July 4, 2022

Tempo di lettura: 3 min.

L’eco della fine della scuola è ancora vicina, ma sento la necessità di fare un bilancio dell’anno scolastico appena trascorso. In un articolo di qualche settimana fa, avevo esplicitato come giugno fosse la vera fine dell’anno per me che lavoro nel mondo della scuola, ma mi confermavano anche altre ragazze che era così anche per loro: fine della scuola tempo di bilanci.

Quest’anno sono arrivata particolarmente stanca, perché la gestione del covid è stata molto complessa e ha richiesto davvero tante energie. Ma sono arrivata stanca, anche perché non ho saputo modulare le richieste che mi venivano fatte ed essendo una persona disponibili, ho detto troppi sì che però mi sono costati davvero troppo, arrivando a recriminare (mentalmente) contro coloro a cui avevo detto sì: “Per piacere, mi sostituisci quel pomeriggio?”, “Certo!”, poi quel pomeriggio arrivava, io ero già esausta, ovviamente non mi tiravo indietro alla parola data, ma dentro provavo un rancore fortissimo che indirizzavo fondamentalmente verso me stessa, per non essere stata in grado di dire: “No, non riesco!”. In questi giorni, mi sto ripromettendo che l’anno prossimo sarò più attenta ad ascoltare e rispettare i miei tempi. Ora lo scrivo pure qua, hai visto mai che davvero riesca a farlo!!

Sono arrivata anche stanca, perché mi piacerebbe condividere maggiormente i metodi e le proposte più innovative, che rendono la didattica più coinvolgente sia per chi la subisce che per chi la propone, mentre spesso lavoro con persone che ripetono gli stessi argomenti sempre uguali e sempre nel modo in cui quarant’anni fa sono stati proposti a loro come studentesse. Mi arrabbio, quando trovo le porte chiuse alla possibilità di contemplare metodi diversi, nella presunzione, tipica della classe docente italiana, che il proprio metodo sia l’unico possibile. Lo scrivo qua nella speranza di non ripetere più lo stesso errore: io continuerò a formarmi e a sperimentare cose nuove, senza condizionamenti e senza rimanerci male se gli altri colleghi non vogliono farlo!!

Sono arrivata stanca anche perché voglio fare sempre tutto al meglio e senza delegare nessuno, mentre devo assolutamente stilare una lista di priorità: non può sempre essere tutto importante e tutto urgente e soprattutto devo ammettere con me stessa che alcune cose possono essere fatte da altri anche meglio di me.

Sono arrivata stanca anche perché mi sono fermata poco nei weekend: ho usato i fine settimana per svolgere le faccende domestiche o per correggere verifiche. Gli anni scorsi, avevo un aiuto per le faccende domestiche e sono sempre riuscita a correggere durante la settimana, quest’anno no.

L’anno prossimo concentrerò meglio gli impegni scolastici, in modo da avere almeno una giornata durante la settimana interamente dedicata al cazzeggio.

Sono arrivata particolarmente stanca, perché le mail, le circolari e i wapp arrivano ad ogni ora del giorno e in qualsiasi giorno della settimana, richiedendo a volte anche una risposta: in questo modo la connessione al mondo del lavoro è perenne, non consentendo un vero distacco, sano e rigenerativo, oltre che necessario. L’anno prossimo mi imporrò degli orari di disconnessione, lo scrivo qua per obbligarmi a farlo.

SCRIPTA MANENT!

Cindy

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