March 20, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Dopo due settimane, pensavo di riuscire ad andare finalmente al cinema in questo weekend ed invece sono stata travolta dagli eventi mondani e non ci sono riuscita. Così, dovendo recensire un film per oggi, ho aperto Netflix e ho guardato il primo film in classifica: Era ora. Il film è un adattamento di un film australiano che s’intitola Long Short Story. La riflessione del film ruota attorno alla gestione del tempo ai giorni nostri. Dante è un uomo di quarant’anni, che vive riempendosi la vita di impegni che lo fanno correre dalla mattina alla sera. Vive con una compagna, Alice che fa la pittrice e si concede dei tempi molto più rilassati.

Il giorno del quarantesimo compleanno, Alice prepara con molta cura un pancake, che Dante ingurgita ancora bollente, per non avere il tempo di aspettare che si freddi. Trascorre la sua giornata con la solita frenesia e poi va a letto, senza nemmeno godersi la festa che la sua compagna gli ha preparato. Al suo risveglio, si accorge che non è il giorno dopo, ma è trascorso un anno: lui compie 41 anni, la sua compagna è incinta ma lui non ricorda che cosa sia successo in quell’anno. Va a dormire e al risveglio è passato un ulteriore anno. Il film si snoda su questa specie di anafora, per cui alla fine sono passati nove anni, senza che Dante si accorga che cosa accade da un anno con l’altro, risvegliandosi sempre il giorno del suo compleanno.

Molto bella chiaramente la riflessione che mi vede coinvolta in prima persona: io sono una che tende a riempire le giornate di impegni, a volte doveri e a volte piaceri, ma spesso con la sensazione di non avere tempo per le cose importanti. A volte guardo la settimana che sta per partire e mi manca già l’aria, non vedendo in prospettiva neanche un buco libero. Quindi è sicuramente un film che fa riflettere. Edoardo Leo poi è un attore che mi piace. Non so dire perché, ma il film non mi è piaciuto fino in fondo. Come ho sempre detto, non ho un’esperienza tale  da saper recensire dei film. E quindi rifletto, mentre scrivo: se la storia mi è piaciuta, il cast pure, perché ho la sensazione che il film non mi abbia convinto? Giulia direbbe: “Perché è italiano!”. Ma io non ho sono critica nei confronti dei film italiani, anzi, alla fine al cinema vado a vedere solo quelli.

Forse la trovata dello svegliarsi e trovarsi un anno dopo, con il protagonista che sa che è una sorta di “magia”, mi proietta il film in una dimensione fantastica che non amo? Non lo so, diciamo che mi porto a casa di rivedere i buoni propositi che avevo preso durante il lockdown e che avevo anche raccontato in qualche mio pezzo qua su Grrrpower, cioè quelli di ricordarmi quanto prezioso sia il tempo. Ma non credo che consiglierei la visione del film in termini entusiastici. E ora scappo, che… anzi no, chiudo il pezzo con calma e vado a fare una passeggiata sul monte.

Cindy

Condividi l'articolo con i tuoi amici

Exclusive Content

Be Part Of Our Exclusive Community