May 5, 2021

Tempo di lettura: 3 min.

Domenica mattina. Il mio momento preferito. Tutti dormono, io metto su il caffè e guardo svogliatamente le storie di Instagram per vedere come i miei amici hanno festeggiato il 1 maggio. Come già raccontato, le feste civili di primavera sono molto importanti per me. Il 25 aprile sono riuscita ad andare in piazza mentre il 1 maggio, complice il mal tempo e un po’ di malinconia, siamo stati con pochi amici.

“Mi è stato chiesto di parlare della mia prima volta sul palco..” E uno. E due. E tre.. e che è?? Tutti i miei amici di Instagram ri-postano un intervento di Fedez dal palco del 1 maggio. Pago mensilmente la quota ad un sindacato, vorrei sapere come sono stati spesi i miei soldi (ricordo che il concerto del primo maggio viene offerto dai sindacati, con i soldi dei tesserati e non dagli abbonati Rai come sostiene il solito fesso del Papete). Fedez ha preso la parola contro gli omofobi della lega. Bene, penso, non c’entra molto con il tema del lavoro, proprio del 1 maggio, ma quando si parla di diritti va sempre bene. Ma dentro di me comincio a provare del fastidio.

Cindy A: “Non fare la solita snob, che siccome Fedez è Fedez, non ti prende la pancia. Se le stesse cose le avesse dette Cisco Bellotti  saresti scattata in piedi, con il batticuore.”

Cindy B: “Ma hai presente quanto possa essere calcolata ogni minima mossa di questi due: il discorso di Fedez è autentico come i soldi del Monopoli. Ha realizzato esattamente tutto ciò che contestava con il suo ex amico J-Ax nella canzone Vorrei ma non posto. Qualcuno gli avrà suggerito il copione e lui ha esaudito la richiesta. Ti hanno spiegato come funziona: più visualizzazioni e più movimenti crei sui social in termini di condivisioni e più guadagni.”

Cindy A: “Guarda che quei fascisti della lega stan dicendo le tue stesse cose: la pensi come i leghisti?”

Cindy B: “Leghista a me? Eh no! Non posso pensarla come quei pirloni. Però è un fatto che questo qua con sua moglie vive una vita sui social, postando anche quando è sul cesso e i siti dei cessi vanno in sold out in tre secondi!”

Il dibattito tra Cindy A e Cindy B è andato avanti tutta la domenica. In Italia funziona così da sempre: la polarizzazione del dibattito politico, culturale, sociale e sportivo ha reso difficile ipotizzare una terza via. Se non ti schieri con i guelfi o i ghibellini sei un qualunquista o un democristiano, come si dice oggi più ironicamente. Esiste invece un pensiero critico che ci porterebbe a fare un salto di qualità se riuscisse ad emergere. Se sei con Fedez sei contro gli omofobi, se sei contro di Fedez sei un leghista omofobo. Io sono assolutamente contraria a tutto quanto possa essere lega, leghisti, omofobi, Papete con il suo pirlone, Pillon e compagnia (stavo per scrivere bella, ma non riesco proprio, tanta la mia avversione per quelli).

Ma ritengo che Fedez abbia recitato un copione che qualcuno gli ha scritto, sposando una delle cause che crea più “likes” o consenso.

Prima di lui tantissimi artisti hanno subito e denunciato la censura della Rai, pagando un prezzo salato: solo per citare alcuni casi Dario Fo, De Andrè, Guccini, Elio e le storie tese. Ma in questi casi la censura portò alla sospensione di trasmissioni, al cambio di testi o alla non messa in onda di trasmissioni o interventi. L’amato da tutti Gianni Morandi  dovette sostituire Mi han detto vai nel Vietnam e spara ai Vietcong con Mi han detto vai nel taratata e spara ai tararatata. Solo per citarne uno. Fedez è salito sul palco e ha cantato. Ha detto quello che doveva per dire. Ha ottenuto un clamoroso successo, certamente monetizzato. La sinistra plaude a Fedez novello Che Guevara. La destra lo lincia, come pericoloso sovversivo. E io mi dilanio. Non mi sento rappresentata da Fedez. Non è un eroe. E’ uno che ha scoperto come guadagnare, approfittando di un buco culturale lasciato vuoto da una sinistra che sta correndo dietro alla destra. E ai lati ci sono tante persone critiche che cercano di mantenere lucidità.

Parafrasando uno slogan in voga negli anni ’70: “Nè con Fedez, né con la lega”.

Cindy

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