October 14, 2022

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Bene. Ma ne possiamo parlare un momento? Fatemi capire da dove viene tutta questa voglia di dire in faccia alle persone cosa ne pensate di loro. Ah, si chiama “essere sincere”? Ai miei tempi si chiamava “essere stronze”, ma forse sto sbagliando io. Che vengo dagli anni d’oro del game boy, dell’aerobica e dei demogorgoni, e della celeberrima “sputtanata”. Dio, che tempi. Il meccanismo di base era più o meno questo: una persona ti faceva incazzare, tu tenevi la rabbia per te, ti si gonfiavano le vene del collo ma a un’eventuale domanda estemporanea ringhiavi “Io!? GNIENTE” e poi, a casa tua, con una persona estremamente degna di fiducia (si annoverano, tra queste, la tua BFF, tua madre, la nonna con la demenza senile, il vicino di casa, tuo fratello, NON GENTE DA TIRAR SU A CASO PER FORMARE UNO SQUADRONE D’ASSALTO) a quella che ti aveva fatto incazzare “gliene dicevi giù un carretto” da far fischiare le orecchie a lei e a tre quarti della sua palazzina. Cosa succedeva, in quel preciso momento? CATARSI. Ti sfogavi. Lasciavi andare, ti separavi dalla rabbia, permettevi che il tuo cervello, senza quella, iniziasse effettivamente a riflettere e rielaborare il comportamento responsabile della distruzione del tuo equilibrio interiore: sì, mi sono arrabbiata per un motivo ben preciso, no, in fondo l’ho presa male, magari adesso la smetto di credere che gli abitanti del pianeta Terra non vedano l’ora di offendermi. Per cui, seguendo l’assennato filo della logica, se ci rendevamo conto che il motivo del dissidio era reale e non travisato dalla versione permalosa di noi stesse, andavamo a confrontarci con questa persona e chiudevamo il cerchio da persone a-dul-te.

Di solito, a seguito dell’Operazione Sputtanata, poi si sta mille volte meglio. Altro che SPA. SPUttanata, datemi retta. Ovviamente mi riferisco a persone che frequentiamo e a cui vogliamo bene, e alle quali possiamo concedere un momento di debolezza, non a gente che incrociamo per strada, per le quali nemmeno vale la pena perdere tempo, ci siamo? Alle prime, perdono il diverbio a seguito del mio sfogo personale, alle seconde, ma quali? Chissenefrega! Il tempo usiamolo per le cose costruttive e armoniche, non per vantarci di essere persone che non le mandano a dire e si esprimono come dobermann inferociti.

Essere sinceri con un’amica non è quella cosa lì. Non è lo strombazzo di assoluta sincerità che va tanto di moda oggi… che, poi, se ci fate caso, queste persone sincere parlano a muso duro solo con quelli che non si prendono la briga di rispondere a tono, altrimenti passerebbero subito al lato sputtanone (leggi catartico) della forza.

Tornando a noi, io penso, magari a torto, che dire sempre e comunque quello che ci passa per la testa sia indice di due problematiche precise:
1. Ti si sono fracassati i filtri del cervello, quelli che setacciano i pensieri prima che arrivino alla bocca. Mi sa che qualche coccio ti è pure caduto nelle tempie e tra un po’ ti partono i tic all’occhio.
2. I sassolini nella scarpa buttali fuori, ma quanti cazzo ne hai, santo cielo, di questi sassolini? Siamo sicuri che sono gli altri, il problema??

Basta prendere la qualunque sul personale e credere che ogni cosa che esca dalla bocca altrui sia stata scagliata con l’intento di ferirci. E basta, basta, BASTA con questa storia del “io le cose te le dico in faccia”, che non sempre la gente vuole sapere tu cosa pensi di me secondo per secondo, ogni volta che mi muovo e che, peraltro, ci conosciamo a malapena. La disagiocronaca risparmiatela, per favore.

Giulia

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