May 25, 2020

Categoria: Recensioni

immagine in evidenza articolo 28 maggio 1974 - la storia nelle nostre storie

Tempo di lettura: 2 min.

Martedì 15 settembre 1981. Il mio primo giorno di scuola. Prima elementare. Arrivo e leggo: “Scuole Elementare Statale 28 maggio”. Il mio destino era segnato. Quella data è rimasta per sempre legata a me, che sono proprio nata vicino a quel giorno, esattamente l’anno dopo del fatto a cui si riferisce: lo scoppio di una bomba in Piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio 1974 durante una manifestazione antifascista. Dal quel giorno, ci son voluti tre processi e quarantatré anni per arrivare ad una sentenza definitiva, e numerose pagine sono state scritte per ricordare e tenere viva la memoria di un fatto tanto grave che si inserisce nei cosiddetti anni di piombo.

E’ stato difficile per noi scegliere un solo libro tra i tanti scritti sull’argomento. Abbiamo scelto così di parlarvi di due libri: Quel giorno pioveva di Paola Zannoner (fuori edizione, ma facilmente reperibile in biblioteca) e Piazza Loggia di Pino Casamassima.

Il primo libro è un romanzo dolcissimo dedicato ad un pubblico di giovani lettori, ma come spesso accade, estremamente piacevole anche per un pubblico adulto. E’ la storia di Camilla, una giovane liceale, che, perduto l’autobus la mattina del 28 maggio 1974, si ritrova sotto i portici di piazza Loggia, pieni di gente pronta ad ascoltare il comizio antifascista allestito in piazza. Piove e quindi la gente è ammassata sotto i portici. Il lettore esperto sa che lo scoppio della bomba avvenne alle 10 e 12… attraverso l’escamotage di guardare l’ora, per capire quanto Camilla fosse in ritardo per la scuola, la scrittrice ci conduce ad una specie di conto alla rovescia verso lo scoppio della bomba. Attimi descritti come pieni di stupore di Camilla nei confronti di quanto avviene attorno a lei: gente che chiacchiera, bandiere che sventolano, la pioggia che batte. E poi lo scoppio. Violento, truce (che, chi come me è cresciuta con il racconto di quella mattina, sente forte nelle orecchie perché la registrazione di quel tragico giorno esiste). Attraverso quindi un punto di vista giovane, ingenuo e delicato, assistiamo ad un tragico evento quasi in maniera ossimorica.

Se invece l’approccio vuole essere più storico, consigliamo il bellissimo saggio di Pino Casamassima “Piazza Loggia”, apprezzato anche da chi non ama particolarmente i saggi storici poiché Casamassima ha la capacità di raccontare un fatto storico attraverso documenti e racconti, utilizzando un linguaggio narrativo ricco di pathos che ti obbliga ad andare avanti nella lettura, senza annoiarsi. Casamassima cerca di raccontare anche il contesto storico e culturale nel quale è stata pensata e organizzata la strage, e lo fa talmente bene, che ci si chiede come sia stato possibile non evitarla. Come sia stato possibile arrivare a 43 anni di processi. Come sia stato possibile ordinare ad un camion dei pompieri di lavare la piazza qualche minuto dopo lo scoppio della bomba. Per chi vive a Brescia, particolarmente interessante è il riferimento preciso ai luoghi che, loro malgrado, sono stati coinvolti dall’organizzazione della strage, tanto che nelle prime pagine del libro sono riportate le cartine topografiche del centro storico, in modo da poter trovare i luoghi ai quali si riferiscono i fatti.

Io, che quei luoghi conosco bene, dopo la lettura di questo libro ho voluto fare un tour per andare a rivedere alcuni particolari raccontati nel libro, compreso un giro nella chiesa di Santa Maria in Calchera. Un saggio nel quale si raccontano storie: “Vere, verosimili, credibili, ma anche incredibili, nell’autentico significato del termine: cioè non credibili”(pag.15, P.Casamassima, Piazza Loggia). Queste storie ci ricordano che anche quando siamo di fronte ad un fatto storico la cui evidenza è lapalissiana, ricostruire la verità diventa alquanto complesso, come se esistessero più verità, tante quante le storie raccontate. E se anche si giungesse ad una verità condivisa, non sempre questa verità viene supportata da prove, come nel caso della strage di piazza Fontana a Milano.

E poi ci sono le storie di quelli che l’hanno vissuta. Camilla che si trova per caso coinvolta, mio padre che stava raggiungendo la piazza e pensò ad un tuono, Giulietta, Livia e Clementina, donne come me, insegnanti come me, che in quel giorno di pioggia erano lì per affermare un’altra verità.

Cindy

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