May 5, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Sono senza parole. Quindi capite che abbiamo un problema, dato che non posso farvi la recensione vocale. Sto inspirando e espirando da quando ho visto il titolo di questo libro scrollando il menu dell’Instagram, e mi sono scaricata subito l’estratto, convinta che fosse un manuale di self help come quelli contro cui mi piace urlare la mia rabbia. Prima o poi lo trovo, una manuale che risponde a tono. Dio, no. No no no. Trattasi di romanzo, opera di fantasia di sorprendente freschezza, che narra le gesta di un povero avvocato (povero in senso spirituale, perché fa l’avvocato di gente losca e ben avviata, diciamo) costretto dalla moglie a entrare in terapia olistica. Mindfulness, avete presente? La madre di tutti gli aforismi. L’archetipo dell’acqua calda. Scusate, opinione assolutamente personale.

Sto per recensirvi l’esilarante Inspira, espira, uccidi, romanzo d’esordio di Karsten Dusse, edito da Giunti, una chicca che la casa editrice stessa descrive come un’inaspettata fusione tra una guida di mindfulness e un poliziesco, e che mi trova assolutamente e goduriosamente d’accordo. Ve l’ho detto, mi fa venire voglia di respirare, anche se odio farlo.

 

Breve storia triste: l’avvocato Bjorn Diemel viene posto dai tre soci del studio legale in cui lavora agli affari vari violenti e eventuali del boss malavitoso Dragan, un cliente “bleah” di cui vogliono riscuotere le parcelle senza averci a che spartire direttamente. Katharina, la moglie dell’avvocato, si arrabbia per la mancanza costante del marito (meno dello stipendio, per dire) e lo spedisce dal guru della mindfulness Joschka Breitner, che gli dice, fondamentalmente, di viversi luogo e momento, il famoso qui e ora. Di crearsi isole temporali in cui sbarazzarsi di tutto il resto, per ritrovare la pace. E lui, diligente, atterra in una delle isole temporali con la figlia di due anni e, rimandando i problemi di lavoro alla fine del weekend in tale isola, lascia il boss malavitoso a bollire nel baule della macchina. Beh, godersi il qui e ora con la dolce figlia Emily non prevede di aiutare un assassino a nascondersi sulla sua isola temporale. Quanto ve la ridete, leggendo. Non sapendo neanche bene a cosa attribuire la ridolera, se alla pedissequa interpretazione dei consigli del guru (di fatto, sta davvero seguendo alla lettera Suggerimenti con la S maiuscola) o ai racconti folli del boss che uccide due rivali e viene filmato accidentalmente da un pullman pieno di dodicenni.

Ma voi, che siete ormai mindfulnessizzate, vi godete il momento e capite che, quando leggete un libro, state solo leggendo un libro, e ricavate da tale semplice azione una gioia mentale e un nutrimento spirituale che manco una suoneria personalizzata a campane tibetane. Insomma, l’avvocato si ritrova improvvisamente a dover gestire parecchie cose, una alla volta e con piglio deciso, che, manuale Rallentare sulla corsia di sorpasso, mindfulness per dirigenti alla mano, si deve barattare il multitasking per il singletasking e limitarsi a svolgere unicamente le cose importanti per lui, per esempio, sostituirsi al boss per risolvere scaramucce familiari. Dovremmo farlo tutte. Non solo respirare, dico, ma abbracciare una filosofia che ci rende sempre consapevoli di noi stesse e dell’azione salvifica della sospensione del giudizio. Una cosa non è brutta o bella in sé, nemmeno essere coinvolti in una guerra tra bande mafiose e con il fiato della polizia sul collo.

Si legge velocemente, si gode pienamente, un libro che consiglio a chiunque si chieda chi abbia infilato gli aforismi nel meccanismo dell’evoluzione umana. Attenzione: vi ritroverete ad amare senza riserve personaggi di malaffare, avvocati compresi. Tiferete addirittura per gente losca. Pretenderete anche di parlare in codice con alcune vostre amiche, non si sa mai chi potrebbe essere all’ascolto delle vostre conversescion.

«Poi, dopo essersi deciso a bussare, nei tre minuti che ha trascorso qui nel mio studio, mi ha dato modo di capire che non considera vincolanti gli impegni che riguardano soltanto lei, che lascia che siano le circostanze esterne a definire le sue priorità, che pensa di doversi giustificare con un perfetto sconosciuto, che non sopporta il silenzio, che non ha una comprensione intuitiva delle situazioni che si discostano dalle norme consuete e che è vittima delle sue abitudini. Come si sente?»               Wow. Il tizio ci aveva preso.                                                                                                                                                                                      «Se per questi stessi motivi non vuole fare sesso con me, direi che mi sento a casa!» mi sfuggì. Il tè verde gli andò di traverso, cominciò a tossire e poi rise di gusto. Dopo aver smesso, mi tese la mano.                                                                                      «Joschka Breitner, piacere di averla qui.»

Giulia

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