April 28, 2021

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Quando ci si chiedeva se dopo la pandemia saremmo stati migliori, me l’ero chiesto anche io. Nei primi giorni di marzo del 2020 mi ero anche risposta che il lockdown forzato avrebbe portato le persone a riflettere sulle proprie priorità individuali e collettive e a fare delle scelte volte a migliorare la propria vita e quella degli altri. Ed io avevo cercato di attuarne alcune: riprendermi degli spazi, coltivare delle passioni, fermarmi a guardare il cielo. Ma poi ero arrivata a pensare in grande: la politica ridisegnerà la mappa dei bisogni, ponendo l’attenzione sulla sanità e sull’ambiente in futuro. Man mano che la situazione si normalizzava e la pandemia diventava la quotidianità con la quale confrontarsi, anche le mie speranze andavano affievolendosi.

Onestamente, non voglio sembrare immodesta, ma alcune buone abitudini prese durante il lockdown sono diventate il mio quotidiano: la cura di Anita che già conoscete e la cura del sé, intesa come cura dell’alimentazione e del movimento quotidiano… però mi sono accorta che oggi sentir parlare di 500 morti al giorno non mi fa più alcun effetto, mentre un anno fa il pensiero mi tormentava durante la notte. Ma soprattutto, con enorme disagio, mi accorgo che la linea del nostro orizzonte è sempre troppo vicina a noi e difficilmente comprende l’altro. Guardate cosa sta succedendo con i vaccini: il monopolio dei brevetti non consente a tutte le case farmaceutiche di produrne in tutto il mondo. I paesi più ricchi si stanno vaccinando, i paesi più poveri stanno producendo nuove varianti. La PANdemia colpisce tutti: PAN in greco significa tutti. E tutti dovrebbero avere lo stesso accesso ai vaccini: fosse anche per egoismo. Se il virus continuerà a circolare tra i paesi più poveri, non sarà debellato. Come si può pensare di speculare in questa situazione? E quindi, no, non saremo migliori.

Ma guardando più vicino a noi, si vedono ancora tantissime persone che si ammassano senza mascherina. A me questa cosa manda ai matti: dopo un anno e passa di ‘sto virus, l’indifferenza nei confronti degli altri imperversa. Degli altri intendo tutti, non solo di coloro che potrebbero ammalarsi gravemente prendendo il coronavirus, ma anche di tutti coloro che non stanno lavorando: se il virus si diffonde con gli assembramenti, ci saranno nuove chiusure con ciò che ne consegue. Basterebbe davvero osservare un po’ di attenzione. La cosa che mi fa impazzire che i cosiddetti aprituristi siano poi gli stessi che non indossano CORRETTAMENTE la mascherina e non osservano le distanze di sicurezza.

Da lunedì zona gialla: ristoranti aperti. Piove. E io ringrazio il tempo infame che ci consente di avere una settimana in più per vaccinare, con meno assembramenti di quanti ce ne sarebbero se il tempo fosse migliore.

Piove, governo ladro! Per fortuna, aggiungerei.

Cindy

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