May 4, 2020

Categoria: Recensioni

immagine in evidenza nell;articolo Mangia prega Julia

Tempo di lettura: 1 min.

Ah no, non era Julia? Come? Era Liz? Allora, sì, Julia Roberts era l’attrice che interpretava la protagonista di questo film (Liz) basato sul libro di Elisabeth Gilberth: Mangia, prega, ama – Una donna alla ricerca della felicità, di cui vi parliamo oggi. Chiaro? No? Perdonatemi, ma l’inizio della Fase 2 mi ha lasciata, comprensibilmente, un po’ stordita. Dunque, l’autobiografia della Gilberth, uscita nel 2010, parla di Liz, una donna che sta uscendo da un brutto divorzio che ha minato le sue certezze e anche le sue finanze. Così Liz decide di partire per un viaggio alla ricerca di se stessa, facendo tappa in Italia, per abbuffarsi e fare pratica della lingua, a suo dire, più bella del mondo, poi in India, in un ashram (poi vi spiego cos’è, se mi ricordo) e infine in Indonesia. In tutto questo giro, che lei può permettersi in quanto scrittrice, Liz fa molti incontri, stringe nuove conoscenze, amicizie, cerca, ma soprattutto si avvicina alla sua parte più spirituale, meditando molto..

Vi dirò che, leggendo questo libro, mi sono fatta tutta una cultura di santoni, yoga, kundalini e co… tutte cose che ho sempre guardato con sospetto. La cara Liz è infatti molto lontana dal mio modo di vedere il mondo (sarà che sono un po’ materialista), soprattutto nella sua affannosa ricerca di spiritualità e di una relazione che, finalmente, funzioni. In comune abbiamo solo, credo, la passione per i viaggi, anche se non mi sono mai spinta fino all’Indonesia, secondo voi un discreto apprezzamento per la cucina indiana può bastare? Non credo, eh.

Penso che Mangia, prega, ama sia un libro molto piacevole da leggere, scorrevole, il cui punto forte è proprio questo aspetto della protagonista, che cerca un contatto molto stretto con la parte di noi o di ciò che ci circonda che non è visibile, una sorta di equilibrio. Devo ammettere che è passato parecchio tempo da quando ho visto il film (di cui apprezzai, in modo particolare, Javier Bardem, oh, anche l’occhio vuole la sua parte, no?) e non mi ricordavo che la protagonista, inizialmente, fosse ridotta a un rottame. A ogni modo, mi è piaciuto anche lo sguardo di Liz, turista americana, che scopre Roma e i piaceri della cucina nostrana.

Questo libro, secondo me, potrebbe essere una simpatica lettura da ombrellone (se mai ci arriveremo) o da consumare prendendo il sole (in giardino, in terrazza, sul balcone, cosa molto più realistica di questi tempi o, almeno, io ho risolto così).

Voi l’avete letto?

Marysun

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