November 17, 2021

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“Mamma, l’Italia non andrà ai mondiali, ti rendi conto? Andrà ai play off, dove sicuramente verrà sconfitta”, mi dice afflitto il mio adolescente, con lo sguardo tra l’assonnato e il triste. Sono le 6 del mattino. Da quando mio figlio è ritornato a scuola, abbiamo instaurato un rito silenzioso, quello di trovarci alle 6 del mattino in cucina. Io sono in silenzio e lui parla come un fiume in piena per una decina di minuti. Nel resto della giornata quasi mi ignora. Mi cerca perché ha fame o perché lo aiuti a trovare figure retoriche nelle poesie duecentesche, difficilmente per raccontarmi qualcosa. Quindi l’appuntamento delle 6 per me è diventato irrinunciabile. In realtà è quasi un monologo, lui parla, parla parla, io ascolto, vorrei dire qualcosa, ma a volte sussurro, a volte penso solo le parole, a volte vorrei abbracciarlo, ma gli abbracci sono diventati univoci: solo quando decide lui. A volte mi fa arrabbiare, ma siccome le occasioni di scontro ci sono già durante la giornata, in quei dieci minuti evito. Ascolto e lo osservo.

Ieri però, ho provato a parlargli. “Lore, non può essere però che si vinca sempre! Ci si abitua anche alle vittorie e non è più così emozionante. Quando andavo all’università, mia mamma mi diceva sempre che preferiva quando prendevo 28 piuttosto che 30. Io personalmente preferivo il 30 e lo sai bene, però il 30 costante stufa. Cioè dopo un po’ non gioisci neanche più e se prendi 29 o peggio vieni canato ad un esame diventa un caso di stato”. Occhi smarriti, tristi e assonnati. “Dai, Lore, l’Italia ha veramente vinto tutto quest’anno! Era impossibile sia statisticamente che umanamente continuare così.. e poi che noia! Guarda la Juve, quando vinceva sempre. I tifosi mica gioivano come te che sei interista e hai alle spalle una vita di sofferenze, calcisticamente  parlando. Che gioia l’anno scorso! Per provare quella gioia, hai dovuto prima soffrire tanto. Anche Leopardi diceva che la vera felicità si prova nella sospensione momentanea di un dolore, non certo nella vittoria costante!”. Nel frattempo la colazione è pronta, il mio ragazzo affonda il cucchiaio nello yogurt e guarda verso l’infinito. Io penso: “Caspita! Stamattina ho parlato davvero tanto e non l’ho lasciato sfogare, mannaggia che occasione persa!”. “Ma quindi mamma, che noia se io portassi a casa solo bei voti! Così, invece, variando un po’, ti do occasione per provare la vera gioia! Però io non mi riprendo più da questa sconfitta dell’Italia”. Indossa le cuffiette, mette la musica a palla ed esce per andare a scuola.

Cindy

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