February 25, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min. 

Non è proprio un dramma, non è proprio una commedia, Marilyn ha gli occhi neri ha il pregio di usare un po’ di leggerezza per raccontarci la storia di due persone con problemi mentali: Clara (la spumeggiante Miriam Leone) e Diego (Stefano Accorsi) che si incontrano in un centro diurno per persone disturbate che devono frequentare lei perché è una bugiarda patologica che ha dato fuoco a una casa, lui perché è uno chef con problemi di rabbia e diversi altri disturbi della personalità. Entrambi non sembrano creaturine amabili e delicate come tanta mielosa cinematografia ci ha fatto conoscere, ma persone molto caotiche che hanno dei grossi problemi e conseguenti difficoltà a interagire col prossimo. Nemmeno la terapia di gruppo, inizialmente, sembra portare qualche giovamento, ma a un certo punto devono occuparsi di gestire un piccolo ristorante insieme agli altri pazienti del centro, tra cui spiccano una ragazza con lo sguardo assente che non spiccica una parola, una donna con la Sindrome di Turette, due paranoici gravi. Riusciranno i nostri eroi a non far scappare tutti i clienti con i capelli dritti in testa prima che si siedano?

Allora care amiche Grrr, la vostra Marysun, assidua frequentatrice delle sale cinematografiche aveva notato, l’anno scorso, l’uscita di questo film, posticipandolo però a un recupero successivo cosa che, solitamente, finisce nel limbo. Santo Netflix però ce l’ha in catalogo e così ho potuto godermi per bene Marylin ha gli occhi neri. L’esperienza è stata da pollice su, ve lo consiglio vivamente, perché è un film che, come accennato, riesce a parlare in modo leggero ma efficace di temi come l’incomunicabilità, la difficoltà di essere se stessi in una società che fatica ad accettare chi è anche solo un po’ diverso, la solitudine, l’emarginazione che deriva dal sentirsi “fuori posto”.

Nel caso dei pazienti del centro diurno romano, la chiave di volta è la più improbabile delle imprese per loro, gestire e far funzionare un ristorante avendo, ovviamente, a che fare coi clienti, con tutti i legittimi timori di essere rifiutati, di essere indicati, di combinare macelli. Eppure, proprio la cosa che li spaventa di più diventa ciò di cui sono più orgogliosi. E poi ci sono Diego e Clara, i protagonisti, agli antipodi che inizialmente si uniscono per far funzionare il ristorante e poi scoprono che magari può nascere qualcosa in più (sì c’è la parte un po’ romance, ma vi assicuro che non ha il sopravvento). Infine, questa è una pellicola che ci invita anche ad essere un attimino più clementi con noi stessi e i nostri difetti.

Marysun

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