September 15, 2021

Tempo di lettura: 3 min.

Buongiorno e bentornate all’interno di una nuova rubrica per affette da romanticismo cronico, evoluzione naturale de “La posta del cuore di Giulia” e de “I film del cuore di Giulia”, non fosse altro per il nome, “BiblioGiulia” e non “I libri del cuore di Giulia”. Mi pare un bel passo in avanti. Allora, che si fa quest’anno noi e voi? Basta letterine, purtroppo (se vi vien il ghiribizzo, scrivetemi pure, ci mancherebbe), ma una recensione di libri romantici prevalentemente del genere chick-lit o hate-to love, senza disdegnare qualche classico ottocentesco (Silvia mi obbliga a scrivere certe cose, ma non ci contate troppo), quei libri, insomma, grazie ai quali possiamo acciambellarci dentro una storia d’amore fatta di ironia e passione, sagacia e baci con la lingua, emancipazione e erotismo, per poi sgranchirci le gambe e tornare alla nostra vita col cuore gonfio di buoni sentimenti.

Il primo meraviglioso libro di cui parliamo, un “mattoncino giallo” di cui rischierete seriamente di innamorarvi, si chiama Che nessuno si innamori, scritto da Paola Russo e edito da WordsEdizioni. Ora, non vorrei tirarmela, ma io ho il numero di Paola, e a volte le scrivo. E lei mi risponde! Mi risponde! Procediamo.

SINOSSI TRA L’OGGETTIVO E IL SOGGETTIVO

Virginia è una cara ragazza con un gravissimo problema: c’ha un’amica che rompe i coglioni. Potrebbe ucciderla, ma non appartiene alla categoria dei serial killer, quindi si limita ad assecondarla, come si fa coi matti, per evitare che lei aumenti il grado di rottura di coglioni. La sera in cui il romanzo inizia, quindi, Virginia accetta di conoscere l’elegante uomo al bancone individuato da Jane e parlarci almeno dieci minuti, all’interno del locale in cui l’amica l’ha trascinata per rimorchiare. In questo modo Virginia incontra Dorian, un trentottenne elegante e all’apparenza simpatico come un cactus infilato nella tasca posteriore dei jeans, che, concediamogli il merito, viene messo al corrente da Virginia dei piani diabolici di Jane e accetta di parlarle per questi benedetti dieci minuti. Tutti tornano alle loro occupazioni, soprattutto Jane che, conosciuto un ragazzo, lascia Virginia libera di tornare a casa. Ma… il destino la sta aspettando con una certa impazienza fuori dal locale, nelle vesti di un povero Dorian, steso a terra per un malore, e che Virginia porta subito in ospedale. Il malore era del tipo “bruttarello”, e di fatto lei gli salva la vita. Boom. Volete che lui non tenti di sdebitarsi in qualche modo?? Intromettendosi nella vita della discreta Virginia con la seria intenzione di aiutarla con i suoi potenti mezzi? Porella, lei. Pochi amici, e veramente pesanti. Ma… lui riesce davvero a darle una mano… ora, non mi pare il caso di continuare a svelare oltre, sappiate che i due diventano intimi, molto. Sentite il dolce profumo del sesso?

FINE SINOSSI TRA L’OGGETTIVO E IL SOGGETTIVO

Parliamone, di questi due teneroni. E rapite dal fascino della galanteria, occupiamoci prima delle signore: Virginia pare un motore diesel, quello che dev’essere scaldato, prima di ingranare. A causa di Jane, sbattiamo la testa contro il muro di una presentazione poco incoraggiante: non vuole fare tardi, non vuole spendere, non vuole truccarsi, non vuole questo e non vuole quello, mentre voi, al contrario, vorreste fortemente tirarle uno scappellotto in testa. Ma, poco dopo, scopriamo che non vuole nemmeno cedere al fascino del primo bellissimo profumatissimo imprenditore che passa, scocciandosi della sua spocchia e di tutto quello che un uomo del genere si trova a rappresentare. Io ci sarei rimasta dieci ore, altro che dieci minuti, ma ci troviamo a scoprire che la fanciulla possiede una sorta di campanello d’allarme settato sulle intromissioni nella sua sfera privata, ragion per cui potresti essere Dorian, Dio o Robert Downey Jr, che comunque la sua indipendenza non la devi toccare. DRIN DRIN!!! Ci piace, Virginia, che non fa rumore, che sembra quella famosa acqua cheta che, se non fai controllare bene il ponte, te lo corrode. Ce ne vuole di tempo per farle accettare “un aiuto” da parte di Dorian. A voi serve meno tempo per amarla, ve lo dico chiaro. Alla “bordellona” Jane, invece, il piccolo motore narrativo inserito a forza dentro la macchina diesel di Virginia, invece tirerete metaforicamente quello scappellotto che avevate in tasca per la protagonista.

Lui ci ricorda il signor Christian Grey. Diciamocelo. Un moderno bronzo di riace, ma vestito e pure di fine sartoria, la cui mania di controllo potrebbe tenere testa persino ai cicloni. Ci piace anche lui, soprattutto quando, invece di fascette e palline, sceglie la perseveranza e tanto buon cibo. Da un certo punto in poi adotta un approccio didattico che rassicura, accompagna, avvolge, eccita, e che ti porta a pensare: com’è che non l’ho mai incontrato io, uno messo male per strada??

Avvolte da una spumosa coperta di lana, ecco come vi sentirete mentre lo leggete. Nel caldo tepore di una relazione che si costruisce una lezione alla volta, quasi come poteste leggere un cartello “stiamo lavorando per voi” e che sapete dove sta andando a parare, ma non per via del genere a cui appartiene il romanzo o per quella strana convinzione di avere un fortissimo sesto senso, ma per la naturalezza con cui i due protagonisti giungono a quella romantica conclusione. Anime destinate.

Mi azzardo a estrapolare un consiglio, come ai bei tempi delle recensioni cinematografiche: evito di rifilarvi la solita ramanzina alla “uscire dalla vostra comfort zone!”, non temete, ma vi faccio piuttosto notare che, levati i morbidissimi strati erotici, il romanzo narra di una persona che, per un determinato motivo, stringe un legame con un’altra persona e decide di rafforzare questo legame cercando di risolvere un problema che la affligge. E quindi non abbiate paura di chiedere un aiuto, quando ve lo sentite. Ma nemmeno di offrirlo, quando vi viene richiesto. Non si sa mai…

Da suor Giulia è tutto. Alla prossima.

In estrema sintesi: Dorian Gregory era molto bello, molto ricco e molto bravo nel suo lavoro. Ma che fosse una brava persona era tutto da dimostrare.

Giulia

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