March 9, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Avete presente quella canzone che fa: Halleluja, haaaalleluja, hallelujahalleuja, halle-eh-lujaa-aaaa? Ha un testo abbastanza facile e un messaggio bello cristallino: halleluja. Che noi utilizziamo per esprimere l’attuarsi di un momento tanto atteso. Tra due giorni, anche se non ho uno straccio di vestito, ma un cappotto di pecora fucsia, vado al FRI. Il Festival del Romance Italiano. E ci vado con quelle meravigliose scrittrici della WordsEdizioni, e con scrittrici di romance di altre case editrici, e quindi vuol dire che qualcuno potrebbe pensare che sono una scrittrice anche io!!! Non vedo l’ora. SIGLA!
Halleluja, haaaalleluja, hallelujahalleuja, halle-eh-lujaa-aaaa.

Ah, dovrei parlarvi anche del libro di oggi, La promessa dell’incantevole Margherita Messina, che… sapete che sabato la vedo al FRI??? SIGLA!
Halleluja, haaaallel… era una burla, su.

TRAMA!

Anna Rightwhite, figlia maggiore del Marchese di Exter, fa la zitella quasi per professione. Nonostante abbia debuttato nello sfavillante mondo del ton, dice no a tutti quanti, anche se possiede fattezze da gnocca (abbiate pazienza, io son di Brescia. E avrei potuto fare molto peggio). Fino a che suo padre e il Marchese di Hawke, padre di Alexander Clayton, decidono di unire le due famiglie grazie a un allegro matrimonio tra i due. Che si conoscono da quando erano fanciullini e si tiravano i capelli e si riempivano i muffin di formiche, per fare i burloni. Ma che, a causa dell’arruolamento di Alexander nella guerra contro Napoleone in America, non si vedono da dieci anni. Si ritroveranno come si erano lasciati, nonostante lei si sia fatta donna e lui, nella battaglia di Trafalgar, abbia perso il braccio destro? Nì. Scopriamo avanzando nella lettura che tra i due è già successo qualcosa… qualcosa che ha reso lei una donna solitaria e rosa dal dolore e dalla rabbia e lui un uomo seriamente intenzionato a riprendersi quello che reputa suo da tempo, in un modo o nell’altro. Si scopre che… prima che lui partisse… ma ora sono promessi sposi… e Napoleone?!

FINE TRAMA!

Lei mora, riccia, ribelle, con occhi grigi che ti inchiodano ai tuoi doveri, altro che la guerra napoleonica. Lui prode capitano costretto al riposo forzato, lievemente incazzato, seriamente menomato, che sa stringere senza bisogno di toccare. Bella coppia davvero. La narrazione in terza persona ci permette di saltare dal pensiero di lei a quello di lui, nella stessa scena, lasciandoci abbracciare il punto di vista di una e dell’altro, e non solo nel presente dei due sposi promessi. Il passato e le tensioni che li hanno resi “avversari” sono comunque infilati tra le pagine, per spiegarci i motivi di una guerra tutta loro, intima come i baci che si rubano in mezzo ai nobili impiccioni inglesi.

Guerra che il capitano non vuole combattere, sicuro dell’amore che prova per la sua Anna, che invece tende a rappresentare la quintessenza della donna: dotata di un’ottima memoria e vendicativa, poco disposta a ritornare sui suoi passi, nonostante innamorata. Che mi perdonino le mie sorelle, e a un passo dalla festa della donna, per giunta, ma quando ci mettiamo, figlie di un secolo o di un altro, sappiamo grattugiare molto bene certe parti anatomiche maschili. Come da battuta dell’italiana Cassandra, per matrimonio lady Thallywhere, siamo donne, siamo molto complicate. Del resto, sempre meglio ricordare ai futuri mariti con chi avranno a che fare, finché morte non ci separi. O finché il caro Napoleone… che dire infatti dell’uomo? La sua quintessenza puzza di omertà. Meglio tacere, che confessare cosa il destino (o la marina inglese) abbia in serbo per lui, e di conseguenza, per la promessa sposa. Promessa, promessa, una parola che torna costantemente tra le pagine… io non posso dire altro, se non che i cuori affamati d’amore e avventure possono trovare in questo libro tutto quello che stanno cercando.

Un’ultima cosa: la cornice della storia d’amore, che prende le mosse dal trionfo inglese della battaglia di Trafalgar, segna storicamente la morte di Nelson e della tirannia francese di Napoleone, e narrativamente la fase adulta del rapporto dei due protagonisti. I tempi sono metaforicamente maturi per raccogliere quello che hanno seminato nella fanciullezza (in una serra, tra l’altro. Il loro primo vero intenso avvicinamento avviene in una serra. Quindi, diciamocelo, quei due fanciulli vanno di semina). Buona lettura, divoratrici d’amore!

«Sembri alquanto protettiva nei suoi confronti. Scorgo del tenero, o vuoi negarlo?»
«Tenera? Io? Mi preoccupo solo… solo… di non rimanere subito vedova!»
«Vuoi davvero fingere con me?»
«Smettetela di prendermi in giro, padre, e affrettiamoci prima che Olivia si trasformi in una contadina indisciplinata. Vedo la mamma già pronta a sguainare i suoi sali.»
Anna si sciolse dall’abbraccio paterno e si allontanò in fretta in direzione della carrozza, mentre il Marchese di Exter sorrideva e scuoteva la testa nel seguirla.

Giulia

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