April 21, 2021

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Non voglio entrare nel merito di una questione sulla quale sta indagando la Procura di Tempio Pausania. Ma la storia del presunto stupro per il quale è indagato il figlio di Grillo mi ha disturbato per vari motivi. Il primo mi fa entrare nella questione probatoria e quindi lo terrei per me, ma vi lascio qualche indizio: ha a che fare con il sottile confine tra il consenso e la violenza quando si tratta di serate dove scorrono fiumi di alcool e si parla di sesso di gruppo (una donna, con due o tre uomini mi fa già pensare ad una situazione impari, per non dire violenta).

Il secondo motivo è il video uscito il 19 aprile nel quale Beppe Grillo difende a spada tratta suo figlio. Un padre che decide di accendere una telecamera per difendere il figlio da un’accusa può farlo se e solo se abbia la certezza matematica dell’innocenza del figlio. La certezza matematica non potrai mai averla, perché tu non sei tuo figlio. No, care mamme che leggete, non potete avere la certezza perché voi conoscete vostro figlio e vostro figlio una cosa così non l’avrebbe mai fatta. E’  vero che noi genitori seminiamo nella speranza che i nostri figli crescano con radici salde, ma poi ci sono tanti eventi, in alcuni casi direi per fortuna, che fan deviare dal tracciato.

Per rimanere nella metafora naturalistica, una volta che si è seminato un seme ad essere determinanti per la fioritura del seme ci sono le precipitazioni, il vento, il sole, l’esposizione. A volte si dà troppa acqua alle piante, temendo che abbiano sete, ma spesso questo le fa marcire. Uscendo di metafora, ognuno di noi crede di conoscere i propri figli perché vede riflesso in loro qualcosa di noi. Ma è un riflesso. I nostri figli sono altro da noi. E non si può pensare che agiscano esattamente come noi vorremmo. E se fanno qualcosa di sbagliato, in parte è responsabilità nostra che abbiamo seminato quel seme, ma in parte è responsabilità loro e la cosa più grave che noi da genitori possiamo fare è sottrarli dall’assunzione di quella responsabilità. Badate bene, non parlo di colpa, ma appunto di responsabilità. Ogni volta che cerchiamo di giustificare l’agito dei nostri figli, stiamo sottraendoli dall’assunzione di responsabilità, relegandoli a diventare degli spettatori passivi. Solo attraverso il riconoscimento della responsabilità, infatti, si può fare i conti con il proprio passato o con i propri errori e ripartire, avendo come bagaglio anche un’esperienza di sofferenza come quella. Ma se noi giustifichiamo sempre gli errori dei nostri figli, non li concediamo di sperimentare quella sofferenza che porta però ad una rinascita.

Crescendo, questi figli non sono più in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Io non so come sia cresciuto Ciro Grillo e non mi permetterei mai di giudicare l’educazione impartita dal padre, quello che mi sento di dire è che con quel video Grillo tenta di scagionare il proprio figlio, buttando addosso alla presunta vittima di stupro la peggiore delle responsabilità: se tu denunci uno per stupro dopo 8 giorni dall’evento, sei bugiarda. Da donna questa accusa mi fa ribollire il sangue, pensando alla sofferenza di uno stupro. Caro signor Grillo, c’è gente che denuncia dopo anni o che non denuncia mai, tanto il dolore paralizza in quei casi. In questi casi invece, il silenzio è la miglior cura. Addirittura il video verrà utilizzato dall’accusa come prova di eufeminizzazione. Non entro nel merito dell’accusa, la procura farà il suo dovere. Ma mi sento di dire che un politico che ha fatto del “bisogna difendersi nel processo e non dal processo” uno dei suoi slogan migliori, come può permettersi di fare un video del genere?

Credo che da politico sia stato incoerente, da padre un irresponsabile e da uomo un inetto. E sono tutti aggettivi eufemistici!

Cindy

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