August 6, 2021

Categoria: Recensioni

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ipetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità>> pare dicesse il ministro della propaganda Joseph Goebbels. Così esordisce la premessa di questo saggio di Francesco Filippi, a 75 anni dalla caduta di Mussolini e dalla perseveranza di notizie sul fascismo assolutamente false. In questo saggio, Francesco Filippi raccoglie tali notizie, alcune delle quali assurte a luoghi comuni come: “Quando c’era lui, i treni arrivavano in orario”. La valenza di questo saggio è duplice: da una parte è una lettura utile per smontare con fatti concreti, documentati e quindi storici, tutte quelle dicerie che tengono ancora in vita un ideale come quello fascista, che nella realtà ha portato solo morte e distruzione; dall’altra mostra un metodo, che dovrebbe valere sempre, per cui una notizia va verificata e supportata da fatti basati su verità e non su opinioni.

Ad esempio, nel dopoguerra si è costruito il mito degli “italiani brava gente”: gli italiani sono di indole buona, i tedeschi sono brutti e cattivi. Immagino che a molti possa venire in mente il film di Totò, I due colonnelli, dove l’arrivo del terribile comandante tedesco fa da controcanto al bonario colonello italiano che fa di tutto per proteggere un villaggio greco dall’imminente attacco. Ecco, film come questi, insieme ad una mancata assunzione di responsabilità storica e politica, ha permesso di costruire il mito degli “Italiani brava gente”, che va a braccetto con “Mussolini era più buono di Hitler”. Attraverso alcuni documenti Filippi mostra appunto come la realtà sia veramente molto diversa dalla narrazione dei fatti. Lo storico Carlo Greppi, che ha scritto la prefazione a questo saggio, lo definisce un “manuale di autodifesa” da leggere e conoscere, ma anche utilizzare contro il dilagare del neofascismo che utilizza proprio alcune di queste bufale per diffondersi e continuare a vivere. Mussolini ha dato le pensioni agli italiani, Mussolini ha bonificato le paludi, Mussolini ha dato una casa agli italiani, Mussolini è stato un grande condottiero, Mussolini è stato un dittatore buono… sono solo alcune delle bufale smentite dai fatti: la rivincita della realtà, per usare le parole di Greppi.

Goebbels, negli anni Trenta, aveva già capito l’importanza della narrazione rispetto alla realtà per ottenere il consenso, in un’epoca dove le notizie giravano attraverso giornali, radio e qualche libro.

Oggi con il web le notizie girano in maniera velocissima ed è sempre più facile raccontare balle, spacciandole per verità. La narrazione dei fatti ha preso il sopravvento sui fatti stessi, consentendo al partito che non fa mistero del suo essere di ispirazione fascista di diventare il primo partito di Italia. “La base di un possibile futuro totalitario passa anche dalla riabilitazione del passato totalitario. Mostrare la realtà di quel passato è un primo passo per evitare che quel passato diventi futuro”. Nella premessa Filippi esplicita l’obiettivo di questo saggio: conoscere per evitare. L’intento divulgativo non è solo un proclama: il saggio, infatti, non è solo per gli addetti ai lavori o per chi, come me, adora la storia. La scrittura è estremamente curata, ma mai tecnicistica. Il saggio procede con l’andatura di un romanzo, pur snocciolando dati inevitabilmente ricchi di fonti. E devo dire onestamente di aver scoperto alcune cose che non avevo mai trovato da nessuna parte. Il merito di Filippi è anche quello di aver riunito in unico testo molti aspetti che personalmente avevo magari trovato sparsi in vari saggi, costruendo un’arma davvero potente da poter scagliare metaforicamente addosso a queste fascitelle (ogni riferimento non è puramente casuale) e fascistelli che stanno occupando la piazza virtuale e, ahimè, anche quella reale.

Ma quando c’era lui i treni arrivavano in orario! L’unica cosa che arrivava in orario era la censura: il controllo dell’informazione impediva semplicemente di conoscere se i treni arrivassero in ritardo. Basta non divulgare che i treni sono in ritardo e i treni magicamente arrivano puntuali!

Cindy

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