente evidentemente dall’Irlanda, deve il suo nome alla contrazione di All Hallowed Souls (“tutte le anime sante”) o di All Hallows’ Eve (“sera di tutti i santi”), contiene a sua volta un substrato celtico, iniettato proprio dalla chiesa cattolica, che ne ha voluto togliere il signficato pagano inventandosi la festa di Ognissanti, appunto, All Hallowed Souls. Le popolazioni celtiche festeggiavano il passaggio dall’estate all’inverno con lunghi festeggiamenti, lo Samhain, che deriverebbe dal gaelico “summer’s end”, fine dell’estate.

Quindi una festa collocata tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, stagione che simboleggia la morte della natura, deve necessariamente esorcizzare la paura della morte attraverso streghe, zombie, dolcetti, scherzetti e tante zucche.

La zucca si ritrova al centro anche di moltissime feste LOCALI italiane, in funzione apotropaica, come per i celti irlandesi, ricordando il teschio e quindi la morte oppure in funzione di se stessa: un frutto gustoso che raccolto alla fine di agosto durava fino all’inizio della primavera, garantendo ai contadini cibo sicuro durante l’inverno. E allora ben venga questa festa, senza alcuna polemica. Anzi, una piccola polemica, sì: quast’anno Halloween non verrà. C’è il covid, c’è l’emergenza sanitaria, non si possono fare assembramenti. De Luca ha tuonato proprio contro questa festa, senza riuscire neanche a pronunciarla correttamente tanto la sentiva estranea alla sua cultura (ma non è riuscito ad evitare gli assembramenti della oida napoletana). Ci sta. Però dovrò spiegare a mia figlia che oltre a non poter andare a danza, oltre a non poter invitare le sue amiche a casa, oltre a dover rimandare il cugino’s day, oltre a non poter andare a trovare la nonna, la zia e la bisnonna, oltre a non poter andare in piscina, oltre a dover indossare sempre la mascherina, oltre a non potersi avvicinare ai compagni, oltre a non poter condividere la merenda con le amiche, non potrà andare dai vicini a fare dolcetto o scherzetto. Con la spada di Damocle sempre più vicina della chiusura della scuola, cosa che, per tutti gli adolescenti, è già realtà.

Fossero state garantite scuole e palestre, la rinuncia ad Halloween non sarebbe stato neanche un sacrificio, sarebbe stata l’ovvietà. Così, il peso della pandemia è veramente soprattutto sulle spalle dei ragazzi e dei bambini, attraverso il subdolo sottinteso di essere loro gli untori che impestano autobus e parenti agè. Eh no, non ci sto. Rinchiusi, privati di tutte le libertà, compreso il diritto all’istruzione e pure colpevoli. Cornuti e mazziati, si dice al mio paese!

Cindy

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