E COMUNQUE C’ABBIAMO I GRRR POWERS

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Mi sto riprendendo adesso dalla visione di End Game. Un passo per volta, piano piano, mi sforzo di rispettare i miei tempi. Ora, per esempio, piango almeno 15 volte al giorno in meno di quanto piangevo prima, e mi sembra un passo in avanti incredibile, e un risparmio di kleenex mica male. Comunque… succede che dobbiamo tornare alla normale stesura dell’articolo settimanale e io e le mie fantastiche bloggrrr (la crasi illegittima di grrr e blogger) abbiamo deciso di parcheggiare nel terreno del supereroico per rispondere a una domanda che scuote da secoli le cervella del genere umano: è nato prima l’uovo o ma che poteri hanno le donne?

Bene. Partirei con una doverosa intro sul potere della multitaskingabilità. Doverosa ma breve, essendo che sappiamo tutte che, laddove l’uomo, obbligato a svolgere due mansioni contemporaneamente (che potrebbero anche essere guardare la tivvù e mangiare la pizza), sfiora il collasso, la donna si annoia se mentre compra un vestito on line non fa partire la lavatrice non sbircia l’oroscopo non surgela una teglia di lasagne per prepararsi ad una cena che deve avvenire dopo 15 giorni da quel momento e, nel caso delle tabagiste, non ci fuma sopra una sigaretta. A volte io sto guardando una puntata di un telefilm e mi viene il piglio di controllare i compiti di Figlia grande e mentre sto recuperando i quaderni vedo del cesso alcune bricioline nel corridoio e devio per prendere l’aspirapolvere mentre chatto in un gruppo WhatsApp tentando di tenera alta la media del botta e risposta e mi sento una vera fallita se non sono riuscita anche a mettere lo smalto alle unghie. Poi chiedo a Marito se può gentilmente fare il caffè e quello dice: un momento, finisce la puntata. Ma se non erro, avevo detto poco offensiva nei confronti dei maschi breve.

Aggiungo laica perché qui non si tratta di convertire la materia in astrazione divina, ma convertire un oggetto destinato ad una precisa funzione in un oggetto dalla funzione completamente diversa, ma con l’aspetto dell’oggetto originario. Per esempio, a noi, la macchina, a cosa serve? Si, dico, la macchina, quell’oggetto vagamente rettangolare dotato di volante e ruote per consertirci rapidi spostamenti. Quello. Noi la macchina la usiamo come oggetto bla bla bla per spostarci rapidamente? No, non credo. E ne sono talmente sicura che riscrivo in maiuscolo. NO, NON CREDO. A noi serve come guardaroba. Come cestino. Come trousse del trucco. Non vorrei sconfinare nel macabro, ma sono sicura che il primo cadavere gettato in un baule della macchina sia stato ad opera di femmina. Fatto il misfatto, assassino maschio chiede ad assassina femmina: cazzo perdincibacco, ho un corpo da far sparire, dove li metti tu di solito?! E assassina femmina risponde: io? Sempre in macchina! Tra rossetti, scarpe, pacchetti di sigarette finiti, fazzoletti sporchi, piumino se fa freddo e canotta se fa caldo e sciarpa per il vento di mezza stagione che ti fa venire la cervicale, l’ultima volta che mi hanno fermato per un controllo patente, non hanno notato quelle braccia che spuntavano da sotto il sedile!

A chi ci accusa di non saper fare le manovre, io rispondo: provateci voi con lo sterzo bloccato da borse, caramelle, cellulare, maglioni, fiori, scottex, avanzi di Mc Donald’s e mazzi di chiavi. Eh? Sareste capaci di parcheggiare una cabina armadio con le ruote, EH? Nuovamente, NO, NON CREDO. Ergo, qui siamo di fronte ad un superpotere duplice, non solo la transustansazione laica, ma guida di veicoli adibiti a Wunderkammer, dove possiamo trovare dall’Aulin alla bomba atomica e avere, sempre e comunque, lo spazio per infilare qualcos’altro di estremamente utile alla nostra vita quotidiana.

Giulia

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