August 13, 2020

Tempo di lettura: 2 min.

Giulia, team Stregatto. L’idea di mettermi qui a lisciare il pelo a un gatto a righe mi indispone altamente, dato che io e la mia collega Silvia non facciamo altro che azzuffarci su quale animale dovrebbe diventare un simbolo incontrastato del genere umano, e, nonostante esistano animali onnipotenti come unicorno, sirena, fenice o panda del WWF, ci riduciamo a litigare per cane e gatto. Sconvenientemente sintetico. Lei ciancia che noi dovremmo imparare a vivere dai gatti (avete letto bene? Ci soffermiamo a pensare due secondi a questa vaccata, giusto per stare in tema animale?) e io vorrei farla sbranare dai miei cani. Quindi che io scelga lo Stregatto invece che il Bianconiglio mi fa strano, ma lo Strecane non era disponibile, e che me ne faccio del Bianconiglio?! Opto, come si suol dire, “per il male minore”.

Non ditelo a Silvia, ma un gatto a righe viola si merita di essere elogiato persino dai cinofili. E dato che ultimamente mi accusano di avere un problema con la componente estetica (pendo verso “il cesso”, mbeh?!) dico subito forte e chiaro che la medaglia d’oro delle Giuliadi va allo Stregatto per la sua innegabile bellezza. C’ha le righe. C’ha il rosa e il viola. Sorride a 61 denti e ti fa venire voglia di sorridere per riflesso, e di fluttuare nell’aria cullato dal vento tiepido della gigioneria, e credo si illumini addirittura al buio. Il Bianconiglio, esattamente, che fa? A parte spargere irritazione nel circondario, dico, che fa? Dove va? Se sospendiamo per un attimo il giudizio superficiale, dove lo Stregatto vince a mani basse, non possiamo ignorare le analisi sommarie sul testo di Lewis Carroll, da cui emerge che…

  • Il frettoloso Bianconiglio rappresenta il genitore (o il mondo degli adulti) affaccendato e ansiogeno a livelli cosmici, ceppo di “cose” da fare e appuntamenti da rispettare, e, dicono i ben pensanti (non io, che penso male), poco incline a concedere parte del prezioso tempo alla figliolanza. Infatti Alice lo rincorre e questo manco si degna di chiederle: “ma parli con me?”
  • Il colorato Stregatto invece simboleggia la rottura delle regole (ecco perché fluttua beato, facendosi beffe persino della spinta gravitazionale) e una corroborante intuizione non filtrata che lo spinge a spoilerare a Alice che sono tutti matti.

Non avevo capito un beneamato. Io ero convinta che al Bianconiglio andasse il merito di avere indicato a noi e a Alice l’ingresso del mondo magico in cui si trova a ruzzolare e a Morpheus di Matrix l’occasione di spacciare pillole colorate a Neo (ve lo ricordate? Ne abbiamo parlato la settimana scorsa a proposito della scelta tra mondo reale e mondo posticcio) e invece, a quanto pare, il Bianconiglio ignora bellamente l’esistenza della piccola Alice, che cincischia nel prato. Seguendo questa linea teorica, Alice non lo segue spinta da un’irrefrenabile desiderio di sapere come fa un coniglio a parlare e a saper leggere le ore, ma perché deve farlo, è obbligata a seguire il genitore nel mondo degli adulti, da cui proviene e da cui sta ritornando. Molto più che destinata, fisiologicamente costretta! Il Bianconiglio non è una guida pelosa, ma un’imboscata! Un tranello che conduce alla porta metaforica per il mondo degli adulti, a cui Alice è destinata! Non è una cosa tristissima? Eh? E’ quasi peggio che infilare le carote nelle torte per far mangiare verdure ai bambini! Perfidi adulti! Ho finito i punti esclamativi. Vince di nuovo lo Stregatto, placido e sornione, poco incline a farsi mettere i piedi in testa (forse fluttua per questo… mmmm…), che cerca di dare una mano alla smarrita Alice, indicandogli modi e tempi migliori per crescere. Anzi, dandogli consigli che ricordano vere e proprie epifanie del divino:

Alice chiede cortesemente la strada. “Mi diresti, per favore, da che parte dovrei andare da qui?”
Lo Stregatto, che sarà pure antigravitazionale, ma non è solo una bellezza paesaggistica, replica: “Dipende molto da dove vuoi arrivare”. Attenzione attenzione. Dove vuole arrivare lei?
“Non mi interessa molto dove”. Ah. “Allora non importa in che direzione vai”, afferma solenne.

Ricapitolando: lo Stregatto vince per bellezza e per intelligenza, e pure per simpatia, diciamocelo, che a nessuno stanno simpatici i precisini. Serve altro? Tipo ricordare che, se vogliamo togliere dal banco le fiches “teoriche” e credere che se il Bianconiglio non fosse passato, Alice non avrebbe conosciuto niente oltre quella porzione di giardino, non ci si prende in carico il ruolo di guida per poi abbandonarlo e lasciare agli altri il compito di indicare la strada, a meno che un cacciatore non ti faccia in salmì al capitolo successivo. Terza vittoria. Da qualsiasi punto lo si osservi, sembra che lo Stregatto sia un personaggio migliore rispetto al suo collega Bianconiglio.

Vogliamo dedicare due righe alla Regina di Cuori, che taglia la testa a chi osa contraddirla e a cui, quindi, va tutta la mia stima? Che piglio. Che sfrontatezza. Una vi dice, che so, che il gatto è meglio del cane, e voi la alleggerite della testa.  Per dire, eh. Metaforicamente, eh. Zac!

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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