November 4, 2022

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Mercoledì 2 novembre ho visto una cosa che mi ha intrecciato le corde vocali tra loro. Avevo in gola la barba di Thor, avete presente? Quando impugna Stormbreaker con il braccio rivolto al cielo e un fulmine gli fa comparire vestito e gli annoda la barba hipster in End Game? Ho visto degli addetti al giardinaggio di un centro commerciale raddrizzare un enorme albero di Natale. Il 2 di novembre. Il DUE. Quando gli anni scorsi ridacchiavamo sul fatto che, dopo le polemiche pagane di Halloween, avevamo giusto il tempo di riposarci qualche giorno prima di cambiare bersaglio della lamentela (ovvero, appunto, i fottuti addobbi natalizi a fine novembre) non potevamo immaginare che la situazione sarebbe degenerata. Adesso non mi viene da ridere, ma da chiamare il Vaticano e chiedere direttamente al centro informazioni delle guardie svizzere se stanno rivendicando la supremazia del Salvatore sui santi del primo novembre. Non so, fatemi capire un attimo da dove arriva tutta questa fretta di addobbare fuori stagione, dal surriscaldamento globale? Sono stufi anche loro di Halloween? Oppure vogliono un anticipo, vai tu a capire. Preferirebbero il 24 novembre, invece che dicembre, e non sanno più come farcelo capire.

O invece, come sospetto io, il Vaticano non c’entra nulla (Dan Brown, sarà per la prossima volta) e sono le persone a credere di avere bisogno di vedere la luce in fondo al tunnel della loro vita. La stella polare ha accorciato le distanze, è scesa dal cielo per diventare una fila di luci intermittenti sui balconi, un insieme di palle sugli alberi, una festa con una gran fretta di ricordare la sua gioiosa presenza. Non siate tristi, siamo a Natale, e siamo tutti più buoni e felici, pieno di zenzero e repliche di film motivazionali su Italia Uno. Lamentosi di Halloween, fatevi sentire un po’, per piacere. Nasce Gesù e gli si porgono preghiere di benvenuto, sta bene la mamma? Congratulazioni anche al padre. In quella meravigliosa famiglia allargata, dove anche due animali sono promossi a fratelli, ci dobbiamo entrare col capo chino, altro che addobbi. Vero? Vero. Ma, vero puro cattolico spirito del Natale a parte, mancano sempre quasi due mesi, e abbiamo tutti sia agenda che memoria a breve e lungo termine, non c’è bisogno di uccidersi di bollette della luce accendendo gli alberi di Natale prima del tempo.

Mmh. Volete vedere che è un complotto dell’Enel per farci spendere di più? Anche se l’ipotesi del vuoto da riempire mi sembra la più probabile. In questo novembre sgombro di feste, siamo spaventati dall’assenza. Dall’assenza di motivi per unirci, per organizzare, per essere felici. Poi i lamenti sull’orticaria da sovraesposizione ai parenti  inizieranno a cadere come fiocchi di neve, insieme a quelli sul numero dei chili in rapido aumento, sulle cene di lavoro da affrontare con stoico alcolismo, sulle spese fuori controllo dei regali dell’ultimissimo secondo. Ma fa parte dei vizi umani lamentarsi, no? Anche quando sappiamo che, senza quella passerella di imcombenze natalizie, saremmo meno votati allo stare insieme.

Giulia

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