August 8, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 3 min.

Sento puzza di solitudine. Il tema di questa settimana cita “la colonna sonora delle tue estati” e sono da sola, con una cultura musicale pari a quella di uno gnu e il solo aiuto di Silviaccia, che dice “meraviglioso, bello, che estati… oh, scrivi bene e parti dagli anni ’80 che mi devi fare un arco narrativo lungo”. Perfetto. Ricapitolando: sono sola, con una cultura musicale pari a quella di uno gnu e con l’imposizione di narrare la musica dagli anni ’80 sino ad oggi, seppur nata nel 1982 e poco incline a ricordarmi cose antecedenti ai miei 10 anni. Insomma, la puzza di solitudine si mescolava in modo inquietante alla puzza di tragedia, quindi, mi sono giocata il jolly: Jury Magliolo! Esimio ex concorrente di X-Factor e sommo conoscitore di musica, cantautore, appassionato di ogni genere, insomma, una che la X ce l’ha, e bella grossa.

Partiamo bene e diciamocelo, a nessuno interessa la colonna sonora delle mie estati, anche perché si riassume abbastanza facilmente.

Anni ’80: nasco e non mi ricordo niente delle musiche che i miei genitori mi propinavano dalle macchine e dalle musicassette della preistoria, ma trovo reperti dal nome “Bimbo Mix” e scopro che ci sono contaminazioni dei Ricchi e Poveri e di Al Bano e Romina in mezzo a canzoni per poppanti. Mi balza alla mente un fugace ricordo della sigla di Beautiful ballata con i miei compagni delle elementari al mio nono compleanno. Scuoto forte la testa.

Anni ’90: Cristina D’Avena a manetta. Giorno e notte, senza soluzione di continuità. Alla fine degli anni ’90 mi accorgo che sono una teenager e fa davvero brutto confessare ai miei amici che amo la Cry, quindi inizio a ballare la domenica pomeriggio sulle note dell’imperante tunz-unz delle migliori discoteche di Brescia. Anni maravigliosi, sempre con la A di mAraviglia.

Anni 2000: i miei primi 18 anni e la notte prima degli esami. Il CD di Hit Mania Dance mi inietta sotto pelle My Heart Goes Boom e La Banana. Tra uno scrittore italiano e un pittore novecentesco, mi parte in automatico il ritornello Baby be my lover, I don’t want no other what I really, really, really want is you e vengo, contro ogni previsione, bocciata. Scherzo. Passo il liceo, ma non sono più la stessa.

Anni di mezzo: me le ballo TUTTE. Tutte. Sono una discotecara senza recupero. Ballo sotto la doccia. In cortile. Nel prato. A qualsiasi ora. Indi per cui, ogni cosa che viene definita “tormentone estivo” o “se la sento ancora una volta mi trancio le orecchie” è la mia canzone preferita.

Giorni nostri: ho due figlie che monopolizzano completamente l’ascolto radiofonico. Abbiamo ormai a disposizione ogni mezzo di riproduzione musicale, per cui, se fracasso l’I-Pod, mi rubano l’I-Phone. Se do di matto, arriva Marito con una chiavetta ceppa di musica pop. Io sono ancora a Despacito, ambo le mie figlie (e una ha solo 2 anni, cazzo) cantano a memoria Mambo Salentino. Poteva andarmi peggio (tipo la Pesciolino Dance et similia).

Fine pezzo scemo del post. Inizio pezzo impegnato.

Insomma, Jury viene a bere un caffè da me e alla prima domanda “il tema è il tormentone estivo, che mi dici?”, capisco che vuole sfregiarmi col caffè bollente, ma si trattiene, da brav’uomo qual è. Mi spiega che non ama la definizione, che, di fatto, non esiste. Il tormentone non è estivo, siamo noi che ci accorgiamo che d’estate passano sempre le stesse canzoni perché siamo meno oberati di lavoro, impegni, disattenzioni varie, vogliamo solo alleggerire il carico e, toh, ecco che ci accorgiamo che 4 stazioni radiofoniche su 5 danno lo stesso pezzo. Riprovo con le divisioni “annuali”, ma ottengo la stessa risposta: non ci sono differenze, non ci sono anni, non ci sono stili, il tormentone, se così voglio definirlo, negli ultimi anni si nutre di contaminazioni latine e spagnoleggianti, di ritmo, di movimento “ballereccio” per fare in modo che godiamo al massimo il periodo deputato al divertimento: l’estate. Ma, attenzione, mi spiega che dobbiamo fare una differenza tra chi “subisce” la musica e chi, da appassionato (come lui), la cerca e cambia 120 stazioni prima di fermarsi dove sente che c’è qualcosa di affine ai suoi gusti e alle sue corde. Non ne fa una questione di “ascoltatore giusto con musica giusta” e “ascoltatore occasionale con musica tormentata”, io ho provato a farmi spiegare quale sia la musica “degli eletti”, ma lui non ci casca! Non sono un critico, sono solo un estimatore, a me piace una cosa, a qualcuno un’altra, in modo estremamente democratico, così come democratica è la possibilità di far ascoltare, circolare, distribuire la propria musica. Scopro anche una cosa interessantissima: sono sempre gli stessi che fanno musica. Quelli che la facevano ieri, la fanno anche oggi, la sensazione che i vari talent show abbiamo moltiplicato i cantanti su piazza è, appunto, una sensazione, e come tale abbastanza fuorviante. Si sono solo moltiplicate le piattaforme attraverso cui veicolare la propria musica. Non avevo capito una fava, insomma.

Scatta il domandone da giochino a tempo: ma se io ti chiedessi di darmi almeno 3 anni con 3 canzoni di riferimento? Le prime che ti vengono in mente, dammi date e canzoni e pure l’avvenimento a cui le leghi. Con molta pazienza mi spiega che no, non ne ha, si ricorda molte canzoni e non nasconde il fatto di aver ballato tanti pezzi commerciali, ma dice anche che, quando si trova a dover suonare delle cover, preferisce evitare quelle che impazzano alla radio (insomma, quelle che sto ballando io in cortile). Ma non è, ripete, questione di snobismo: preferisco una cosa a un’altra, e la mia musica di riferimento non è quella commerciale. Ci riprovo: dai Jury, una sola, una e poi sei libero. Dammi una canzone che non ti dimentichi per nessun motivo al mondo, e potrebbe dirmene tante (tipo le sue!). Nein! Niente di niente. Appassionato di musica al centopercento, non ne ha una, ne ha milioni, quindi non ha senso farmi l’elenco.

Ma dice una cosa bellissima, che vorrei condividere con voi: ha composto un album per bambini. Parte con una ninna nanna e poi cambia, cresce, si fa seria. Ci sono canzoni strutturate e ideate appositamente per chi, come i bambini, non possiede alcun tipo di preconcetto estivo o commerciale, ma che fruisce la musica per quello che dovrebbe essere: melodia. Perfezione.

Visitate il suo sito e scoprite di cosa è capace questo ragazzo, che, con un cuore grande così (e sto allargando molto le braccia), si è persino prestato ad una foto alla Grrr, che potete trovare nei nostri social!

Giulia

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