April 12, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min.

L’ultimo film di Sydney Sibilla prende spunto da un fatto veramente accaduto. Nel 1969 l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa costruì una piattaforma artificiale di 400 metri quadrati al largo di Rimini, in acque internazionali. Nella finzione il protagonista, un sognatore a tutti gli effetti, ha il volto di Elio Germano che, per impressionare la donna di cui è innamorato: Gabriella (Matilda De Angelis), crea quest’isola per poter vivere come vuole lui, senza le costrizioni della società piccolo borghese circostante.

E a poco a poco l’isola attrae personaggi bizzarri: un naufrago, un apolide, una ragazza incinta. Nel frattempo nasce l’Isola delle Rose, un esperimento durato solo 55 giorni, ma che mise a dura prova (almeno nel film) il governo italiano, con il volto del diabolico ministro Restivo impersonato da Fabrizio Bentivoglio. I toni de L’incredibile storia dell’Isola delle Rose sono da commedia goliardica, si sorride e si partecipa alla ribellione di un ragazzo che crea il proprio Stato Indipendente e ci crede fermamente, tanto da correre a Strasburgo per sostenere la sua causa. I colori, le musiche come Hey Joe, il geghegè di Rita Pavone, Sognando la California dei Dik Dik ci riportano a un’altra epoca, in cui i sogni forse erano più forti, più colorati, più vividi.

Sibilla, autore della saga Smetto quando voglio, ci aveva già mostrato la potenza delle idee piuttosto scomode, qui però non c’è una vera e propria banda, ma un singolo con la sua bellissima utopia, purtroppo osteggiata, questa volta possiamo proprio dirlo, dai poteri forti. A noi di Grrr power questo film è piaciuto moltissimo, rispetto a tante produzioni contemporanee nostrane ha una storia originale e ben sviluppata e ci piace la sua aria scanzonata da “tutto è possibile”. Lo trovate su Netflix, ve lo consigliamo, in particolare, se volete trascorrere una serata in leggerezza.

Marysun

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