May 21, 2023

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Siamo nella settimana del Salone del libro di Torino e questo avvenimento deve essere celebrato, anche se di notizie importanti ce ne erano assai. La nostra Giulia, come avete visto dalle storie, è ospite fissa al Salone, con la casa editrice con la quale collabora. Io quest’anno non riuscirò ad andare, ma ero là l’anno scorso con i miei figli e soprattutto ero là alle prime edizioni. Non so se era la seconda o la terza edizione, però ero giovanissima, frequentavo il Liceo Classico della mia città e amavo bazzicare con le mie amiche per eventi culturali, meglio se non a Brescia. Era un modo per sentirsi colte e grandi allo stesso tempo.

Prendemmo il treno, arrivammo a Torino e come Totò e Peppino a Milano ci avventurammo tra tram ed autobus, per arrivare al Lingotto. Allora ero un’estremista e mi atteggiavo a rivoluzionaria: andare al Lingotto per me significava immergersi nell’atmosfera operaia del primo novecento, quando appunto al Lingotto nasceva il primo stabilimento della FIAT. Guardavo quei casermoni e m’immaginavo i primi scioperi, i cortei, le manifestazioni e già per quello ero soddisfatta.  Poi, ricordo, l’emozione dell’entrare in questa fiera che, allora, era come gli spazi delle librerie alle Feste dell’Unità Nazionali: stand suddivisi per case editrici. Non ricordo sinceramente se ci fossero degli eventi, ma certamente ci saranno stati degli incontri con gli autori: di questo non ho memoria. Sono passati veramente tanti anni da quell’edizione e sono andata ancora varie volte, notando una sempre maggior frequenza di persone e di eventi.

L’anno scorso andai con i miei figli di 9 e 17 anni. Non vidi mia figlia per tutto il pomeriggio perché passava da un laboratorio all’altro, consentendo a me e al grandone di partecipare ad un laboratorio di scrittura e seguire due presentazioni di libri. Quest’anno il tema sarà Attraverso lo specchio, che trovo affascinante. Sono già stati venduti migliaia di biglietti, segno che anche quest’anno ci sarà il pienone. Sentite che sta arrivando il “ma”, vero?! In ogni città d’Italia negli ultimi anni è fiorita una fiera del libro. Sono eventi strapartecipati, dove trovare posto diventa sempre più difficile. Anche nella mia Brescia, capitale della cultura 2023, ma non esempio di lettrice stando ai numeri, ha da qualche anno la sua fiera del libro nel mese di settembre. Però il numero dei lettori cala: solo il 15 per cento degli italiani legge più di 12 libri all’anno (che sarebbe un libro al mese). Quindi abbiamo il Salone del libro, la fiera del libro, Librixia, Festivaletteratura a Mantova che sono prese d’assalto, ma si legge sempre di meno. Qualcosa non torna. Forse che il settore della cultura è un settore modaiolo e fa figo dire “Vado al Salone del libro”, anche se non ho aperto un libro negli ultimi quattro mesi?

Che il radical chic abbia imposto il suo modello, per cui essere ad una presentazione è più importante che leggere il libro presentato? Del resto siamo nel Paese che ha come sottosegretaria al Ministero della Cultura una che ha dichiarato di non aver letto un libro negli ultimi tre anni. E quindi mi vengono in mente le parole del più grande intellettuale del Novecento: Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura…

Cindy

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