March 21, 2019

Categoria: Poteri

Tempo di lettura: 2 min.

Sono nata negli anni ’70. Ecchissene… no, chissene no, altrimenti non si capisce il trauma! Dicevo, sono nata negli anni ’70 da una madre femminista, quando questa parola aveva ancora un senso, che, a fronte di un figlio maschio e di una figlia femmina, ha sempre mostrato il suo atteggiamento femminista: le faccende domestiche disequamente distribuite in quantità (più cose da pulire a lui che a me) e in qualità (pulire il bagno lui, la sala io) e l’8 Marzo torta solo per me, mimosa e, possibilmente, manifestazioni. Ma, soprattutto, grande disprezzo per quelle donne che uscivano solo l’8 Marzo e che trascorrevano il resto dei giorni a casa: “stasera mio marito mi lascia uscire” era considerata la frase satanica che mi avrebbe fatto capire quale grado di consapevolezza dei propri diritti avesse la donna che la pronunciava, e che di solito va in coppia con “no, ma è bravo… ogni tanto MI lava i piatti”.. MIIIIIIII???? Ecco, quel “mi” mandava definitivamente k.o. la mal capitata che lo pronunciava alla nostra presenza. Seguiva puntuale il discorso su quel MI, sul senso di essere donne, sui diritti e sui doveri e prima di addormentarmi, un paio di pagine di “Dalla parte delle bambine”, must di quegli anni.

Finchè l’8 Marzo era un giorno mio e di mia madre, tutto è filato liscio. Inevitabilmente è arrivato il momento in cui qualche mia amica: “Usciamo l’8 Marzo, andiamo a ballare?”, e nella mia testa  il faccione della mamma che mi ricordava tutte le battaglie per i diritti delle donne… Sì, mamma, hai ragione, lo so… però non sono molte le occasioni per uscire, soprattutto per le mie amiche…. no, non perché i loro padri non le lasciano uscire in quanto donne, ma per lo studio e perchè negli anni ’90 non è che si uscisse molto la sera… non ricordo poi se quella volta sono uscita, ma so che ci sono stati tanti altri inviti per l’8 Marzo che mi hanno sempre portato a quello stesso conflitto interiore: ad alcuni ci sono andata (di nascosto da mia madre), ad altri non sono andata perché l’uomo nudo e unto mi ricorda i fritti ai quali stare attenta.

Oggi ai miei studenti ricordo l’importanza dell’8 Marzo, a mio figlio insegno quanto le femmine siano meglio dei maschi in tutti i sensi e a mia figlia… a mia figlia niente, perchè sta crescendo già molto donna, multitasking quanto basta, molto femminile, ma tosta quando serve… e sì, oggi 8 Marzo festeggio, perché sono femmina, perché sono madre, perché sono un’insegnante molto appagata… ah, sono anche una moglie, ma di questo parleremo in un altro post.

Cindy

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