May 17, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

La festa della donna sarà anche passata da un po’, ma non per questo dobbiamo dimenticarci che per una battaglia vinta, c’è ancora una guerra in sospeso. No, non stiamo parlando della prossima battaglia di Risiko, ma del film uscito da poco al CINEMA (sì, quella saletta raccolta dove bisogna stare in silenzio e senza neppure ingollare coca cola o sgranocchiare pop corn) che ci riporta alle frizzanti atmosfere della Londra del 1970.

Il Sessantotto e tutto quello che ha comportato è appena passato, ma come sappiamo, si era giusto aperto un vaso di pandora e in UK, come in altri luoghi, tante donne avevano preso consapevolezza (o la stavano attingendo) di tante cose e iniziando a organizzarsi per cambiarle. Un’attivista per i diritti delle donne, Sally Alexander (Keira Knightley), sposata e con una bimba piccola riesce a entrare all’università come studentessa “anziana”, mentre nel frattempo entra in contatto con altre attiviste del Women’s Liberation Movement. Sally è un po’ borghesotta, mentre le compagne di “lotta” vivono in una comune, ma le differenze, anche se faticosamente, si possono mettere da parte quando il fine è uno: LA LOTTA AL PATRIARCATO.

I fatti sono realmente accaduti, io non li conoscevo, magari voi sì, così starò un po’ sul generico, sottolineando solo che le femministe inglesi di allora ne avevano di fegato eheheh. Comunque, il film di Philippa Lowthorpe è ben lontano dalle atmosfere di Suffragette, poiché è una commedia (giusto la prima cosa) e i tempi sono diversi, ma sono legati dal fatto che un nuovo gruppo di donne si unisce per combattere contro il marcio della società. Qualcuno potrebbe sostenere che di lungometraggi come Il Concorso ce ne sono a volontà e in parte è vero, ma questo si distingue per non considerare solo la prospettiva della sacra crociata di Sally contro i pregiudizi verso le donne, l’isolamento, gli ostacoli all’università, sul lavoro, la ribellione verso regole idiote e, soprattutto sulla perenne oggettivizzazione della figura femminile. Il film infatti ingloba anche la prospettiva delle partecipanti a quello che potrebbe essere un trampolino di lancio per realizzare i loro sogni, nonostante il razzismo e le disuguaglianze.

Un premio quindi all’audacia delle nostre antenate, ma nemmeno poi tanto antenate, cioè era il 1970 e non ere geologiche fa. Ah ok, lo sapevate, va bene, oltre la vispa Knightley c’è un bel cast, per esempio quel mattacchione di Greg Kinnear come Bob Hope e la sempre bravissima Jessie Buckley come Jo Robinson. Alcune o molte lotte de Il Concorso sono ancora da sostenere e da portare avanti perché alcuni diritti conquistati a caro prezzo non vengano cancellati e perché ci sia un mondo più equo. Oh ragazze, se vi serve un film idealista, non pesante ma che vi faccia anche riflettere anche un po’, eccolo qui servito per voi. AL CINEMA!!! (E ANDATECI!!!!)

Marysun

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