ALLACCIATE LE CINTURE: DECOLLA L'AEREO DELL'AMORE

April 11, 2019

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Allora, i numeri di quelli che non richiamano li giriamo alla finanza essendo che abbiamo capito che non piacciamo loro abbastanza, tutte d’accordo? Occhei. Potiamo questi rami secchi col piglio brioso di una tromba d’aria di un architetto di giardini e votiamo si alla spontanea reazione causata all’azione.

Azione=non vuole richiamarti
Reazione=preseguo nella ricerca dell’amore, questo folle sentimento che.

Delegare significa accettare che un altro possa fare la stessa cosa che fai tu, magari anche in modo diverso e magari anche meglio (ecco, l’ho detto) e quindi mi ritrovo a organizzare in modo maniacale le mie giornate per non lasciare spazi a imprevisti e deleghe, inseguendo il terribile mito che si debba essere perfette come mamme e donne lavoratrici. E arriva un momento in cui il mio corpo si ribella. Ovviamente i segnali arrivano di mattina, nel momento topico nel quale bisogna uscire, in quell’esatto momento in cui pensi che tutto sia filato liscio e puoi partire e le chiavi di casa non sono nel solito posto. Parte la tachicardia. Giuro che a volte mi capita di andarmene lasciando la casa aperta: ladri fatevi avanti, io vado! Ma il vero segnale della ribellione del mio cervello arriva quando la macchina va in riserva e io decido di rimandare l’erogazione di gasolio.

Avanti marsh. Senza fretta, senza aspettative, affette da un’insostenibile leggerezza dell’essere che ci permette di godere della ricerca invece che farne un dramma shakespeariano a puntate. Settatevi sulle frequenze “sono una donna non sono una santa, ma manco la croce rossa”

e sondate il terreno maschile a testa alta, ricordandovi che chi disse “prendi una donna, trattala male” doveva vendere musica e non dare consigli. Insomma, elimino categoricamente quelli traumatizzati da storie precedenti e i casanova seriali.

Ecco allora che cerca oggi, cerca domani, “it’s raining men, alleluia”. Occhei, basta citazioni musicali. Dicevo, ecco arrivare Colui al quale non sfugge il nostro fascino lo sguardo attento il sense of humour la perspicacia il vivace abbinamento di scarpe a righe e borsa a quadretti e soprattutto la nostra modestia. Lui, ragazze mie, richiama. Adesso l’insostenibile leggerezza la possiamo pure appesantire un attimo. Voglio dire, dobbiamo essere sciolte ma non facili, simpatiche ma non oche, spigliate ma non invadenti, ciarliere ma non egomaniache, belle ma non spudorate, eleg… non so voi, ma io mi sono rotta le balle. Facciamo che nel 2019 manteniamo picchi di cavalleria (a lui l’apertura di porte e portiere) ma ci affianchiamo un minimo di potere decisionale? La questione del “gli piaccio/non gli piaccio, mi chiama/non mi chiama” ve l’ho passata solo perché sono fondamentalmente una romanticona: adoro la fase del corteggiamento e la spasmodica attesa del messaggino in WhatsApp (che poi è tua mamma che ti avvisa che ha stirato le tue camicie), quel tanto atteso invito ad uscire al quale tu rispondi inanellando una serie di sgrammaticature che fanno disinstallare il T9 per lo choc.

Va benissimo, ma poi, se permettete, la domanda “gli piaccio abbastanza? Eh? Mi richiama puntualmente?” la dobbiamo mettere dopo “a me quello piace? Lo voglio un secondo o un terzo appuntamento?”, ma proprio dopo dopo.

Roba che prima ci piazziamo un’altra domanda sui massimi sistemi, tipo: “ma sushi o pizza per cena?”. A volte siamo talmente prese a uscire dalla singletudine che non guardiamo davvero chi abbiamo davanti. Single ladies, no dico, poi se vi mettete con quello sbagliato sono ~~cazzi amari~~ sorci verdi, e ve lo dice una che ha sposato il principe azzurro e si ritrova a cercare “veleni inodori” su Wikipedia una volta a settimana. Senza esagerare, evitando di cadere nell’erroraccio di volere l’impossibile, concentratevi su un paio di requisiti che vi sembrano fondamentali e mettete l’asticella. Al di sotto, grazie e amici come prima, al di sopra… acchiappatelo. Poi vi giro i link di Wikipedia.