October 3, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Sinceramente non mi ero più avvicinata ad un albo illustrato da quando i miei figli sono in grado di leggere da soli. E aggiungo sempre con tanta sincerità che non ho mai amato i libri con tante illustrazioni: li trovavo didascalici. Le parole sono belle perché sono parole, non hanno bisogno di immagini che ne decodifichino il senso. Le parole consentono di immaginare universi possibili o irreali, i disegni chiudono dentro a linee finite tutti le possibilità espresse dal pensiero. Poi sono capitata ad un corso di formazione che aveva come oggetto l’applicabilità didattica degli albi illustrati (il titolo ovviamente non era questo, altrimenti non mi sarei mai iscritta). Il primo degli albi che vennero analizzati fu proprio La bambina dei libri. E sono rimasta folgorata: le immagini degli albi non sono puri ornamenti, ma portatrici di significato tanto quanto le parole.

Gli albi sposano parole e immagini: il lettore è chiamato in causa per creare le connessioni tra immagini e parole. Ma le connessioni sono soggettive: evidentemente illustratore e scrittore avranno condiviso una storia.

Compito del lettore è ricostruirla, esercitando il proprio diritto a immettere inferenze dovute alle proprie sensibilità e conoscenza. Quindi proverò a raccontare la magia de La bambina dei libri solo nella speranza di invogliare qualche mia lettrice o lettore ad approcciare questo magico mondo. Ma la magia sta nella sinapsi tra immagine e parola. L’albo descrive il percorso di una bambina attraverso onde, montagne e grotte costruite da frasi di storie o fiabe che ci hanno raccontato sin da bambini. Porta con sé uno sparuto bambino, che dapprima appare molto spaventato, ma poi si lascia condurre dalla bambina in tutte le avventure nelle quali si può incorrere leggendo libri. La copertina è un libro chiuso da un lucchetto, con su una bambina blu. Nella quarta di copertina troviamo la chiave che evidentemente apre il libro stesso. Sulla chiave c’è un biglietto con su scritto: “Libera la tua fantasia”. La fruizione dell’albo avviene lasciandosi condurre dagli occhi nel godere il bello delle immagini, ricostruendone il senso e poi avvicinando le parole. A questo punto, le possibilità sono molteplici e il senso si deve rinegoziare ogni volta che si gira una pagina. Alla fine dell’albo, il bambino se ne va da solo in una città dove i palazzi diventano libri. Non ha più bisogno di essere condotto dalla bambina, perché ha trovato la propria strada di lettore.

“Ho attraversato oceani di parole per chiederti: vieni via con me?” questa domanda apre e chiude il libro. Perché l’albo, una volta finito, può essere riaperto e raccontarti un’altra storia.

Cindy

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