May 1, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Inside Man è un brillante poliziesco partorito da quel geniaccio di Steven Moffat, che i più seriali ricorderanno come autore di Sherlock e uno degli sceneggiatori di Doctor Who. Questa serie tv parte dal concetto base che basta poco per diventare assassini, servono solo una buona ragione e una giornata storta. Ed è quello che proverà sulla propria pelle lo sfortunato reverendo Harry Watling (David Tennant), un pastore protestante che si trova a gestire una situazione mai immaginata prima e che lo porterà a dover prendere drastiche decisioni. Le premesse per una buona storia, vi avvertiamo, ci sono tutte. L’azione infatti si svolge parallelamente su due fronti, da una parte c’è il reverendo con la sua famiglia che si trova a dover affrontare lo spettro di uno scandalo, una condanna  e un’onta incancellabile. Dall’altra il criminale americano Jefferson Grieff, interpretato da Stanley Tucci, che si trova in carcere condannato a morte per aver ucciso la moglie. Da qui, visto che gli tocca ingannare il tempo, contribuisce a risolvere insolvibili casi grazie al suo formidabile intuito e qualche aiutino esterno, in passato infatti era stato un criminologo. A fare da legame tra queste due storie c’è la solita giornalista impicciona che desidera l’aiuto del condannato.

Mano a mano che veniamo coinvolti nella trama, soprattutto in quella del reverendo preso da dilemmi morali, ci crucciamo per le scelte decisamente poco avvedute dell’uomo di chiesa che, in un crescendo di disastri uno dopo l’altro, prende sempre la peggior decisione possibile. A lui però spetta dimostrare la teoria iniziale, aiutato dalla moglie Mary, che sembra essere dotata di un senso pratico un po’ più spiccato del suo e dalla sua prigioniera per caso, la tutor di matematica del figlio che si dimostra ben più scaltra del previsto. Ma non vi vogliamo svelare di più di questa serie tv ricca di colpi di scena, in cui si gioca molto con alcuni cliché di questo genere. Ci sono diversi spunti interessanti come la riflessione sul senso di colpa, la violenza dell’indole umana, pure quella che sembra più mite e la potenza dell’istinto di sopravvivenza. Proprio quest’ultimo infatti porta vittima e carnefice a commettere atti estremi in nome di una precaria speranza di sopravvivenza.

Un altro punto a favore di questa serie è sicuramente l’interpretazione dei tre protagonisti, su Tennat e Tucci non avevamo dubbi fin dall’inizio, l’interprete di Janice (Dolly Wells) si è rivelata una graditissima sorpresa (in confidenza questa è stata una di quelle rare volte in cui ho fatto più il tifo per il carnefice che per la vittima perché non riuscivo proprio a sopportarla!). Insomma, io direi che come trama posso assegnargli un sette, idem per l’interpretazione del cast, non posso sbilanciarmi di più perché secondo il mio parere in questo divertente gioco di incastri qualche forzatura esiste, soprattutto nel finale che non mancherà di lasciarvi a bocca aperta. Se auspico un’altra stagione con nuove idee e personaggi? Perché no, dopotutto mi sono divertita molto a vedere Inside man, oltretutto è una serie breve, composta solo da 4 puntate, ideale per rilassarsi tra una fiction più impegnativa e l’altra.

Marysun

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