May 24, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Anche questa settimana un po’ di leggerezza, rullo di tamburi, si apre il sipario con Il metodo Kominsky, commedia composta da 2 stagioni, 16 episodi brevi da sorseggiare con calma per distendervi un po’, magari tra un episodio e l’altro della tela dell’ancella (ve la ricordate vero? June/ Elisabeth Moss nella distopia-che-ti-prego-non-portarmi-via) di cui vi avevamo parlato poco tempo fa? Vabbè, farò finta di non avervi visto mentre vi nascondete dietro gli schermi del pc. Torniamo a noi, questa serie è una di quelle che vi consigliamo molto caldamente (mentre il tempo è ancora un tantino ballerino e io alterno gonna e calzini corti a coperta di pile) e vi spieghiamo (notare il plurale maiestatis a caso giusto per darmi il tono che non ho) perché.

Sandy Kominsky (Michael Duglas, Hank Pym del film Marvel Ant-Man) è un attore in decadenza che insegna recitazione e il cui migliore amico è il burbero e cinico Norman Newlander (Alan Arkin). Purtroppo l’amatissima moglie di Norman sta per tirare le cuoia ehm… morire e poi, di lì a breve, lascia il marito solo e Sandy privo di un’amica e nella delicata situazione di dover cercare di tirar su il novello vedovo (facciamo attenzione che Sandy ha il raro dono di dare un tocco surreale a tutto, complicare cose semplici e creare macelli di proporzioni elefantiache partendo da situazioni quasi sempre perfettamente gestibili con un pizzichino di buon senso). Se l’età dei protagonisti e l’immediata dipartita di uno dei primi volti già non vi hanno messo la pulce nell’orecchio spieghiamolo meglio, questa è una deliziosa comedy che parla, a colpi di battute brillanti, scene surreali, dialoghi arguti&Co, della terza età e di quello che ci gira intorno e che è passato per la testa al creatore Chuck Lorre (Due uomini e mezzo, Big Bang Theory, non proprio un novellino, eh?). E il metodo Kominsky del titolo? Aspettate un momento e ci arriviamo, non mi diventate ansiose come la mia nipotina di 3 anni quando vuole il gelato.

Dicevo, questo non vuol dire che si aprano le porte del reparto di geriatria del San Camillo, ma sì, un po’ è anche così, ma tutto condito da un finissimo humour. Prendete, chessò, il cameriere matusalemme o l’urologo pazzo Danny De Vito che danno vita a spassosi sketch, ma in realtà è tutto una serie di gag sotto le quali però ci sono anche temi importanti, come l’amicizia, la consapevolezza che si è entrati nell’ultima fase della vita, per quanto sconclusionata o di successo o stramba che sia, dove però ancora si combattono i propri difetti, le debolezze, o magari si cerca un nuovo scampolo di vitalità in una nuova fidanzata.

Di carne al fuoco, come immaginerete, ce n’è davvero tanta e assai pregevole, anche solo considerando i protagonisti: due incredibili mattatori di Hollywood. Ah, e il metodo Kominsky? Oh mamma ma quanto r… sì, allora, Sandy, gestisce, con l’aiuto della figlia Mindy, una scuola di recitazione dove… dove spiega la fusione nucleare? Credo proprio di no. Lì lui cerca di trasmettere la sua esperienza, il suo metodo di recitazione che trae forza dalle esperienze vissute.

Ai Golden Globe del 2019 Il metodo Kominsky si è portato a casa due statuette come miglior serie televisiva commedia o musical e miglior attore in una serie televisiva comica o musical con Michael Douglas. Ora si è in attesa della terza stagione che, purtroppo, sarà l’ultima e vedrà la luce sempre su Netflix da venerdì 28 maggio. E’ il momento giusto per una bella binge watching!!!

Marysun

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