April 14, 2021

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La scena è brutta già da guardare: due uomini seduti, uno rivolto verso l’altro. Sulla sinistra un divano sul quale è seduta una donna. Ne ha parlato tutto il mondo. Estrapolato dal contesto, potrebbe sembrare un normale appuntamento di lavoro negli anni ’50. La donna che, dopo aver organizzato il banchetto, si sedeva in disparte per dar modo al marito di parlare con il proprio ospite, contando i minuti che mancavano al suono del timer che annunciava la cottura ottimale dell’arrosto. E invece siamo nel 2021, in Turchia. Ospiti di un dittatore, la presidente della Commissione europea e il presidente del Consiglio europeo avrebbero dovuto mostrarsi unitari e magari sanzionanti nei confronti delle nefandezze di Erdogan, e invece è andato in scena il peggiore dei teatrini possibili. Michel ora chiede scusa dicendo di dormir male la notte, riavvolgendo in testa il film mentale su quello che è successo.

L’attrice Antonella Attilia, nel suo splendido monologo a Propaganda Live venerdì scorso, sottolineava come la peggior “punizione”per Michel sarebbe stata ritornare a casa dove l’attendevano due figlie e una moglie. Ovviamente me lo auguro. La figuraccia mondiale non sarà nulla in confronto all’astio di una moglie e di ben due figlie. Spero che ci sia anche una mamma: la prima considerazione che mi viene da fare, infatti, è che quando ci si siede si appura che tutti abbiano una sedia. Mia madre mi ha insegnato che piuttosto si rimane in piedi, ma si cede sempre il posto all’ospite in casa, al vicino rimasto in piedi sulla metropolitana, all’anziana sul treno (grazie a questo retaggio, ne ho fatti di viaggi in piedi ai tempi dell’università, ma questa è un’altra storia…). Quindi è stata prima di tutto una grave mancanza di educazione. Sul fatto che la Von Der Layen fosse donna e che in quanto tale discriminata nel suo ruolo di donna e di donna di potere ad oggi, è quasi lapalissiano parlarne. Aggiungo che mi infastidiscono quanti dicono che da Erdogan se lo aspettavano, ma Michel… no, mi spiace! Erdogan è un dittatore, Draghi dixit, ma è anche un grande cafone, ribadiamolo, senza se e senza ma! Michel è un ominicchio: vigliacco e timoroso. A volte la toppa è peggio del buco, come il suo tentativo di giustificarsi nascondendosi dietro l’inevitabilità del gesto, per non crear problemi diplomatici.

E poi c’è Ursula Von Der Leyen. Presidente, medico e madre di sette figli. Abituata probabilmente da una vita a mediare nel suo lavoro, nella politica, ma m’immagino pure in casa. Però stavolta non avrebbe dovuto sedersi: sedendosi ha tolto le castagne dal fuoco a tutti e due i maschi in scena: ad Erdogan che volutamente l’aveva esclusa e a Michel che la stava escludendo volutamente. Sì volutamente, perché il tempo per entrare nella storia cedendo la sedia alla Von Der Leyen c’era tutto. Se fosse rimasta in piedi, avrebbe consentito a quei due di assumersi almeno una delle tante responsabilità.

Quante volte ci comportiamo come lei, che per evitare agli altri dei problemi, ci facciamo da parte? Ma in questo modo, non permettiamo agli altri di crescere o di mostrarsi per quello che si è, dittatori o ominicchi.

Oggi la presidente del parlamento ha dichiarato che queste cose non devono più succedere. Ricorda tanto le madri che sgridano i figli, concludendo con la frase “non farlo mai più”, con la certezza che i figli rifaranno gli stessi errori. Ma la Von der Leyen non è la madre di Michel, ne è la collega e come tale avrebbe dovuto lasciarlo alla sua pochezza. Del resto, sbagliando s’impara. Sostituendoci sempre a loro, gli uomini non impareranno mai!

Cindy

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