January 2, 2020

Categoria: Poteri

Tempo di lettura: 3 min.

Mie care ragazze, come ben sapete, mi parte l’ansia da prestazione quando ci sono in ballo articoli da farcire di un significato particolarmente istruttivo. Mi parte l’ansia da prestazione quando l’anno vecchio lascia posto al nuovo (a proposito, buon 2020!) e tutti sono moralmente e psicologicamente invitati a tendere verso la miglior versione di loro stessi. Essendo che si sono verificate ambedue le cose, sto sudando come un uccellino nella stagione dello spiedo. Il tema settimanale ci impone infatti di spronarvi a fare meglio dello scorso anno raccontandovi le gesta di una donna con le palle forte, passata alla storia per aver trovato una cura rivoluzionaria, per aver compiuto atti eroici, per essere stata portatrice di un messaggio al limite del divino o, meglio ancora, per aver inventato una cosa talmente scontata da credere che abbia rubato il progetto al figlio di 2 anni (no, non sto parlando di quella che ha scritto 50 sfumature, ma di Margaret Knight, la donna che ha capito che ci voleva un fondo quadrato nei sacchetti di carta per essere utili a qualcosa che non fosse gonfiarli e farli esplodere. Voglio dire, mi sono spiegata? Fondo. Quadrato. Ai sacchetti di carta. Roba che se lo fanno oggi, salta su il genio di turno a urlare: “ehee siii, la Margaret ha scoperto l’acqua caldaaa”. Ma, grazie a Margaret, non lo fanno).

Ansia. Di chi parlo? Chi posso eleggere a modello femminile da seguire? Vorrei evitare di parlare in questa sede di donne di spettacolo, scienziate, atlete e via discorrendo, essendo che molte donne degne di lode sono state magistralmente ricordate nelle favole delle buonanotte per bambine ribelli e pesterei il gradino successivo con una sorta di “parabola diurna per donne in cerca di un esempio vincente”. Sulle prime, non nego, ho pensato a lei, la mamma del mio amato Harry Potter, J.K.Rowling, una a cui hanno detto “grazie, no” svariate volte e che, evidentemente, non aveva i geni dell’arrendevolezza nel DNA. Permettetemi di spendere almeno due righe dicendo che portare avanti un lavoro di questo tipo, quello che “ah, scrivi? (risolino di scherno) E provare un lavoro vero, no?”, richiede una dose magnum di coraggio e determinazione. E non voglio togliere nulla ai lavori cosiddetti “tradizionali”, solo confessarvi che pagherei oro per tornare indietro nel tempo e assistere alla reazione delle persone che le consigliavano di andare a zappare la terra (e pure degli editori che le hanno detto no, leviamoci tutti gli sfizi) quando hanno saputo che la J.K. era diventata più ricca della regina d’Inghilterra.

Ansia al quadrato. Quindi di chi parlare? La nostra blogger Cindy, momentaneamente impossibilitata a scrivere, parlerebbe di Josephine Cochrane, il genio inventore della lavastoviglie. Facendo suo il motto “chi fa da sé, fa per tre” (si vocifera che lo sprono all’azione sia stato il malcontento causato dal personale di servizio, che le fracassava le porcellane) ha creato la prima bilancia matrimoniale. Mi approprio delle parole di Cindy, che io nell’invenzione della lavastoviglie vedevo solo la lavastoviglie, spiegandovi che, grazie all’elettrodomestico, da quel momento anche gli uomini si sono fatti carico dell’incombenza del lavaggio piatti senza tirare le cuoia. Magia? No, ingegneria.

Ma torniamo alla mia ansia. Di chi scrivere?? Ho pensato che dovessi rendere omaggio a coloro che hanno fatto significative scoperte in un ambito che mi sta davvero molto a cuore, quello culinario (so cucinare il minimo indispensabile, ma sono campionessa mondiale di “MangioLaQualunque”), e ho scoperto che la Nutella sgorga da una mente maschile. Non l’avrei mai detto, giuro. A ben pensarci, le nostre cucine casalinghe sono il regno incontrastato della sottana, eppure l’arte culinaria viene venduta come appannaggio del maschio e il 99% dei programmi di genere televisivi sono condotti da chef pluristellati e testosteronici… che facciamo?! Credo di aver trovato il bandolo della matassa. Trattasi di un bandolo malignamente divertente, che pone sotto diversa luce l’usanza del prendere l’uomo per la gola: “….Tutta colpa dei sovrani rinascimentali: i vari signori e signorotti degli stati italiani vivevano nel terrore di finire avvelenati. E chi erano le avvelenatrici per antonomasia? Le donne, ovviamente (…) Quindi, niente donne in cucina. I cibi destinati al principe dovevano essere confezionati da mani degne di fiducia, e non potevano che essere maschili”*. Hai capito che cacasotto fifoni?? Ovviamente le donne finirono, con santa pazienza e il lento declino delle morti per avvelenamento, per essere considerate delle cuoche degne di fiducia, e chi fu una delle prime a riprendersi questo diritto e a trasmetterlo ai posteri? Amalia Moretti Foggia della Rovere, plurilaureata, molto probabilmente la prima pediatra italiana. Tanta roba, eh? Scriveva due rubriche per la “Domenica del Corriere” (e io mi sento in pace con me stessa, che parlo di una collega di J.K.), una di medicina e l’altra, appunto, di cucina, con lo pseudonimo di Petronilla. Erano di anni ’30 del secolo scorso, e lei si opponeva alla retorica del regime fascista attraverso consigli su come cucinare con poco, risparmiare, riciclare. Cosa assolutamente attuale.

Quindi, ragazze mie, la morale resta sempre la stessa: pensate fuori dagli schemi, fatevi rapire dall’estasi dell’invenzione, prendete un uomo per la gola senza farvi possedere dallo spirito della Borgia, ma soprattutto, sappiate che a volte basta mettere un fondo quadrato a un sacchetto di carta.

Fine parabola diurna per donne in cerca di un esempio vincente.

*tratto da un articolo online de Ilsole24ore.

Giulia

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