June 15, 2020

Categoria: Recensioni

immagine in evidenza nell'articolo House of Cards

Tempo di lettura: 2 min.

Q

uando si parla di complotti serial televisivi la prima cosa che mi viene in mente, naturalmente è X Files, ricordando i verdi tempi in cui gli agenti speciali Mulder e Scully sventavano o rimanevano invischiati in loschi intrighi governativi dai rami tentacolari che manco il Kraken, per dire. Oggi invece vi parliamo di cospirazioni politiche che potrete facilmente rimediare su Netflix, ovvero: House of Cards Gli intrighi del potere. Sì, il protagonista è Kevin Spacey, ma non cominciate a farvi venire la mosca al naso con idee di boicottamento postumo, perché vi assicuro che vi precludereste una bellissima serie, splendidamente recitata, avvincente, ricca di colpi di scena e con un protagonista subdolamente perfido.

Per chi si fosse perso 6 stagioni di macchinazioni politiche, apprezzate non solo dal pubblico, ma anche dalla “critica” (33 nominations agli Emmy Awards e 8 ai Golden Globes, di cui 2 vinte dagli attori protagonisti: Kevin Spacey e Robin Wright), vi rinfresco un attimo la memoria. House of Cards parte con Frank Underwood (Spacey, per l’appunto) che, deluso dalla mancata nomina al prestigioso incarico di Segretario di Stato, inizia a tramare per raggiungere i vertici del potere, usando tutte le armi a sua disposizione. E quando dico tutte, intendo proprio tutte, perché Frank buon’anima, non esiterebbe a vendere la propria madre, macché, non esiterebbe a mostrarla in mondovisione sul letto di morte, se questo potesse portargli una manciata di voti o l’appoggio dell’opinione pubblica o qualunque altra cosa possa aiutarlo a realizzare i suoi fini che, manco a dirlo, non sono mai limpidi. Diabolico, ambizioso, senza morale, Frank Underwood è un splendido animale politico che fa un po’ eco ai grandi personaggi shakesperiani (perché gira e rigira, come diceva il mio prof. di sceneggiatura all’università, si torna sempre lì, ai classici), in salsa yankee però. Insomma, in questa serie tv la fa da padrone un protagonista “cattivo” per il quale però non riusciamo a non mostrare simpatia e a “fare il tifo” per lui affinché tutte le sue trame, bugie, sottotrame ed annessi e connessi non vengano smascherati, portandolo alla rovina.

Si tratta di una serie, vi avverto, complessa, cioè non potete guardarla col pilota automatico, va seguita con attenzione in tutti i suoi dettagli, solo così potrete goderne al 100% e alla fine direte anche vo: “Frank Underwood I miss yùùùù”.

Marysun

Condividi l'articolo con i tuoi amici

Exclusive Content

Be Part Of Our Exclusive Community