March 10, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Che pare quasi un aforisma sul trascorrere del tempo alla facciaccia nostra, ma no. Nell’ultimo pacchettino di doni Mondadori, ho trovato tale libro di maestro Ken Follet, un uomo che, secondo me, nella vita precedente dev’essere stato uno perseguitato forte dai vescovi. Ma son sicura, guardate, che capisco la fedele ricostruzione storica del passato, ma si fa prima a trovare un ago in quattro pagliai che un vescovo meritevole in uno dei suoi libri.

Detto questo, oggi recensisco, e con gioia, il libro Fu sera e fu mattina, prequel de I pilastri della Terra, ambientato nei secoli bui della Britannia, a seguito del declino dell’impero romano, esattamente dal 17 giugno 997 (Ken dice che era giovedì, scaramantiche!) all’ottobre 1006, e diviso in quattro parti di cui vi parlo a breve.

Bene, di cosa parla, questo libro? Di gente che costruisce, ovviamente. Non cattedrali, come nel caso del meraviglioso seguito, ma di un costruttore di barche inglese, Edgar, che ha due fratelli completamente deficienti, una madre retta, e un padre che gli ha passato tutto il sapere. E della contessina Ragnhild, detta Ragna, di Cherbourg, in Normandia, che incontra Wilwulf, l’aldermanno di Shiring, e si trova al centro di un gioco di potere tra lui e i suoi fratellastri meno deficienti di quelli di Edgar, ma spietati, ovvero il vescovo Wynstan e Wigelm, il signore di Combe. Metteteci il povero armarius di Shiring, un monaco che tenta di elevare la propria anima e quella dei fedeli con la cultura, e avrete tre poveri cristi che cercano di resistere ai colpi inferti da un periodo storico durante il quale, a regnare, erano la miseria e la mancanza di valori. Dalla miseria nasceva il terrore che qualcuno di rango superiore, capo villaggio, signore, vescovo poco importava, potesse comprare la tua vita, e distruggerla, stuprarla, ucciderla di botte. Dal terrore nasceva la voglia di coprire le prevaricazioni di qualcuno di rango superiore, in modo che proteggessero chi li aiutava a continuare a schiacciare, distruggere, stuprare e uccidere di botte chi non lo faceva.

I nostri tre protagonisti, un costruttore povero, una nobile normanna e un monaco, i cui destini sono cuciti da un intreccio narrativo che fornisce erudizione storica e colpi di scena a getto continuo, cercano di fermare una scia di soprusi che striscia sulla terra umida di una larga fetta di Inghilterra meridionale. Ognuno con le mani legate dal ruolo sociale che rivestono, tutti portatori di luce e di una bussola morale che tanto infastidisce i personaggi che ruotano attorno a loro.

Ora, il fatto che uno costruisca barche e l’altro sogni una biblioteca, come ben potrete capire, soprattutto se siete lettori di Ken Follet, non significa che questo libro “parli di barche e biblioteche”, esattamente come I pilastri della Terra non parla di cattedrali, ci siamo? L’oggetto costruito e la scaltrezza ingegneristica dei soggetti serve solo a descrivere cosa succedeva al mondo e agli abitanti due millenni secchi prima che arrivassimo noi, quando le certezze si dovevano costruire come oggetti, un pezzo di intelligenza sopra l’altro. E magari a insegnarci a non mollare, a credere (in cosa, vedete voi, ma a non vendersi al miglior offerente), a valorizzare la vita, a combattere i soprusi. Incredibile, vero? Alla fin fine, si riduce tutto alla cara vecchia lotta tra bene e male, giusto e sbagliato, essere e possedere. E alla convinzione che chi si fa portatore d’odio, trova sempre la sua giusta ricompensa.

Concludo con le quattro parti in cui il libro si divide, pensate non tanto per informarvi della cronologia degli eventi, come credevo all’inizio, ma per stabilire quale sia il personaggio che l’autore reputa assoluto protagonista. Leggendo il titolo della prima parte, ovviamente, non abbiamo idea del soggetto a cui si sta riferendo. Leggendo il titolo della seconda, capiamo. Leggendo quindi il titolo della terza parte, l’ansia ci morde forte allo stomaco. E sfogli le pagine talmente veloce da aerare il locale.

Ragna sapeva che quello sarebbe stato un periodo pericoloso per lei. Prima che Wilf lasciasse la cittadella, era necessario affermare pubblicamente che lei lo avrebbe sostituito. Una volta che lui fosse partito, i rivali di Ragna avrebbero cercato di screditarla mentre lui non era lì a difenderla. Wystan non sarebbe andato con Wilf a combattere i vichinghi perché, in quanto uomo di Dio, gli era proibito spargere sangue e quella era una regola che di solito rispettava, pur infrangendone molte altre.

Giulia

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