June 30, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Vi avviso subito, così vi fate un piantarello veloce e poi leggete la recensione con gli occhi puliti, senza vedere le lettere sott’acqua. Siamo all’ultima recensione della stagione, ma torniamo presto, anzi, non ci leviamo nemmeno di torno, restiamo qui a consigliare libri, film, serie e aforismi e a ricoprirvi di video, contente? Basta piangere, quest’ultima si supponeva essere una buona notizia. Comunque, veniamo a noi. Quale libro abbiamo scelto per augurarvi buone vacanze estive?

Ecco a voi la recensione del libro I segreti di Abercrombie Manor di Anita Sessa e Rita Mariconda (non ve lo dico più, che le ho viste in pigiama. Dovrei dirvi che le ho viste in bikini, adesso, ma no, quello no) e edito dalla WordsEdizioni, che ne sforna uno dietro l’altro, di libri da leggere subito. Giusto per mettervi pressione, nel caso non li aveste letti tutti.

Ma veniamo a noi. Il libro inizia con una profezia di una seann scozzese del 1469, pronunciata all’interno delle mura di Abercrombie Manor, e porta nel titolo la parola segreti, cosa che vi dovrebbe far sbottare immediatamente un Lo voglio leggere tipo subito.  Anche io sono sbottata, poi mi sono accorta che lo stavo leggendo, e mi sono data una calmata. Si passa all’inizio della storia vero e proprio, stessa dimora, anno diverso. Siamo nel 1839 e Leonard Fitzgerald, quarto Conte di Abercrombie, sta cercando di far sparire la propria madre, data la seccante fissa genitoriale di volergli stare addosso per ricordargli giusto due cosette: la prima, sono tutti convinti che la recente morte della moglie sia opera delle sue nobili mani; la seconda, deve risposarsi e fabbricare un erede (Violet, la figlia femmina, non va bene. Troppo femmina). Qui ci scatta il trauma materno. Non possiamo non ricordarci di quando nostra mamma ci molestava per chiederci con chi uscivamo, cosa facevamo, se ci drogavamo, come mai non ci sposavano, come mai non ci moltiplicavamo, roba che non solo ci fa schierare dalla parte del Conte, ma sbottare nuovamente un Non so se sei un assassino, ma liberati di tua madre. Colgo l’occasione per salutare mia mamma.

Ora, ognuno di noi lettrici deve capire che in quella casa, di segreto, qualcosa dev’essere successo e, che riguardi o meno la dipartita della Contessa, peraltro profondamente odiata dal Conte, ti spinge a leggere come se potessi cliccare 1,5x di WhatsApp, soprattutto quando scende in campo la personaggia: la rossissima Aileen Karreghakle, che deve sfuggire a un matrimonio combinato dal suo clan e pensa bene di ripararsi nel capanno del contadino di Abercrombie Manor nello stesso istante in cui Violet scappa di casa e si scatena qualcosa di molto simile al diluvio universale. Da quel capanno, per convenienza della fuggitiva, ne esce la nuova istitutrice della bambina, con il discutibile nome di Miss Priscilla Pillow. Figuratevi la madre, che si vede trascinare dentro casa una sconosciuta senza referenze e pure imbottita di sarcasmo.

Vi riassumo le puntate precedenti, dunque: segreti, profezia, mistero, Conte coi capelli corvini e gli occhi azzurri possibile assassino, istitutrice bugiarda rossa e con gli occhi verdi, un vicino di casa e amico, il vescovo di Aberdeen, che sente per caso un piano per complicare ulteriormente la situazione, ordito dalla madre del Conte… non agitatevi, ci pensa la scrittura di queste due autrici a prendervi di peso e a farvi sfrecciare tra mistero e cieli scozzesi, un tappeto volante che carbura con l’ironia. Il ritmo degli scambi tra Miss Pillow e il Conte, tra questo e il Vescovo, tra la madre Contessa e il Conte, tra la prima e Miss Aileen Pillow, tra l’uno e l’altra, tra questa e quell’altro, in una girandola di botte e risposte (che poi sono piani e contro piani) vi lasceranno a sbottare soprattutto divertimento. Fino a quando l’azione si sposta in Regent Street, a Londra. E le accuse di omicidio che aleggiano sul capo di Leonard come un cappellino da tè pomeridiano, piazzatogli sulla testa da quelli imbecilli del Ton, iniziano a prendere peso e forma, una consistenza tale da decapitarlo. Io me ne vado, altrimenti vi spiffero la qualunque. Leggetelo, sotto l’ombrellone, nel letto, durante un tè pomeridiano, fate vobis, ma fatelo.

«Vi siete decisa, infine.»                                                                                                                                                                                              La giovane sorrise piano. La maschera le contornava il viso in modo da lasciare scoperte solo le labbra, rosee e carnose.                                                                                                                                                                                                                     «Non vi ho ancora ringraziato per gli abiti, milord. Sono meravigliosi e non li meritavo. Soprattutto questo.»                         Leonard sbuffò. «No, non li meritavate. Ma ho pensato che vi servissero costumi nuovi per la vostra messinscena, miss Pillow.» «E voi, quando abbandonerete la vostra?»                                                                                                                                                           Lui sollevò il bicchiere e la fissò da sopra l’orlo. «A cosa vi riferite?»                                                                                                              Lei inspirò e il seno stretto nel corsetto si sollevò, attirando inevitabilmente la sua attenzione. «Siete un pericolo con quest’abito addosso.»                                                                                                                                                                                                                  «Non lo avevate messo in conto, vedo.»                                                                                                                                                      Leonard le fece un sorriso sinistro. «Voi, miss, vi siete messa in conto da sola nella mia vita.»

Giulia

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