May 3, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 4 min.

EVIL DEAD RISE, in italiano adattato con il titolo La casa: il risveglio del male, questo è il titolo del film che voglio proporvi questa settimana, disponibile al cinema. Non avete idea di quanto mi diverto a saltare da un genere all’altro e quale miglior occasione dell’uscita del nuovo capitolo della saga iniziata da Sam Raimi nel 1981 per ritornare nell’oscuro mondo dei film horror, ma devo fare subito una premessa: questa è una pellicola impegnativa non adatta a stomaci deboli o menti facilmente impressionabili, un film horror puro, fatto quasi alla vecchia maniera, che vi cattura dopo pochi secondi e vi trascina giù, nel profondo di un plot semplice, ma terrificante.

Vorrei partire subito dalla trama: Ellie è una madre di 3 figli, gli adolescenti Danny (aspirante DJ), e Bridget, e la piccola Kassie. Capiamo subito che la donna è stata inspiegabilmente abbandonata dal marito, che è in chiare difficoltà economiche e, come se non bastasse, che sarà costretta ad abbandonare l’angusto appartamento perché il palazzo verrà demolito di lì a poco. Al gruppo si aggiunge Beth, sorella di Ellie, che stanca della vita precaria da tecnico del suono e per di più incinta, decide di andare a trovare la sorella per ricevere supporto morale, ma la reunion viene interrotta da una scossa di terremoto che danneggia lo stabile in cui vivono i personaggi, creando una voragine nei garage, luogo in cui si trovano i tre ragazzi. Sono proprio questi ultimi a scoprire che all’interno del buco vi è il caveau di una vecchia banca che contiene oggetti antichi, tra cui un misterioso libro e… no, preferisco non scrivere cosa trovano oltre a questo libro perché vi rivelerei una delle novità riguardanti il modo in cui Lee Cronin, regista e sceneggiatore, ha deciso di reinterpretare questo franchise, perché si potrebbe affermare che La casa: il risveglio del male non è un reboot, ma una specie di nuovo capitolo, uno spunto per poter ricominciare la saga da dove l’avevamo lasciata. La prevedibile ingenuità e curiosità di uno dei ragazzi farà chiaramente da apripista per il dichiarato risveglio del male, scatenando possessioni e scontri splatter ambientati tra l’appartamento e il piano del condominio. Ci tengo a sottolineare che ho tralasciato di proposito il prologo del film, che racconta avvenimenti accaduti un giorno prima, per non rovinarvi la sorpresa, ossia un susseguirsi di citazioni relative alla saga stessa e non solo, mettendovi dopo pochi secondi di fronte all’antagonista e facendovi esclamare: “Ah, cominciamo così?”

Quindi la trama non è molto diversa da quella di altri film horror , ma il lavoro di Lee Cronin si distingue soprattutto per la scelta di inserire piccoli elementi che ironicamente fanno riferimento ai vecchi capitoli della saga di Evil Dead e non solo, richiamando altri capolavori che richiederanno un po’ di cultura del genere per essere riconosciuti, il tutto in un pacchetto ben confezionato che racconta un male diverso: qui non si parla del diavolo, dell’uomo nero, di streghe, di suore dal pessimo make-up, ne La casa, il risveglio del male si muove qualcosa di più forte, indescrivibile, una calamità forse pagana, o forse no, una disgrazia senza una forma che una volta preso possesso di un corpo libera il proprio potere godendo di un’autorità oscura e senza limiti, e vi assicuro che nei 90 minuti circa del film non avrete tempo di riflettere su come i personaggi potrebbero salvarsi, perché prende in giro lo spettatore come si faceva una volta, tramite battute scomode, jumpscare opportunamente orchestrati, scene splatter al limite della follia, realizzate con pochissima CGI (che persino io ho fatto fatica a guardare) e fiumi di sangue che fanno eco a Kubrick.

Evil dead rise non pecca nemmeno nella scelta del cast, soprattutto per quanto riguarda le due protagoniste, Lily Sullivan e Alyssa Sutherland, tanto belle quanto brave e inquietanti, la prima costretta a difendere lei e i nipoti dalle mostruosità che la circonderanno in poco tempo, in una lotta che la vedrà vivere la maternità in un contesto macabro e raccapricciante, la seconda abilissima nel mutare da affascinante madre a bestia sanguinaria, avvalendosi non solo di un horror make-up come non se ne vedevano da tempo, ma anche e soprattutto di una mimica facciale da far invidia a Jim Carrey. E per finire non manca nemmeno quella sottile ironia fumettistica, quelle inquadrature inclinate che vedevano il caro Bruce Campbell vittima di inseguimenti da parte di chissà cosa, un elemento comune a tutti i film de La casa, un aspetto visivo che può sembrare un “posto sicuro” per lo spettatore il quale viene ripetutamente ingannato e lasciato in balia di avvenimenti emotivamente difficili da sopportare.

Per concludere, se siete amanti di questa saga, se vi manca Ash e se siete stanchi di assistere a produzioni “di paura” scadenti e ripetitive, prendete coraggio e andate al cinema a godervi questo film perché è una divertentissima pellicola che spero possa essere l’inizio di una nuova saga per questo franchise che ha lasciato i fan a bocca asciutta dopo la terza stagione di Ash vs Evil Dead (dannata pirateria!).

Una piccola curiosità su La Casa: il risveglio del male (che ne dite se ne inserisco una al termine di ogni mia recensione?): per realizzare questo meraviglioso film sono stati utilizzati circa 1.717 litri di sangue finto, più di quanto è contenuto all’interno di 1.133 persone viventi, badate, sangue da film, quindi appiccicoso e schifoso, una scelta fatta dal regista per aumentare il senso di disagio anche per gli attori e che ha costretto la produzione ad affittare una cucina per realizzarlo e renderlo il più realistico possibile e vi assicuro che in alcuni momenti me ne sono sentito qualche schizzo addosso anche io.

Buona visione (se così si può dire).

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 8 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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