March 29, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min.

Amiche Grrr, oggi vi parliamo di un film candidato a 5 statuette per i prossimi Oscar: Il processo ai Chicago 7, facilmente recuperabile su Netflix. Il 1968 è stato un anno di fuoco a livello globale (e non a causa del cambiamento climatico, che non era ancora tema di dibattito), ma per, tra le varie cose, le forze di polizia che massacrarono i manifestanti in occasione della convention democratica.

Accusati di aver causato lo scontro con la Guardia Nazionale sono 7 attivisti contro la guerra in Vietnam, ma non solo. “I giornali ci chiamano Chicago 7, ma qui siamo in 8” sbotta Bobby Seale, leader delle Pantere Nere, per sottolineare l’iniquità del suo trattamento che lo vede coinvolto in un processo a cui si dice estraneo e in cui finisce persino inbavagliato. Il processo ai Chicago 7, lo sottolineiamo subito, è un film politico che, ricordandoci un episodio passato, strizza l’occhio al presente dove, ancora adesso, ci sono presidenti che più guerrafondai non si può e dove tante persone si ribellano a una polizia brutale e all’ingiustizia. Dietro alla sbarra degli imputati troviamo: Abbie Hoffman (Sacha Baron Cohen), Tom Hayden (Eddie Radmayne), David Dellinger (John Carrol Lynch), Rennie Davis (Alex Sharp), Lee Weiner (Noah Robbins,) John Froines (Daniel Flaherthy), Jerry Rubin (Jeremy Strong), a cui poi si aggiunge il già citato Bobby Seale (Yahya Abdul Mateen), mentre a sovrintendere lo scranno del giudice vi è l’onorevole Julius Hoffman (Frank Langella). Magari potrebbe non essere immediatamente facile calarsi nella rovente atmosfera sessantottina americana, ma uno dei pregi di questo bel film è quello di coinvolgere immediatamente lo spettatore nelle traversie processuali subite dai protagonisti per il loro attivismo grazie a una regia e un montaggio piuttosto graffianti.

Il regista Aaron Sorkin (Molly’s Game) usa toni leggeri per caratterizzare un processo farsa la cui sentenza finale è già stata scritta fin dall’inizio, senza tralasciare però la parte più drammatica e onerosa dedicata alle motivazioni profonde della ribellione degli attivisti e ai loro differenti approcci. Inoltre, durante il dibattito, alle immagini del processo si alternano preziosi filmati di repertorio, il cui contrasto è un’altra arma di denuncia per la falsità delle accuse. Se avete un’inclinazione per le pellicole di giustizia sociale e i grandi scontri alla Davide vs Golia in salsa processuale e magari non volete perdervi uno dei migliori film dell’anno, Il processo ai Chicago 7 è il vostro pane, ben lievitato dalle sapienti manine di fata di Aaron Sorkin con il contributo di interpreti molto validi e appassionati, uno su tutti: Sacha Baron Cohen che vi stenderà durante le udienze. Il mio miglior consiglio è quindi di correre a recuperare questo film in vista della cerimonia di lunedì 26 Aprile per la quale vi voglio pronte, scattanti, riposate e con uno spirito critico ben spuntato.

Marysun

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